Vicariato di Thiene: comuni e parrocchie dicono no alle slot machines
I sei comuni e le 17 parrocchie del vicariato insieme a sostegno della proposta di legge della Scuola delle buone pratiche. Dopo le messe già raccolte quasi 1.600 firme.
Sono state 1.578 le firme raccolte domenica scorsa dopo le messe nelle parrocchie del vicariato di Thiene a sostegno della proposta di legge per la regolamentazione del gioco d’azzardo avanzata da Legautonomie e Terre di mezzo, unite nella Scuola delle buone pratiche e fatta propria dai comuni del vicariato (Zanè, Zugliano, Lugo di Vicenza, Calvene, Fara Vicentino e Thiene). Ottimi dunque i risultati forniti ancora una volta dalla collaborazione tra municipi e sagrati, già testata per la campagna “Liberaladomenica”, che hanno trovato nel vicariato la dimensione ottimale d’impegno. E domenica 2 marzo sarà possibile firmare ancora a Zugliano e Grumolo dopo la messa delle 10.30, a Centrale dopo quella delle 10 e al patronato San Gaetano a Thiene.
«Siamo molto soddisfatti per la risposta della gente – commenta il sindaco di Thiene Gianni Casarotto che ha raccolto di persona le firme alla Madonna dell’Olmo – La strategia di coinvolgere le parrocchie si è confermata proficua anche questa volta, l’importante adesso è dare continuità al progetto, per questo stiamo collaborando con alcuni parlamentari vicentini perché una volta approdata a Roma la proposta di legge non venga accantonata». Sulla stessa linea d’onda il vicario foraneo, don Antonio Guarise, che aveva afermato senza mezzi termini l’importanza di «prendere una posizione ferma contro il gioco in denaro privo di contenuti etici». La «sensibilità spiccata dei thienesi per tempi sociali importanti come questo si è riconfermata», ha sottolineato don Guarise, apprezzando la collaborazione con i comuni concretizzata dalla presenza di consiglieri e assessori fuori dalle chiese.
La proposta di legge Ma in che cosa consiste la proposta di legge che i cittadini possono sostenere firmando nei comuni fino al 9 marzo? I punti nodali dei 21 articoli hanno come obiettivo: più potere ai sindaci sull’apertura di sale o l’installazione di apparecchi da gioco; la tracciabilità del flusso di denaro attraverso conti correnti appositi; la possibilità di giocare solo in sale autorizzate con legge apposita entro due anni; l’applicazione della normativa antimafia con l’obbligo di dichiarare il nome del titolare; l’istituzione di un fondo per la cura dei giocatori patologici con l’1 per cento del fatturato complessivo del gioco d’azzardo; la protezione dei minori.
Il fenomeno Il tema è caldissimo, tanto che il senatore a cinque stelle Giovanni Endrizzi lunedì ha negato la fiducia al governo Renzi proprio ricordando l’emendamento “punitivo” nei confronti dei sindaci oppositori delle slot machine bloccato in extremis nella legge di stabilità. Lo stato però non pare voler rinunciare facilmente ai quasi 100 miliardi di entrate che incassa dalle puntate tra slot, lotto, superenalotto, gratta e vinci, giochi on line, video lottery e tutto il resto. Il fenomeno oggi ha numeri imponenti: sarebbero addirittura 790 mila i giocatori “problematici” in Italia (il due per cento della popolazione). Soggetti spesso deboli, resi ancor più vulnerabili dalla crisi, che finiscono per rovinarsi giocando. L’ipocrisia di uno stato, che dopo essere passato alla cassa garantisce a queste persone i livelli essenziali di assistenza (Lea), è sotto gli occhi di tutti.
I dettagli Sono state 156 le firme raccolte a San Sebastiano (17 di non thienesi), 374 all’Olmo (146 non thienesi), 271 al Duomo (57), 93 a San Vincenzo (18), 133 in Conca (9), 173 tra Santo e Rozzampia (3) e poi 115 a Calvene, 120 a Lugo e 125 a Zanè (a Fara si firma in biblioteca). «Sono ottimi numeri – commenta Giorgio Busin, delegato in consiglio pastorale diocesano per il vicariato – Ora attendiamo di sapere l’esito della raccolta in modo da vedere i risultati del nostro impegno».