Chiesa missionaria? Avanti tutta. L'occasione di confronto a partire dai Lineamenti

Occasione di confronto a partire dai Lineamenti, il testo che raccoglie i risultati finora raggiunti dal cammino sinodale e propone alcune traiettorie pratiche. Prima assemblea sinodale delle Chiese in Italia Si tiene a Roma, nella basilica di San Paolo fuori le mura, dal 15 al 18 novembre. Tra i 1.200 partecipanti c’è anche una delegazione di Padova guidata dal vescovo Claudio

Chiesa missionaria? Avanti tutta. L'occasione di confronto a partire dai Lineamenti

«Non nasce a tavolino ma è veramente un esercizio dove si è tentato di coinvolgere, ascoltare e soprattutto non far cadere nulla di quello che le Chiese locali, che sono le vere protagoniste di questo cammino sinodale, hanno rilanciato». Così mons. Valentino Bulgarelli – direttore dell’Ufficio catechistico nazionale, sottosegretario della Cei e segretario del Comitato nazionale del cammino sinodale – presenta la prima assemblea sinodale delle Chiese in Italia che si svolge dal 15 al 17 novembre. «Credo importante rimarcare due cose. La prima: è figlia di un percorso lungo avviato nel 2021, che ha avuto una fase di ascolto e di discernimento. Questo ha prodotto temi, idee, proposte che confluiscono in questa prima assemblea in previsione della seconda (31 marzo-4 aprile 2025). Il secondo elemento è che la prima assemblea si tiene in un contesto molto suggestivo: la basilica di San Paolo fuori le mura. Suggestivo per due motivi: il primo è che saremo sulla tomba di Paolo, quindi l’evangelizzatore insieme con Pietro dell’inizio dell’esperienza delle comunità cristiane e in seconda istanza però è anche il luogo nel quale Giovanni XXIII nel 1959 convocò il Concilio Vaticano II. Altro elemento sempre legato al luogo: essere all’interno della basilica ci ricorda che qualunque esperienza sinodale ha un riferimento liturgico e quindi la celebrazione della prima assemblea avviene in un clima di preghiera, riflessione e ascolto, come vorrebbe papa Francesco, dello Spirito Santo».

Quali sono i grandi temi al centro dell’assemblea?
«Nell’ultimo Consiglio episcopale permanente di settembre scorso i vescovi hanno approvato i Lineamenti. Sono la raccolta di quanto è stato ascoltato e contiene un discernimento su quelle che sono le questioni aperte. La prima, che è il grande orizzonte, è questa: una Chiesa che riscopra la voglia, o che comunque consolidi o rilanci, il tema missionario, che è il suo fine, come ricorda Lumen Gentium, cioè la capacità di fare la proposta del Vangelo a ogni uomo e a ogni donna. E questo nucleo viene coniugato e declinato con il desiderio emerso dall’ascolto di una Chiesa che sia prossima, cioè più vicina alle persone, al loro quotidiano con tutto ciò che comporta. Il tema, quindi, dell’incarnare la proposta cristiana nella vita quotidiana di tutti i giorni. Per fare questo – secondo tema – è chiaro che serve anche dare una forma alla vita cristiana: tutto la questione formativa che va a toccare l’orizzonte di quelli che possono essere i cosiddetti “dispositivi” per aiutare le persone a coniugare il Vangelo con la propria vita. E infine, terzo, l’esercizio della corresponsabilità, non solo all’interno della comunità cristiana, che però diventa anche, essa stessa, già strumento di missione».

Quali sono le vostre attese?
«È un tentativo di costruire insieme possibili decisioni, quindi sicuramente maturano ancora di più delle proposte, anche concrete, che però vengono poi consegnate ai vescovi dopo la seconda assemblea sinodale, perché loro possano esercitare la loro collegialità, ma anche quel discernimento che è proprio dell’ordine episcopale. Si tratta, quindi, anche provare a dare un’agenda di alcune cose che è già possibile fare, di alcune cose che forse vanno pensate meglio, ma anche di cose che forse richiederanno un po’ più di tempo con studio, elaborazione e discernimento».

Qual è l’iter della prima assemblea?
«Il punto forte di questo appuntamento è il sabato dove 110 tavoli sono chiamati a lavorare su alcuni temi che sono stati ricavati dai Lineamenti. Qui ci attendiamo che emerga la forza di aver tentato di scrivere insieme uno strumento di lavoro che, dopo la prima assemblea e dopo gli opportuni passaggi con tutti gli organismi della Conferenza episcopale italiana, come prevede il regolamento delle assemblee sinodali, verranno riconsegnate e restituite alle Chiese locali. Per cui ci saranno ancora tre mesi di tempo in cui le Diocesi potranno perfezionare, approfondire, arricchire quanto emerso in questa prima assemblea e diventerà tutto materiale che verrà portato nella seconda assemblea».

Come mai, anche nell’ambito dell’assemblea sinodale in corso questo fine settimana, si prega per le vittime degli abusi?
«C’è una concomitanza, perché il 18 novembre è la Giornata di preghiera per le vittime di abusi. Dal mio punto di vista significa una Chiesa che è impegnata a ritessere anche un filo e un clima di fiducia con gli uomini e le donne di oggi. E quindi riuscire anche riconoscere alcune situazioni vuol dire procedere e soprattutto crescere nella consapevolezza di ciò che la Chiesa è, quella comunità chiamata da Dio a essere mediatrice e creare delle connessioni perché Dio possa incontrare in ogni tempo la sua creatura».

Lineamenti

I testo si apre con una lunga premessa che ripercorre le fasi “narrativa” e “sapienziale”, presentando i primi frutti della “fase profetica”, alla luce della visione ecclesiologica del Vaticano II e della ricezione delle prospettive conciliari da parte del magistero petrino e delle Chiese in Italia. «I capitoli si articolano attorno a tre nuclei – si legge in una nota della Cei – il rinnovamento della mentalità ecclesiale e delle prassi pastorali; la formazione alla fede e alla vita; la corresponsabilità. Il tutto nell’orizzonte missionario, nello stile della prossimità». Il documento traccia le condizioni di possibilità perché «le comunità ecclesiali siano più snelle, più missionarie e più accoglienti».

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