Basilica del Santo. Torna sabato 1° maggio al Santo il tradizionale pellegrinaggio delle comunità srilankesi residenti in Italia
Tre le celebrazioni in lingua cingalese e tamil riservate ai devoti asiatici: alle 10, alle 12 e alle 14 in basilica.
Per evitare assembramenti, gli altri fedeli seguiranno le celebrazioni del mattino in Cappella del Capitolo.
Il pellegrinaggio al Santo degli srilankesi residenti in Italia del 1° maggio era uno dei momenti più suggestivi della vita della Basilica nell’era pre Covid, che richiamava a Padova ogni anno quasi 10mila devoti cingalesi, con canti, balli e omaggi floreali alla tomba di sant’Antonio. E quest’anno, dopo la sospensione per pandemia del 2020, la celebrazione in lingua tamil e cingalese può finalmente essere riproposta, con tutti gli accorgimenti anti contagio del caso.
Per evitare assembramenti i frati del Santo hanno programmato per sabato 1° maggio tre celebrazioni riservate ai fedeli srilankesi: alle 10, alle 12 e alle 14 in basilica. Per gli altri devoti, le messe del mattino in italiano si svolgeranno in Cappella del Capitolo, nel rispetto della capienza permessa.
Le celebrazioni per la comunità srilankese, che saranno in lingua cingalese e tamil, verranno trasmesse in diretta streaming web sul sito Santantonio.org/it/live-streaming
Il legame tra la comunità srilankesi e la Basilica del Santo è sempre stato profondo. Nel 2019 il pellegrinaggio era stato dedicato alle oltre 250 vittime del gravissimo attentato terroristico nel Paese asiatico del giorno di Pasqua. In quella circostanza i frati del Santo, con Caritas Sant’Antonio Onlus e Messaggero di Sant’Antonio Editrice, avevano avviato una prima raccolta fondi per ricostruire il Santuario di Sant’Antonio a Colombo e la vicina mensa per i poveri.
E dopo una visita dei conventuali padovani nella capitale srilankese, lo scorso anno, con il Progetto 13 Giugno di Caritas Antoniana onlus “Un gesto d’amore ripara le ferite e riaccende la speranza”, sono stati raccolti quasi 420mila euro per una serie di interventi, coordinati in loco dalla Caritas di Colombo. Una cifra che ha permesso di realizzare piccoli appartamenti per accogliere chi è rimasto invalido o senza casa a causa del fondamentalismo, riparare la mensa per i più poveri, acquistare ausili ortopedici per bambini e adulti con forti disabilità a seguito degli attentati, attivare borse di studio per gli studenti rimasti orfani.