Ca' Morosini. Forti nella preghiera dopo la profanazione
La comunità di Ca' Morosini reagisce con fede e coraggio al gesto sacrilego di chi ha profanato la sua chiesa la vigilia del Mercoledì delle Ceneri. La sfida consiste nel rispondere con l'adorazione eucaristica allo scempio subìto. I fedeli sono sconvolti e addolorati, ma non si lasciano scoraggiare e sono pronti a ripartire con nuovo slancio.
Rimediare alla profanazione attraverso la preghiera eucaristica. La comunità di Ca’ Morosini si rialza con fede e coraggio dopo la dolorosa ferita ricevuta alla vigilia del Mercoledì delle Ceneri, quando qualcuno ha fatto scempio delle particole consacrate custodite nel tabernacolo. La mattina del 13 febbraio, infatti, la sacrestana si è accorta che una delle porte laterali della chiesa era stata forzata e, lì per lì, si è pensato a un “semplice” furto. Invece si è trattato di qualcosa di ben più grave: le ostie consacrate erano state gettate a terra. L’incursione dei ladri, che hanno rubato la porta del tabernacolo rivestita di lamina d’oro, un ostensorio, i recipienti degli oli dei catecumeni e alcuni candelabri, si era conclusa con un gesto sacrilego. Per impadronirsi anche della pisside nel tabernacolo, ne hanno gettato via il contenuto.
«I parrocchiani erano sconvolti e addolorati – racconta don Nicola Andretta, parroco dell’unità pastorale di Sant’Urbano, di cui la comunità è parte insieme a Balduina e Carmignano – tanto che martedì sera famiglie intere hanno partecipato all’adorazione eucaristica organizzata per riparare lo scempio subìto. Non c’erano soltanto fedeli di Ca’ Morosini, ma di tutta l’up». La preghiera è iniziata con un lungo momento di silenzio di fronte al tabernacolo vuoto, espressione del dolore per il corpo di Cristo offeso e calpestato. Ma di fronte a un gesto del genere, la fede non può cedere il passo al giudizio o alla sete di vendetta: per questo la comunità ha recitato un salmo di perdono nei confronti dei responsabili. Sulle stessa lunghezza d’onda era anche il Vangelo del giorno, incentrato sull’importanza dell’eucaristia, a cui i fedeli hanno offerto dell’incenso, come riconoscimento della divinità di Cristo.
«Durante la preghiera – continua don Andretta – ho lanciato una provocazione all'up: dobbiamo impegnarci di più nell’adorazione eucaristica, visto che con questo gesto ne è stata minata la fede. Come cristiani non dobbiamo lasciarci abbattere, ma affrontare le avversità aggrappandoci alla speranza». La profanazione, infatti, non ha impedito alla comunità di celebrare il Mercoledì delle Ceneri né di vivere appieno la “Settimana della comunità”. Anzi ha donato nuovo slancio ai cristiani.