Bresseo-Treponti, Montemerlo e Torreglia. Protagonisti nella fede in ascolto del vissuto di alcuni genitori
«Accompagnare i nostri figli è cercare di essere un esempio, camminando con gioia e non per obbligo,facendoci aiutare nel riscoprire la fede... che a volte passa in secondo piano»
Nell’iniziazione cristiana i genitori sono “attori principali”: partecipano in modo attivo alle esperienze dei figli. Sono i compagni di strada privilegiati perché agiscono, con l’esempio, senza porsi come insegnanti. Per questo è importante accompagnarli e ascoltare il loro vissuto. Ecco cosa raccontano alcuni genitori delle parrocchie di Bresseo-Treponti, Montemerlo e Torreglia.
Cosa significa accompagnare vostro figlio?
«Aiutarlo a capire che la vita è un dono prezioso da salvaguardare, coltivando amore e rispetto. È essere protagonisti, parte attiva delle tappe, curandone ogni aspetto, quindi anche la fede. È cercare di essere un esempio, camminando con gioia e non per obbligo, facendoci aiutare nel riscoprire la fede, che a volte passa in secondo piano nelle corse quotidiane e nei cambiamenti in atto. È riflettere personalmente e in famiglia sui valori cristiani, accompagnando i figli a fare esperienza di Gesù. L’ incontro tra di noi fa anche scaturire rapporti sinceri, amicizie e aiuto reciproco. In questo tempo storico è infondere speranza, far capire ai figli che un buon cristiano va avanti, accetta le prove e confida».
In questo periodo non sempre sono continuati gli incontri. Cosa vi manca?
«Condividere i temi e le difficoltà della vita quotidiana, il contatto con gli altri genitori, cercare insieme spiragli di luce, che abbiamo dentro ed emergono nel buio. Quanto proposto dagli accompagnatori lo troviamo umanamente e spiritualmente arricchente perché la catechesi non è solo spiegazione, ma è prima di tutto relazione, cammino fatto insieme alla comunità. È bello ricevere testi da riprendere a casa e a mio figlio manca stare insieme ai coetanei. Ci manca la testimonianza degli altri genitori e il portare la nostra: il confronto fa nascere riflessioni. Nella nostra comunità sono ripresi gli incontri in presenza, grazie agli spazi grandi e ai molti volontari. Abbiamo scelto di partecipare sentendo forte il bisogno di trovare, stando insieme, le risposte ai tanti perché che ora abbiamo».
Affidate un desiderio a chi vi accompagna...
«In questi mesi ci avete seguito tramite chat, inviandoci il Vangelo, preghiere, riflessioni e chiediamo che questo continui perché è ristoro, stacco dalla frenesia. Vorremmo, con le dovute precauzioni, riprendere la preghiera in chiesa con i ragazzi, per non interrompere la ricerca di Gesù in loro e in noi. Troviamo insieme modi per far svanire la diffidenza verso il prossimo, il terrore del virus, per sostenerci, dialogare, imparare a fidarci di Dio. Speriamo di tornare a riappropriarci della vicinanza, dei gesti umani di cui abbiamo bisogno, anche nella messa. Desideriamo solo dire grazie a chi, in parrocchia, è “prezioso” e garantisce incontri e messa. Ammiriamo i volontari che svolgono un servizio. Il loro esempio ci testimonia che il mondo è ancora buono e positivo!».