Abano Terme, "Custodi di pace". La pace donata da Dio arrivi a tutti
Abano Terme. Nell’ambito del progetto diocesano “Custodi di pace”, mercoledì 15 è stato vissuto un momento ecumenico ed interreligioso
Un momento di riflessione ecumenico e interreligioso ha accompagnato, mercoledì 15 marzo, il passaggio della lampada della pace dalle mani del vicariato di Abano Terme a quelle delle comunità cristiane di Montagnana. Circa duecento persone, in piazza dei Caduti di fronte al municipio, hanno condiviso letture e preghiere, invocato il dono della pace insieme al vicario foraneo don Franco Marin, a Pietro Vittorini, membro della chiesa evangelica luterana di Venezia ed Abano, Abdullah El Hadydy Abdelmottalib, iman della Confederazione islamica italiana e della comunità islamica aponense e padre Evghenie Costel Calanciuc, in rappresentanza della chiesa ortodossa. L’intenso momento è stato condiviso dai sindaci di Abano, Montegrotto, Torreglia, Galzignano, Battaglia e Teolo. Sono stati letti passi dal Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comuni (Abu Dhabi, 2019), da un commento
di san Giovanni Crisostomo, da una delle lettere di san Paolo e da Resistenza e resa di Dietrich Bonhoeffer. Il vicario foraneo, don Franco Marin, ha ringraziato i rappresentanti delle altre confessioni perché, uniti dalle invocazioni per la pace, hanno condiviso in spirito di amicizia e stima reciproca l’iniziativa fortemente voluta dal vescovo Claudio Cipolla. «Vedo pochi giovani – ha constatato padre Evghenie Costel Calanciuc – Sappiamo che un dono diventa più prezioso quando si perde e i giovani non sanno cosa si può fare con la pace e cosa non si può fare con la guerra. Tutte le religioni parlano di pace, ma tanti cristiani portano avanti la politica della guerra perché la Parola di Dio è diventata solo una parola. Ma se l’essenza di Dio è amore, quella pace che lui ci ha donato deve arrivare sino a noi». Il sacerdote rumeno ha poi ricordato che attualmente, oltre al conflitto in Ucraina che ci colpisce perché combattuto vicino a noi, ci sono almeno altre 63 guerre che seminano morte e distruzione in molte aree del mondo. Prima di intonare la preghiera islamica, l’iman ha voluto ringraziare i sindaci presenti per aver unito le comunità civili a quelle religiose con l’unico intento di auspicare la fine delle guerre. Ha richiamato le beatitudini Pietro Vittorini, della Chiesa evangelica luterana: «Beati quelli che si adoperano per la pace e si impegnano per mettere fine alle azioni militari che alimentano il seme della violenza contro l’umanità intera. Dio della pace, veniamo a te con la paura di sentirci impotenti e chiediamo la riconciliazione tra i popoli, le etnie, le religioni e tra i poveri e i ricchi. Ammorbidisci i cuori dei potenti». Il saluto delle istituzioni è stato portato a nome di tutti i primi cittadini presenti, da Federico Barbierato, sindaco di Abano Terme, che ha richiamato l’intero articolo 11 della Costituzione. In chiusura, suor Francesca Fiorese, direttrice dell’ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro e anima del progetto “Custodi di pace”, ha sferzato con il suo entusiasmo i presenti al momento ecumenico e interreligioso, quarta tappa della lampada dopo Padova (il “viaggio” è iniziato il 21 novembre in Cattedrale), Dolo, Fellette-Bassano (Marcia interdiocesana per la pace): «Porto il saluto del vescovo Claudio che ha voluto che questa lampada attraversasse tutta la Diocesi e qui abbiamo riunito diverse religioni perché il coro per la pace richiede tante voci. È un dono che va richiesto soprattutto adesso che molti sembrano non credere più alla forza della preghiera. Non pensiamo che sia un compito di altri, nell’affidare la lampada a Montagnana, dove il momento di preghiera sarà il 15 aprile, continuiamo a invocare il dono della pace per il mondo intero».
Sant’Ignazio: il 31 serata con Caravaggio
Sabato 31 marzo, alle 20.30 nella parrocchia di Sant’Ignazio, si terrà un appuntamento quaresimale dal titolo “Caravaggio, l’urlo e la luce. La Grazia: entra e chiama, convoca e salva...”. Il prof. Roberto Filippetti, autore dell’omonimo volume, commenterà alcune opere di Caravaggio. «Il titolo, “L’urlo e la luce”, vuole sintetizzare
l’evoluzione del pensiero e della tecnica del grande pittore lombardo Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610) – spiegano gli organizzatori – il cui sguardo sul reale si accompagna a una sempre più profonda e drammatica ricerca della verità ultima delle cose nella quale chi guarda l’opera è invitato ad entrare. Nella sua arte di si mostra e accade il dramma dell’esistenza, l’urlo, ossia la problematicità tragica della realtà, e la luce che irrompe in essa come grazia che entra, chiama, convoca e salva».