La Pasqua del Papa inizia dai giovani in carcere

Dopo 10 anni, il pontefice torna nell'istituto minorile di Casal del Marmo, dove domani laverà i piedi a 12 ragazzi detenuti, di diverse nazionalità, “nel segno solidale della fratellanza, un invito a dir loro che 'siamo fratelli', con l’incoraggiamento a riprendere in mano la bellezza della loro vita”

La Pasqua del Papa inizia dai giovani in carcere

Parte di nuovo dal carcere, il triduo pasquale del pontefice. Parte con quei “detenuti rifiutati, persone catalogate come problema”, a cui ha rivolto il pensiero durante l'omelia della Domenica delle Palme. Giovedì, celebrerà la Coena Domini come sempre in carcere: domani, dopo 10 anni, tornerà nell'istituto per minori di Casal del Marmo, dove si inginocchierà e laverà i piedi a 12 giovani detenuti.

“La scelta del Pontefice di vivere il Giovedì Santo tra i giovani di Casal del Marmo ha il sapore della prossimità per sensibilizzare la società, le istituzioni e la politica, con l’intento di orientare le coscienze verso risposte concrete di alleanze educative, perché, spesso, i giovani hanno a disposizione modelli sbagliati”, commenta don Raffaele Grimaldi, dell'Ispettorato dei Cappellani delle carceri d’Italia. “Papa Francesco – aggiunge - vuole ripetere un gesto di profonda umanità, carità e vicinanza in un carcere di Roma e ha scelto l’Istituto di Casal del Marmo per incontrare i ragazzi, giovani bisognosi di affetto, di tenerezza e di ascolto. Mi viene in mente l’immagine affettuosa del nonno che va ad abbracciare i suoi nipotini - senza mancare di rispetto al Santo Padre - che gridano il loro dolore e sanno di non di essere giudicati per i loro errori, ma per offrirgli l’incoraggiamento e l’invito a non perdere mai la speranza. Si inginocchierà davanti a loro, nel gesto di chiedere scusa a nome di una parte di società che li ha illusi, sedotti e poi abbandonati. Laverà i piedi ai 12 giovani di diverse nazionalità nel segno solidale della fratellanza, un invito a dir loro che 'siamo fratelli', con l’incoraggiamento a riprendere in mano la bellezza della loro vita. Come un padre amorevole, Papa Francesco si inginocchierà davanti ai giovani reclusi per lanciare un appello alle istituzioni a non abbandonare questi ragazzi fragili che molte volte sono soli, abbandonati, smarriti e disorientati, senza punti di riferimento. Non hanno il calore delle loro famiglie, sono schiacciati dagli errori commessi e portano nel cuore il grido della sofferenza e della rabbia”.

Ancora, “Papa Francesco asciugherà i piedi bagnati dei ragazzi con la tovaglia della misericordia – spiega ancora don Grimaldi - come gesto solidale di una umanità che non giudica, non condanna, non innalza muri di difesa e di esclusione. Il vero obiettivo della giustizia non è quello di punire e reprimere, ma l’invito a chi ha sbagliato di ricostruire legami spezzati. È necessario aiutare i ragazzi sbandati e soli ad incarnare una giustizia riparativa, che metta al centro il dolore e la sofferenza della vittima. Papa Francesco, inginocchiato davanti ai giovani reclusi, bacerà i loro piedi così come ha fatto Gesù; il bacio non è quello di chi tradisce, al contrario, è il bacio della tenerezza di Dio dell’accoglienza; è il bacio amico di chi vuole rialzare i giovani caduti nella rete del male.

La scelta del Pontefice di vivere il Giovedì Santo tra i giovani di Casal del Marmo ha il sapore della prossimità per sensibilizzare la società, le Istituzioni e la politica con l’intento di orientare le coscienze verso risposte concrete di alleanze educative. L’attenzione al disagio giovanile deve trovare risposte negli strumenti di prevenzione e discernimento perché, spesso, i giovani hanno a disposizione modelli sbagliati”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)