I funerali di padre Jacques: "Siamo feriti, ma non annientati"
Migliaia di persone hanno partecipato, nella cattedrale di Rouen, ai funerali del sacerdote di 86 anni sgozzato, una settimana fa, dai terroristi mentre celebrava la Messa. L'appello dell’arcivescovo di Rouen Dominique Lebrun: "Vi invitiamo a visitare una chiesa nei prossimi giorni, per dire no al veder violato un luogo santo, per affermare che la violenza non avrà il sopravvento nel vostro cuore, per chiedere la grazia a Dio".
“Per te Jacques, la resurrezione di Gesù non è una lezione di catechismo, è una realtà, una realtà per il nostro cuore, per il segreto del cuore, una realtà che, allo stesso tempo, va condivisa con gli altri. E Dio sa che di fronte alla realtà della tua morte così brutale, ingiusta e orribile, è necessario toccare il fondo dei nostri cuori per trovare la luce”.
Così oggi l’arcivescovo di Rouen Dominique Lebrun, nell’omelia per i funerali di padre Jacques Hamel. Migliaia di persone hanno partecipato, nella cattedrale di Rouen, ai funerali del sacerdote di 86 anni sgozzato, una settimana fa, dai terroristi mentre celebrava la Messa.
Era presente anche l’arcivescovo di Marsiglia, monsignor Georges Pontier, presidente della Conferenza episcopale di Francia. La delegazione dei politici era guidata dal ministro degli Interni, Bernard Cazeneuve.
Monsignor Lebrun ha rivolto un invito: “Cerchiamo di essere semplici e fedeli a noi stessi. È nel nostro cuore, nel segreto del nostro cuore, che dobbiamo dire sì o no a Gesù, sì o no alla sua via di verità e pace, sì o non alla vittoria dell’amore sull’odio, sì o no alla sua resurrezione”.
“La morte di Jacques Hamel – ha proseguito il presule – reclama un sì deciso, non un sì tiepido. Un sì alla vita, come il sì di Jacques alla sua ordinazione. È possibile? A ciascuno la propria risposta. Dio non ci costringe, Dio è paziente e misericordioso, anche quando io, Dominique, ho detto di no all’amore, anche quando ho detto a Dio “arrivo dopo”, anche quando l’ho dimenticato, Dio mi aspetta, perché è infinita misericordia”.
Ma, si è domandato, “oggi il mondo può ancora attendere la catena dell’amore che sostituirà la catena d’odio?”.
E rivolgendosi direttamente a chi porta la morte, ha proseguito: “Voi che siete tormentati dalla violenza diabolica, voi che la follia demoniaca porta a uccidere, lasciate che il vostro cuore, che Dio ha modellato per l’amore, prenda il sopravvento. Ricordiamoci di nostra madre che ci ha dato la vita, pregate Dio di liberarvi dalle grinfie del demonio. Noi preghiamo per voi, noi preghiamo Gesù ‘che ha guarito coloro che erano sotto il potere del male’”.
“Noi siamo feriti, costernati, ma non annientati”.
“Mi rivolgo a voi, battezzati nella nostra Chiesa cattolica, soprattutto se non venite spesso in chiesa, se avete dimenticato la strada – ha proseguito il presule - Con monsignor Pontier, presidente della Conferenza episcopale francese al mio fianco vi lancio un appello semplice, come un primo passo, semplice come la vita di padre Jacques".
"Per ricordare padre Hamel vi invitiamo a visitare una chiesa nei prossimi giorni, per dire no al veder violato un luogo santo, per affermare che la violenza non avrà il sopravvento nel vostro cuore, per chiedere la grazia a Dio. Vi invitiamo ad accendere una candela in chiesa, un segno di resurrezione, di raccogliervi e aprire il vostro cuore a ciò che è più profondo, se potete pregate, supplicate. Il 15 agosto sarà un giorno adatto: la Vergine Maria ci accoglierà con tenerezza, ricordiamoci di nostra Madre”.