Le opere d'arte di Asiago
La chiesa arcipretale di Asiago, intitolata a San Matteo apostolo, conserva una pala d’altare del primo quarto del 16° secolo firmata da Francesco da Ponte il vecchio detto il Bassano che rappresenta la Vergine Maria con il Bambino in trono circondata da san Matteo e san Giovanni Evangelista.
Alla mano del figlio di Jacopo, Francesco da Ponte il giovane, si deve la pala di Sant’Antonio abate con i santi Vito, Modesto e Crescenzia, Giustina, Lucia e Rocco.
La chiesa arcipretale di Asiago, intitolata a San Matteo apostolo, conserva una pala d’altare del primo quarto del 16° secolo firmata da Francesco da Ponte il vecchio detto il Bassano, capostipite di una celebre famiglia di pittori tra cui si annoverano il figlio Jacopo e i nipoti Gerolamo e Leandro.
Il dipinto rappresenta la Vergine Maria con il Bambino in trono circondata da san Matteo e san Giovanni Evangelista. La Madonna siede sotto un padiglione voltato a botte, che ricorda stilemi rinascimentali propri di Piero della Francesca, completamente aperto sul paesaggio circostante in cui si possono riconoscere i dolci profili delle colline venete.
In alto, due angioletti reggono un drappo d’onore mentre un terzo suona il liuto seduto sui gradini del trono. San Matteo reca in mano il vangelo da lui scritto, mentre san Giovanni porta un calice da cui fuoriesce un serpente. Questi attributi provengono dai vangeli apocrifi in cui si narra che Giovanni, costretto a bere un veleno per non aver sacrificato agli dei, benedisse il calice da cui uscì, appunto, il rettile.
L’opera subì un intervento di restauro alla fine della prima guerra mondiale e nel giugno del 1932 fu collocata in duomo dietro l’altare maggiore.
Il figlio di Jacopo, Francesco da Ponte il giovane, realizzò, tra il 1575 e il 1580, la pala conservata all’ingresso della cappella invernale raffigurante Sant’Antonio abate con i santi Vito, Modesto e Crescenzia, Giustina, Lucia e Rocco che, in vesti di pellegrino, siede ai piedi del santo. Il dipinto risente di un vivace e raffinato cromatismo come nella tradizione di questo artista.
Proviene invece dalla bottega di intagliatori di Ortisei e porta la firma di Giuseppe Rifesser la statua in legno dipinto e dorato con Maria e il Bambino posta sull’altare della Madonna del Carmine. Risale al 1922.