Altri cinque centri antiviolenza per le donne venete
Daranno accoglienza a donne vittime di maltrattamento, soprusi e violenze e ai loro figli. La rete veneta delle strutture attivate passa così da 15 a 20 centri antiviolenza, 9 case rifugio e 12 centri di secondo livello, per un totale di 41 centri. Due nel Padovano, a Cittadella e Piove di Sacco.
Nascono in Veneto altri cinque centri antiviolenza, per dare accoglienza a donne vittime di maltrattamento, soprusi e violenze e ai loro figli.
Nella mappa dei centri già riconosciuti si aggiungono quello di Cittadella e di Piove di Sacco per la provincia di Padova, il centro di Castelfranco veneto, Montebelluna e Vittorio Veneto in provincia di Treviso.
La rete veneta delle strutture attivate passa così da 15 a 20 centri antiviolenza, 9 case rifugio e 12 centri di secondo livello, per un totale di 41 centri.
Nel primo biennio di applicazione della legge per la prevenzione della violenza contro le donne in Veneto è stato offerto ascolto telefonico a 6mila persone, sono state incontrate in colloqui di prima accoglienza 1.821 donne, ospitate 50 (di cui 36 insieme ai loro figli) nelle case rifugio e accompagnate in percorsi di reinserimento 77 (di cui 41 con figli minori).
“Siamo in prima fila nel contrastare il fenomeno della violenza contro le donne – commenta l’assessore regionale alle Politiche sociali Manuela Lanzarin – e nel promuovere, d’intesa con associazionismo, volontariato, enti locali e aziende sanitarie, una rete di centri e strutture che danno accoglienza e supporto alle vittime e ai loro figli, testimoni di violenze".
Per il biennio 2016-2017 la Regione ha confermato l’impegno finanziario complessivo di 800 mila euro per sostenere le spese di funzionamento dei centri.
“Restiamo in attesa del finanziamento che lo Stato ha promesso al Veneto – conclude Lanzarin – per dare continuità alle iniziative di accoglienza, protezione e recupero attivati nelle sette province venete”.
