«Coraggio, alzati, ti chiama!». Lo stemma del nuovo vescovo
Padova e Mantova caratterizzano lo scudo diviso nelle due metà di colore rosso (colore della carità, dell’amore e del sangue) e argento, simbolo di trasparenza, scelto dal vescovo Claudio Cipolla. Nella brocca un chiaro riferimento a san Prosdocimo, primo vescovo di Padova, battezzatore ed evangelizzatore delle genti venete. L'incontro tra Gesù e Bartimeo al centro del motto.
Le parole scelte da mons. Claudio Cipolla per il suo motto episcopale si rifanno al vangelo di Marco, laddove l’evangelista narra dell’incontro tra Gesù e il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, che sedeva lungo la strada a mendicare. Al passaggio di Gesù costui grida a gran voce affinché il Maestro gli ridoni la vista, e quando Gesù chiede che gli sia portato davanti, quanti gli stanno appresso lo esortano ad alzarsi: ”Coraggio, alzati, ti chiama!”.
Lo stemma presenta uno scudo diviso in due campiture, la prima di colore rosso e la seconda d’argento. Il rosso è il colore della carità, dell’amore e del sangue: l’amore intenso e assoluto del Padre che invia il Figlio a versare il proprio sangue per noi tutti privilegiando i più bisognosi, i cosiddetti ultimi, i poveri e gli emarginati dalle realtà opulente che poco si curano di chi sta ai margini della società. L’argento in araldica è il simbolo della trasparenza, quindi della verità e della giustizia, doti indispensabili a sostegno dello zelo pastorale del vescovo.
La brocca che appare nella prima campitura è un chiaro riferimento a san Prosdocimo, primo vescovo e patrono della diocesi di Padova; infatti, Prosdocimo è considerato il primo evangelizzatore dell’area veneta e, nell’iconografia classica, viene spesso rappresentato con le insegne vescovili e con una brocca nella destra a sottolineare la sua infaticabile attività di battezzatore dei primi cristiani di questa parte d’Italia. La seconda parte dello scudo è caratterizzata da un “seminato” (termine araldico per indicare un settore dello scudo ricoperto da una ripetizione casuale della stessa figura) di gocce rosse per ricordare la diocesi di Mantova. La tradizione vuole infatti che i Sacri Vasi, insigni reliquiari custoditi nella chiesa di Sant’Andrea a Mantova, conservino al proprio interno frammenti di terra intrisi del sangue di Cristo che Longino, il soldato che dai piedi della croce sferrò il colpo di lancia nel costato di Gesù, raccolse e portò con sé a Mantova dove, si dice, morì. La reliquia viene portata in processione solenne dal vescovo di Mantova il venerdì santo.