"Poveri ma liberi", l'impegno di Medici con l'Africa Cuamm nel nome di don Luigi Mazzucato
Il ricordo di don Luigi Mazzucato da parte di don Dante Carraro, attuale direttore di Medici con l'Africa Cuamm, che ha condiviso a fianco di don Luigi 21 anni di vita, prima come direttore del collegio universitario e poi alla guida dell'ong di via San Francesco. "Poveri, ma liberi" è sempre stata la regola di don Mazzucato che ancora oggi ispira il Cuamm e ne fonda l'esistenza e l'opera a servizio dei più poveri in Africa.
Don Luigi Mazzucato, 88 anni, uomo di grande statura morale e intellettuale, con una straordinaria capacità di conciliare profezia e realismo, è stato guida salda, e soprattutto maestro di vita, per i tanti che lo hanno conosciuto. Nel 1955, obbedendo alla richiesta del vescovo Bortignon raccolse la sfida di guidare il Cuamm, portata avanti con dedizione e impegno, cercando di più il positivo che il negativo delle persone e degli eventi, con determinazione e coraggio.
Sotto quell’immancabile vestito nero, accompagnato dall’altrettanto inconfondibile berretto (sempre nero), c’era la scoperta, quotidiana e riconoscente, di un arcobaleno, dai colori armoniosi e intensi di una personalità ricca e piena di vita. Di quell’arcobaleno sottolineo due colori, due segni: il breviario, pregato ogni giorno. Spesse volte mi ripeteva: «Don Dante, i conti bisogna farli e farli tornare, ma è di Lui che dobbiamo fidarci. È Lui che ha voluto il Cuamm e lo fa camminare, lo custodisce e lo guida». E poi la “rubrica telefonica” che aveva sopra il comodino della sua stanza, usata fino al giorno prima di lasciarci. Dentro c’erano i numeri di ministri, vescovi, presidenti... ma anche quelli di persone semplici e normali. «I programmi, i progetti, il buon funzionamento delle cose sono importanti, ma prima di tutto ci sono le persone e le loro vite». Quante telefonate, quanti chilometri percorsi per visitare una famiglia o un ammalato e farsi vicino con la sua presenza.
Don Luigi ha lasciato un suo testamento nell’aprile 2012. Non si parla di proprietà, di case, di titoli o di preziosi. «Nato povero, ho sempre cercato di vivere con il minimo indispensabile. Non ho nulla di mio e non ho nulla da lasciare. Del poco vestiario, se può servire a qualcuno bisognoso, lo si dia al mercatino della parrocchia di Santa Croce di Bassano, che ci sta aiutando». E poi una preghiera profonda: «O Signore, ti ho sempre chiesto di amarTi con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le mie forze, ma non ci sono riuscito. Tu conosci i miei limiti, le mie miserie, la mia fede spesso troppo superficiale e quasi vuota, mentre ti ho sempre supplicato di renderla più profonda e viva. Mi affido alla Tua infinita bontà e misericordia». Don Luigi un uomo mite, ma non debole.
Si legge ancora tra le righe del suo testamento: «Mi sembra quasi un miracolo che, dopo più di sessant’anni dalla nascita del Cuamm, ci siano ancora persone che decidono di partire, giovani e non giovani, anche non credenti, ma motivati, e di grande serietà professionale, disponibili a impegnarsi con il Cuamm e a testimoniare la dedizione e l’amore preferenziale ai poveri, affermato in solenni documenti pontifici, ma non sempre vissuto nella chiesa. E questo, anche personalmente, di fronte ai drammi della povertà visti tante volte nei miei viaggi in Africa, mi ha spesso creato forti reazioni interiori e portato ad esprimermi in termini critici per la mancanza di chiarezza e capacità di dire le cose, senza cercare compromessi o badare alle convenienze, nel nome del Vangelo e nel rispetto di chi non ha parola. Per me la regola è sempre stata: “Poveri ma liberi”, liberi di scegliere, liberi di alzare anche la voce quando è ritenuto giusto e doveroso farlo. Ho sempre sentito e sento di non ringraziare mai abbastanza il Signore per la esperienza del Cuamm, il ministero di carità che mi ha donato. È stata un’esperienza non priva di difficoltà, di fatiche, di preoccupazioni e a volte di sofferenze e lacrime, ma tanto ricca e straordinaria».
Don Luigi ha continuato ad accompagnare con la sua presenza silenziosa e preziosa il nostro lavoro fino agli ultimi istanti della sua vita e così ci ha salutato nel suo testamento: «Vi saluto tutti con un A-Dio e in-Dio vi resterò vicino».