Una nuova "casa" per gli ortodossi rumeni di Abano
Ad Abano Terme, da alcune settimane è attiva la prima chiesa ortodossa rumena costruita ex novo in provincia di Padova. La "casa" di una comunità giovane e in forte crescita. Tanto che ora si pensa alla costruzione di un piccolo centro parrocchiale. Ecco le parole del parroco, padre Costel Calanciuc.
Da qualche mese transitando lungo la circonvallazione di Abano Terme salta all’occhio una chiesa di legno che – bisogna ammetterlo – si integra molto bene con lo sfondo dei colli Euganei che le fa da quinta. Si tratta della nuova casa della parrocchia ortodossa rumena della cittadina aponense e ha la particolarità di essere il primo edificio del suo genere a essere innalzato nella nostra provincia. Le altre chiese ortodosse rumene, a Loreggia, Limena, Mestrino, Este e tre a Padova, sono infatti ospitate in ex chiese cattoliche o in ambienti in precedenza del tutto estranei al culto.
Era, quest’ultimo, il caso anche della parrocchia di Abano, voluta da Siluan Span, vescovo dell’eparchia (cioè della diocesi) ortodossa rumena d'Italia nel giugno del 2014. Divenuta il riferimento di un gran numero di fedeli provenienti anche dai comuni limitrofi, ben presto la comunità avvertì forte il desiderio di spazi più ampi, magari dotati di un parcheggio tale per cui “messa” non dovesse più fare rima con “multa”.
«Volevamo soprattutto una chiesa vera, un luogo che fin dal principio fosse consacrato a Dio» spiega il parroco, padre Costel Calanciuc.
Quell’auspicio è divenuto realtà in tempi sorprendentemente brevi. Acquistato un terreno dal comune nel febbraio del 2016 ed eseguiti subito alcuni interventi, posata la prima pietra o, meglio, il primo tronco nel giorno d’Ognissanti, il 24 dicembre i lavori erano sostanzialmente conclusi, tanto che il 25 fu possibile celebrare la prima messa.
«Impresa e legno sono venuti dalla Romania – prosegue padre Calanciuc – ma non si sarebbe mai potuto procedere così speditamente se non fosse stato per la sollecitudine di decine e decine di volontari».
I fedeli, infatti, non solo si sono accollati buona parte delle spese per terreno e materiali ma hanno anche messo a disposizione braccia e sudore. «Dal punto vista economico possiamo contare solo sulle nostre forze. Non riceviamo nessun contributo, in attesa che anche la nostra chiesa venga ammessa tra i beneficiari dell’8 per mille, come chiedono i sei-settecento mila rumeni ortodossi residenti in Italia».
Nei prossimi mesi l’interno della chiesa verrà decorato con numerose icone e completato negli arredi. Si vorrebbe costruire anche un centro parrocchiale che, per quanto piccolo, possa soddisfare le esigenze quotidiane di una comunità che, grazie alla nuova chiesa, si è ulteriormente ingrandita. «A messa vedo il cinquanta per cento di persone in più, segno che c’era davvero voglia di partecipare alla funzione in una chiesa “normale”. La nostra comunità sta crescendo nella generosità e nei rapporti umani. I fedeli sono per lo più giovani famiglie con figli, con uno zoccolo duro di un centinaio di nuclei, ci servono spazi per il catechismo ma anche solo per ritrovarci in convivialità».
Padre Calanciuc racconta che nelle scorse settimane la nuova chiesa è stata visitata dall’abate di monte Rua: «Abbiamo parlato a lungo ed è stato bello vedere quanto la nostra fede sia vicina».