Madonna Pellegrina, la chiesa che esprime il grazie dei padovani
Domenica 31 gennaio 1943: la guerra entrava nella sua fase più distruttiva. Il vescovo di Padova Carlo Agostini, a nome della cittadinanza, fece voto di erigere una chiesa dedicata al Cuore immacolato di Maria per chiedere, attraverso la sua mediazione, la protezione del Signore. Prendeva così il via il cantiere di quello che sarebbe diventato il santuario della Madonna Pellegrina.
L’8 dicembre 1948, mentre veniva indetta la Peregrinatio Mariae nella diocesi, venne anche benedetta la prima pietra di questo santuario mariano che diverrà cuore di una nuova parrocchia, eretta il 18 giugno 1949, e ospiterà la statua della Madonna Pellegrina al termine del suo Cammino, nella festa dell’Immacolata del 1950.
«Il pellegrinare di questa Madre universale – scrive Ugo Suman, lo scrittore scomparso a inizio 2019 che abitava alla Madonna Pellegrina – nel labirinto delle nostre strade campestri, che la portavano di paese in paese a incontrare i suoi figli dopo la burrasca della guerra, era profondamente sentito dai fedeli. Erano in molti quelli che sentivano di dovere alla sua materna protezione la salvezza personale e di qualche loro congiunto dai molteplici pericoli dell’ultimo conflitto, e che speravano di ottenere dalla Regina della pace l’aiuto e il sostegno necessario per affrontare l’incerto avvenire».
Il corteo con la statua arrivò in parrocchia, reduce dalle grandi celebrazioni del Santo, all’imbrunire, accolta dai lumini tremolanti sui balconi che sapevano ancora di sfida dopo i lunghi mesi di oscuramento: «Seguirono giorni di intensa spiritualità, dentro i quali trovarono la pace anche certi screzi tra le persone, di opposta idealità, che avevano lasciato rimasugli d’odio, non ancora disperso dal tempo».
Le comunità pellegrine alla loro Madonna
Il passaggio della Madonna fu accolto dalle parrocchie padovane con un fervore irripetibile e ora perfino poco comprensibile: per molti anni la chiesa della Madonna Pellegrina ha ricevuto la “restituzione” delle comunità che ricambiavano la visita della Madre e ancora oggi, come testimonia anche il nuovo parroco mons Umberto Sordo, soprattutto alla domenica pomeriggio e alla sera la chiesa vede prevalere sui parrocchiani i devoti della città che frequentano questo santuario cittadino per le messe (alle 16, alle 19 e alle 21) e le confessioni. Ogni anno viene poi celebrato, l’ultima domenica di gennaio, il voto mariano.
I settant'anni della parrocchia e i cinquanta del patronato
Quest’anno verrà ricordato il settantesimo dell’erezione della parrocchia dando particolare solennità alla processione conclusiva del mese di maggio e alla festa comunitaria, che cade attorno alla data del 18 giugno.
«Fare memoria del nostro passato – commenta mons. Sordo – ha senso nella misura in cui aiuta a pensare meglio il presente e il futuro, allo stesso modo in cui dalle macerie della guerra appena passata e dei rancori non ancora sotterrati la Madonna indicava la strada del perdono e della riconciliazione degli animi nella fraternità umana e cristiana come unica strada possibile verso il futuro».
Domenica 3 marzo la parrocchia della Madonna Pellegrina ha intanto ricordato un altro anniversario importante: il 50° della inaugurazione del patronato, avvenuta il 31 maggio 1969.
In questa occasione è stata scoperta una lapide in ricordo di mons. Angelo Rigoni, parroco dal 1965 al 1992, in corrispondenza dell’anniversario della sua morte.
La festa è stata un’occasione per ripensare a com’era la parrocchia cinquant’anni fa e a come si è trasformata oggi. Il parroco di allora esprimeva le sue preoccupazioni per la rapida trasformazione del territorio rurale in urbano, con l’arrivo di nuove famiglie provenienti «da ogni quartiere della città e da ogni parte d’Italia», che dovevano essere accolte dai vecchi parrocchiani, e un continuo trasferimento di nuclei familiari.
Una “comunità in movimento”, in continua evoluzione alla ricerca della sua identità. Ieri, come oggi.