Sud Sudan. A Rumbek, diocesi del vescovo Christian Carlassare, giovani a Congresso e sei storiche ordinazioni

Sud Sudan. Nella Diocesi di Rumbek si è chiusa l’iniziativa partita nel 2008 che mette al centro le giovani generazioni. Il vescovo Christian Carlassare, che ha iniziato il suo ministero nove mesi fa, il 20 novembre ha ordinato tre preti e tre diaconi, un evento mai capitato prima

Sud Sudan. A Rumbek, diocesi del vescovo Christian Carlassare, giovani a Congresso e sei storiche ordinazioni

Rumbek, Sud Sudan. La notizia, a lungo attesa, della visita di papa Francesco nel Paese africano ai primi di febbraio raggiunge una Chiesa che ha appena concluso un’esperienza fondamentale che ha messo al centro le giovani generazioni. Domenica 20 novembre infatti, si è concluso il Congresso dei giovani e in contemporanea sono stati ordinati tre nuovi preti e tre diaconi. Il vescovo Christian Carlassare, missionario comboniano originario di Piovene Rocchette, a Natale compirà i suoi primi nove mesi di ministero, così traccia il bilancio di queste settimane.

Padre Christian, che cosa ha rappresentato il Congresso dei giovani per la vostra Chiesa?
«Il Congresso dei giovani è un’iniziativa nata nel 2008 per radunare una rappresentanza dei giovani di tutte le parrocchie e promuovere una coscienza comune di fede e di impegno per l’unità e la pace. Quest’anno il congresso ha voluto essere marcato dal processo sinodale che ci vede ancora impegnati nella fase diocesana di riflessione e riorganizzazione. Il tema su cui ci siamo concentrati è lo stesso della prossima Giornata mondiale della Gioventù: “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39). Abbiamo quindi riflettuto su una leadership che sia prima di tutto cammino: un cammino fatto insieme vincendo qualsiasi pigrizia, paura di far fatica e superando ostacoli per arrivare laddove non si poteva arrivare senza prima partire. Al termine del congresso non abbiamo scritto un documento, ma abbiamo consegnato alle comunità cristiane quei nuovi canti composti dai gruppi delle diverse parrocchie che parlano di sinodalità».

Tre nuovi preti e tre diaconi. Un evento eccezionale per Rumbek?
«In una Diocesi di soli sei preti diocesani, è stato un dono speciale che viviamo per la prima volta nella nostra storia. Spero però che non sia un evento eccezionale ma che si ripeta in futuro. Al momento abbiamo due accoliti e quattro seminaristi che hanno appena ricevuto il ministero del lettorato. Altri si preparano. In generale la vocazione sacerdotale rimane una sfida in questo contesto culturale dove i giovani sono chiamati a una più grande libertà per poter rispondere fedelmente al Signore che chiama. La scelta di una vita religiosa è ancora più difficile per le ragazze che sono viste come una grande risorsa sia dalla famiglia di origine, che riceve la dote per il matrimonio, sia dalla nuova famiglia per la quale genera figli. Quest’anno il Signore ci fa la grazia di una giovane ragazza che emette i suoi voti religiosi nell’istituto delle Suore dell’evangelizzazione. I nostri nuovi ordinati stanno ora celebrando nelle loro parrocchie di origine prima di tornare a Rumbek per ricevere la loro prima assegnazione pastorale. Ci tengo a dire che le nostre sono tutte parrocchie di missione dove gli agenti pastorali sono in gran parte chiamati a fare prima evangelizzazione. Questo significa che le parrocchie devono essere aperte, inclusive e accoglienti verso tutti e dedicate ad andare incontro a quelle persone che sono ancora lontane e non conoscono il Vangelo. E parrocchie che si lasciano evangelizzare dai poveri».

Che cosa vi attende da qui a Natale?
«Il tempo di Avvento è normalmente un tempo festoso perché coincide con la raccolta del sorgo. E quindi un tempo di abbondanza. Quest’anno non sarà così per l’imprevedibilità delle piogge che hanno reso difficile la coltivazione. Vasta parte del territorio è stata anche colpita dall’alluvione e parte della popolazione è sfollata verso le cittadine in cerca di rifugio e cibo. Il Natale rimane comunque molto importante nella vita delle nostre comunità cristiane. È un tempo di catechesi piuttosto intensa e di preparazione ai sacramenti. I giovani si incontrano più di frequente soprattutto nei cori delle loro parrocchie e cappelle. Il nostro percorso di Avvento sarà anche marcato dal cammino della sinodalità che vuole coinvolgere le parrocchie e gli agenti pastorali e raccogliere il loro contributo in vista del sinodo diocesano che si celebrerà con l’assemblea pastorale nei primi mesi del prossimo anno». 

Qual è in questo momento la situazione sociale e politica?
«La situazione sociale e politica rimane molto delicata. Il governo di transizione e unità nazionale regge ed è abbastanza forte. Ma ci sono ancora gruppi armati i cui leader non hanno firmato l’accordo. L’iniziativa della Comunità di Sant’Egidio di coinvolgere questi gruppi in un dialogo di pace vive vicende alterne: ultimamente il governo ha rifiutato di continuare il dialogo accusando alcuni gruppi di usare questo forum per prendere tempo e riorganizzarsi contro il governo piuttosto che trovare comunione. Tuttavia la popolazione ha un grande desiderio di tranquillità e ripresa economica che permetta loro di vivere più dignitosamente. Siamo coscienti di quanto la pace sia un cammino, e non solo un traguardo. Molta gente si è già incamminata in questa direzione e non importa quali ostacoli si incontreranno, non tornerà indietro né perderà la direzione. Questi sono i nostri cristiani con cui facciamo Chiesa, guardiamo alla realtà con fede e apriamo un cammino».

Giovani al centro della terza puntata della nostra inchiesta
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Proprio dell’esperienza dei giovani nelle nostre comunità cristiane, specie dopo la cesura rappresentata dalla pandemia da Covid-19, si parlerà nella terza puntata dell’inchiesta che La Difesa sta affrontando sulla parrocchia, la sua vitalità e la sua capacità di generare alla fede oggi, che verrà pubblicata nel prossimo numero, quello di domenica 18 dicembre.

Il viaggio

Papa Francesco si appresta quindi a “recuperare” il viaggio in Congo e Sud Sudan saltato lo scorso luglio per non aggravare le condizioni del ginocchio che lo costringe in sedia a rotelle. Fra il 31 gennaio e il 5 febbraio, Bergoglio pronuncerà dieci discorsi, due omelie e presiederà un Angelus nei due Paesi africani. In Sud Sudan il papa arriverà il 3 febbraio con l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e il moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia, Rowan Williams. Tra i momenti più attesi, l’incontro con gli sfollati interni e la messa di domenica 5 nella capitale Giuba.

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