Progetti in calo per il Fondo di solidarietà: parrocchie e sociale si attivino
Quinto anno di esperienza per il fondo straordinario di solidarietà, il progetto voluto dalla diocesi di Padova per sostenere quanti sono in situazione di disoccupazione e aiutarli a reinserirsi nel mondo del lavoro. «C’è ancora tanta necessità – sottolinea suor Francesca Fiorese, membro dell’équipe diocesana che segue i volontari – quindi il fondo da straordinario sta diventando ordinario. È vero che ci sono segnali di una ripresa generale dell’economia, ma non sul fronte occupazionale. Per questo c’è necessità di progetti come il fondo che favoriscano il reinserimento».
Il fondo è supportato da 11 sportelli attivi sul territorio diocesano (Thiene-Asiago, Romano d’Ezzelino, Arsego, Cittadella, Levada-Piombino Dese, Vigonza, Piove di Sacco, Monselice, Montagnana-Este, Rubano, Arcella e Guizza), curati da una squadra di 60 volontari.
«Sono orecchie e braccia attente nel territorio che con spirito bello e appassionato affrontano un servizio che è davvero impegnativo – aggiunge suor Francesca – Seguono non solo gli aspetti legati alla persona che si deve ascoltare, ma tengono e attivano contatti con amministrazioni locali, associazioni, mondo del sociale. Questo è lo spirito del progetto. Questa è l’immagine di chiesa che ne traspare: non assistenzialistica, ma sussidiaria, che promuove l’uomo facendolo attivare da sé, partendo da situazioni di stasi, anche relazionale. È un progetto che è capace di intessere relazioni con il mondo civile in modo strutturato e sempre diverso e più ampio».
I partner del progetto per l’area di Padova sono fondazione Cariparo, Camera di commercio, comune di Padova e provincia di Padova.
«La diocesi – spiega Roberto Bonato, referente del progetto per Caritas diocesana – ha cercato di coinvolgere un gruppo di banche del territorio diocesano fuori provincia di Padova (che conta quasi 250 mila persone), la Cariverona ha aderito con una disponibilità di 100 mila euro e da altre banche si sta ancora attendendo risposta».
Rispetto alle edizioni precedenti il fondo rivela delle novità, in positivo e in negativo.
«Notiamo una collaborazione migliorata con comuni e assistenti sociali, anche a Padova – sottolinea Bonato – Il fondo diventa sempre più una presenza attiva e dialogante nel territorio. Però è in calo la produzione dei progetti da parte del sociale e delle parrocchie, che corrisponde a circa un 15 per cento in meno di voucher e borse lavoro. A questo si aggiunge la non attivazione, per ora, dei tre progetti di utilità sociale con Etra e dei due per il progetto Padova sud, sovvenzionati dalla regione Veneto. L’anno scorso vi avevano trovato impiego oltre 450 persone».
Tra le novità del fondo anche un bonus alle aziende che aderisco ai progetti “Dote lavoro”.
«Le aziende che si impegnano ad assumere una persona con contratto di lavoro normale, ovviamente sempre a termine però da minimo 6 mesi, hanno un bonus di 250 euro al mese. Se il contratto supera l’anno o i 18 mesi o è a tempo indeterminato si arriva anche a 3.500 euro. L’anno scorso abbiamo superato i 40 progetti su Padova. Un risultato davvero interessante».
Altro elemento che emerge è la sostituzione di persone dentro ai progetti. «Questo ci dice che trovano un’alternativa interessante ed è conferma di un certo movimento anche nel mondo del lavoro».
Da fine maggio fino al 22 novembre 2015 le opportunità di lavoro avviate tramite il fondo sono state in totale 653.
«La spesa dei progetti – aggiunge il referente Caritas – è di 1,977 milioni di euro e il contributo del fondo è di 1,219 milioni di euro, circa il 61 per cento. I progetti in convenzione sono 123, le doti lavoro 200, i voucher 295, le doti 30 e i corsi di formazione 5. Complessivamente i voucher sono scesi sotto il 50 per cento sia di numero che di importi. Quello che ci auguriamo è che si possano potenziare i progetti da parte di parrocchie e sociale».