«Io, giovane suora. Così ho amplificato la mia vita»
Trent’anni, originaria di Torreglia, Nicole Francescato da un anno fa parte delle suore Dimesse. Ora è impegnata nella pastorale giovanile a Udine e racconta la sua scelta alla Difesa.
Una scelta maturata a poco a poco, un amore scoperto passo dopo passo
È così che suor Nicole Francescato racconta la propria vocazione religiosa.
La suora, che ha trent’anni ed è nata a Torreglia, ha da poco festeggiato un anno di professione religiosa: l’11 settembre del 2016, infatti, è entrata a far parte dell’ordine delle suore Dimesse, figlie di Maria Immacolata.
Tra loro si è sempre sentita a casa, fin da quando era bambina e le frequentava con la parrocchia di Torreglia, con la cordialità e l’empatia che l’hanno sempre caratterizzata.
«Interiormente – spiega suor Nicole, che adesso si occupa di pastorale giovanile nella comunità di Basiliano, Udine – è stato come rivivere il mio primo giorno di professione. Un’emozione a cui si è aggiunta la bellezza di vedere un cammino consolidato».
La sua scelta non è stata un’intuizione improvvisa, ma il frutto di una lenta introspezione, che le permesso di scoprire il progetto che Dio aveva in serbo per lei.
Fin da ragazzina si è impegnata attivamente in parrocchia, soprattutto come animatrice, frequentando le suore del paese.
Arrivata a ridosso della laurea in scienze politiche all’università di Padova, ha sentito nascere dentro di sé la curiosità di conoscerle più da vicino.
Così ha chiesto di sperimentare la vita comunitaria. La condivisione e il clima familiare che si respirava tra le religiose le hanno dato la conferma che cercava: quella era la strada giusta.
Ma se lei era sicura della propria scelta, i genitori non vedevano di buon occhio la sua decisione.
«Per la mia famiglia è stato faticoso da accettare – racconta – perché nessuno se lo sarebbe aspettato. I miei genitori non erano contrari al tipo di scelta che avevo fatto, ma temevano che poi me ne pentissi».
Ad alleviare l’amarezza di aver dato un dispiacere alla famiglia è stato il fratello, che, pur avendo soltanto 16 anni e non capendo i motivi che avevano spinto la sorella a fare quel tipo di scelta, le ha detto: «Se tu sei felice, lo sono anch’io».
«Le sue parole – racconta suor Nicole con una nota di dolcezza nel rievocare quel ricordo – sono state come una piccola goccia di rugiada».
E adesso, a un anno di distanza dalla sua professione, suor Nicole è serena della scelta fatta perché rispecchia l’aspirazione che aveva da sempre: quella di prendersi cura degli altri.
«Dopo la maturità ho partecipato al concorso per entrare nell’Arma dei carabinieri – racconta, e ridendo aggiunge – adesso che ci penso, l’ordine, l’obbedienza e la divisa c’erano lo stesso!».
Ma suor Nicole non ha scelto una semplice professione, bensì una missione di vita e di fede, in cui è chiamata a «cercare il per sempre nel temporaneo», una sfida non da poco, specie se si considera la mentalità provvisoria di oggi.
«È difficile dire sì per sempre – spiega – ma mi impegno a dire il mio sì ogni giorno arrivando passo dopo passo alla promessa eterna, anche per poter dimostrare che i giovani di oggi, che hanno la nomea di apatici e indifferenti, sono capaci di prendere in mano la propria vita, ascoltare Dio e insieme a lui realizzare il progetto che ha per ciascuno».
«A qualcuno sembrerà un privarsi di qualcosa – conclude – invece significa compiere una scelta libera, amplificando la propria vita. Per questo i giovani non dovrebbero aver paura di iniziare un cammino di spiritualità, che non necessariamente li porterà, come nel mio caso, a prendere i voti. Però di sicuro li aiuterà a leggere dentro se stessi per poter fare scelte di vita più consapevoli».