Orientamenti pastorali: l'anno prossimo, un "fermarsi rigenerante"
Facendo tesoro delle “perle preziose” della nostra chiesa che è in Padova, ma anche con uno sguardo più ampio, il vescovo Claudio invita a una “sosta operosa” «che richiama quando Gesù e i suoi si fermavano per rinsaldare relazioni e speranza». Poche e semplici le proposte concrete pensate per le comunità parrocchiali.
Una sosta operosa, un fermarsi rigenerante. Così sarà il prossimo anno pastorale.
«Una sosta che richiama i vari momenti del vangelo – scrive il vescovo Claudio nella presentazione degli orientamenti 2016-17 – quando Gesù e i suoi si fermavano per rinsaldare legami e speranza. Una sosta per contemplare con stupore i passi già computi e per immaginare con fiducia quelli di domani. È una sosta che vorrei ci aiutasse a rilanciare e costruire relazioni fraterne nelle nostre comunità, tra di noi. Questa sosta vuole rinfrancare il nostro modo di essere fratelli e sorelle in questo tempo, confermando e sostenendo alcune scelte di grande portata, già avviate: il cammino di iniziazione cristiana e il lasciarci interpellare dal territorio e dai suoi significativi cambiamenti. Sia l’iniziazione cristiana sia il territorio possono stimolare le nostre comunità a ripensarsi, a rinnovarsi, a trovare nuove modi e scelte per annunciare il vangelo».
In questa sosta che la rinfranca
Gli orientamenti del prossimo anno portano un titolo – che è molto di più – nato dalla liturgia (è la prima volta...): «Nella celebrazione eucaristica, dopo aver presentato i doni del pane e del vino, tra i possibili inviti alla preghiera, prima dell’orazione sulle offerte, c’è anche la formula: “Pregate fratelli e sorelle perché il sacrificio della chiesa, in questa sosta che la rinfranca lungo il suo cammino verso la patria, sia gradito a Dio Padre Onnipotente”. È questo l’invito per il prossimo anno pastorale: sostare senza introdurre elementi nuovi, ma godendo già dei doni, delle ricchezze, delle perle preziose che stiamo sperimentando in questi anni di profondi cambiamenti pastorali per la nostra diocesi».
Mosè sul monte
Sarà lui, che vede la terra promessa – nell’illustrazione di Giovanni Manna – a “prendere per mano” la chiesa di Padova. «Ci rappresenta, disegna tutti noi: persone affezionate al vangelo e alle nostre comunità – così è stata raccontata l’immagine agli incontri di presentazione degli orientamenti, che si sono svolti dal 27 al 30 giugno in quattro zona della diocesi – Come il profeta intravvediamo il lungo viaggio di riscoperta della fede compiuto da tutta la chiesa di Padova. Sul monte, guardando i passi compiuti... guardiamo avanti verso una terra nuova che ci sorprenderà ancora di più. Abbiamo bisogno di sostare per rifiatare e riprendere il cammino che ci attende. Per riprendere relazioni e momenti di fraternità. Per dire grazie. Sostare per affidarci al Signore Gesù...».
La sosta decisiva
Per il “fermarsi rigenerante” che coinvolgerà tutta la diocesi nel prossimo anno pastorale, gli orientamenti indicano una “sosta decisiva”: quella domenicale dell’eucaristia.
Scrive Paola, accompagnatrice degli adulti: «La domenica, quando mi fermo e sosto alla messa, avverto che la vita di Gesù è in tavola, nei frutti della terra, pane e vino, trasformati dal lavoro dell’uomo. La domenica avverto che condivido un cibo comune e non che prendo un cibo individuale; che la verità di questo cibo non può essere sganciata dalla comunità in cui lo ricevo. Il cibo che è relazione fin dall’inizio della vita, fin da quando siamo nutriti dal pancione della mamma, in Gesù, diventa la relazione fondamentale che mi apre a ogni altro incontro. In questa sosta domenicale con la mia comunità, sosta che rinnova la Pasqua, semplicemente comprendo che posso mordere la vita, con coraggio e creatività. Posso digerire anche le brutte situazioni e delusioni. Posso sentire fame di giustizia e verità e sete di amicizia e bellezza. È a partire da questa sosta domenicale, da questa tavola, che posso anch’io invitare qualcuno da me, mettere la mia vita in tavola».
Perle preziose
Su questo sfondo della “sosta decisiva”, don Leopoldo Voltan, vicario per la pastorale, negli incontri di presentazione degli orientamenti pastorali ha detto “a voce alta” le perle preziose – i frutti maturati – in questi anni: la comunità si rinnova, tutti evangelizzano, corresponsabilità e sinodalità, relazioni buone, catechisti e accompagnatori degli adulti, esperienze liturgiche, apertura ai giovani, il territorio è la nostra casa, il Signore ci parla attraverso il territorio. «Sono pane e vino buono maturati nella nostra chiesa di Padova».
Così come altri “frutti”: l’arrivo del vescovo Claudio, la Laudato si’, il Giubileo della misericordia, il convegno di Firenze, il Sinodo sulla famiglia, l’anno della vita consacrata, la Gmg... l’elezione a vescovo di Belluno-Feltre di mons. Renato Marangoni.
Il perché della sosta
«Il vescovo Claudio ci ha suggerito, per il prossimo anno, una sosta operosa – sottolinea Stefano Bertin, vice presidente del consiglio pastorale diocesano».
In questi anni sono stati aperti tanti cantieri, ma c’è bisogno di tornare alle origini, a essere grembo che genera. Ci siamo chiesti: ma cosa ci fa essere grembo che genera e cosa, invece, ci zavorra? Da qui abbiamo voluto recuperare delle priorità: una spiritualità che accompagni le nostre comunità ad abitare (sostare) le inquietudini di oggi, più che arretrare di fronte a esse; la centralità delle relazioni: inutile ribadirla, se non vengono dati i tempi perché sia possibile; una chiesa in uscita, realmente capace – con il vangelo – di essere lievito nel territorio; il desiderio di sostare, sapendo che si è in viaggio. Il vescovo Claudio ci ricorda che è questa l’occasione buona per lasciare la zavorra e riprendere le cose essenziali. Sapendo che, attardarsi ora vuol dire pensare che può esserci un secondo tempo... ma potrebbe non essere così. Abbiamo l’urgenza di non attardarci e la responsabilità di farlo».
Le proposte: poche e semplici
«Volutamente le proposte per il prossimo anno pastorale – in parrocchia, up e vicariato – sono poche» ha spiegato don Voltan.
Tornare alle origini
All’inizio del cammino di iniziazione cristiana, quattro anni fa, è stata fatta la proposta di rendere partecipe tutta la comunità di questa partenza, che di fatto la rinnovava tutta.
È opportuno rilanciare questo aspetto qualificante:
- i consigli pastorali parrocchiali sono invitati a incontrarsi con tutte le realtà, i gruppi della parrocchia e delle up per verificare e rilanciare il cammino dell’ic;
- ci potrebbe anche essere un “secondo” momento con gli adulti/genitori che hanno partecipato ai percorsi di prima evangelizzazione e primo discepolato. La loro esperienza può aiutare molto nel cogliere la bellezza dell’incontrarsi, nel modo di costruire relazioni fraterne, nell’avvertire che il vangelo di Gesù lavora già la nostra vita.
La settimana della comunità in cui sostare, senza altri impegni parrocchiali e ritrovandosi tutti attorno a Gesù, Parola Vivente.
Questa settimana viene collocata nel tempo di quaresima, mettendo al centro il mistero della Pasqua. È indicata preferibilmente una settimana unica per tutta la diocesi (1-7 marzo 2017). La proposta, che prevederà anche una serata di celebrazione vicariale, vuole essere l’occasione favorevole per “stare” sulla qualità delle nostre relazioni, consolidando l’incontro, il desiderio di camminare e crescere insieme.
La riflessione legata al territorio
Il territorio è la nostra casa, non qualcosa di esterno a noi, di “altro” rispetto alle nostre parrocchie. Il consiglio pastorale parrocchiale è chiamato-invitato a domandarsi quale sia lo sguardo della comunità verso i luoghi della vita delle persone ma anche su come essa è letta e percepita dal territorio.
Cosa piace, cosa chiede, cosa si aspetta dalla parrocchia? Come e dove le parrocchie possono anche osare ripensamenti e cambiamenti di scelte pastorali?
Questo cammino può anche portare al ripensamento dei nostri vicariati. A livello ecclesiale tre sono i criteri che ci possono guidare, nel ripensare i vicariati: sussidiarietà, sostenibilità, prossimità.