Caritas a Monselice. «Il Fondo ha fatto del bene. E ne farà»
Al di là di ciò che andrà ripensato, bisognerà fare tesoro di questo bagaglio di esperienze
Quando è andato in pensione, Claudio Canella si è messo a disposizione dello sportello di Monselice. «Il mio numero di telefono ce l’hanno tutti e mi chiamano sempre – racconta – soprattutto Comuni, parrocchie, associazioni, case di riposo. Purtroppo le grandi aziende preferiscono evitare le intermediazioni, ed è sempre stato più difficile dialogare con loro». Lo sportello del Fondo di solidarietà di Monselice si basa sul lavoro di cinque volontari e su questa rete composta da mondo ecclesiale e civile, «una rete a macchia di leopardo – ammette Canella – vi sono parrocchie presenti, altre un po’ meno, Comuni attenti e altri un po’ meno».
Claudio Canella è una delle antenne che in questo decennio, dopo lo scoppio della crisi, ha osservato l’evoluzione socio-economica di Monselice e dintorni: «Persone di una certa età o storicamente fuori dal mercato del lavoro continuano a vivere di supporti da istituzioni, compresa la nostra. Ci sono però anche esperienze innovative: lo scorso anno, anche grazie a un contributo comunale per giovani Neet, che non studiano e non lavorano, con la parrocchia del Duomo di Monselice in collaborazione con Enaip abbiamo fatto un corso per saldatori. Siamo partiti con nove ragazzi, di questi ora quattro sono stati assunti a tempo indeterminato. È stato molto difficile partire coinvolgendo i ragazzi, ma poi i frutti non si sono fatti attendere». Altra esperienza simile è stata fatta nel mondo della ristorazione, con tre ragazzi coinvolti, mentre si sta svolgendo proprio ora un progetto per otto ragazze da impiegare nel front office delle aziende, con 120 ore di corso di formazione e un tirocinio in azienda di tre mesi.
Anche a Monselice però si aspetta il 2020 per l’arrivo del Fondo rinnovato: «Al di là di ciò che andrà ripensato, bisognerà fare tesoro di questo bagaglio di esperienze: è un’iniziativa che è andata bene, che ha fatto del bene e che non potrà che migliorare coinvolgendo ancora di più le istituzioni».