Il vicariato di Caltrano a confronto con il disegno di Dio
Domani sera si concludono le proposte vocazionali vissute in quaresima rivolte ai giovanissimi e ai giovani del vicariato di Caltrano. Un'esperienza che ha portato i partecipanti al contatto con il disegno che Dio ha tracciato per loro. E ora l'attesa è per la veglia e il pellegrinaggio diocesani tra il 9 e l'11 maggio.
Si chiudono idealmente venerdì 11 aprile, con la seconda veglia penitenziale, i percorsi per giovani e giovanissimi realizzati dagli animatori vocazionali diocesani nel vicariato di Caltrano. La pastorale vocazionale, con le sue iniziative, vuole aiutare giovani, giovanissimi e ragazzi a mettersi in contatto con il disegno che Dio ha tracciato per loro, in un atteggiamento di ascolto perenne. E per ascoltare, non c’è forse periodo più adatto della quaresima.
Così, nel vicariato di Caltrano, in concomitanza con il percorso “Occhi della Parola”, rivolto ai giovani e proposto ogni anno dalla pastorale vocazionale diocesana in due diversi vicariati, si è svolto nelle stesse serate, un venerdì ogni due settimane da febbraio ad aprile, anche un percorso per giovanissimi. Per due mesi, gli educatori dei gruppi giovanissimi del vicariato hanno prima accompagnato i loro ragazzi a Rocchette, poi, armi e bagagli, si sono recati a Piovene per l’incontro rivolto a loro e agli altri giovani. Una formula semplice per gli incontri dedicati ai giovanissimi, a cui hanno preso parte ogni volta più di cinquanta ragazzi: prima don Michele Bagatella, coordinatore diocesano della pastorale vocazionale, coinvolgeva i ragazzi in un’attività introduttiva. Poi, li metteva faccia a faccia con dei testimoni. Tra le storie, quella di alcuni volontari, della Croce rossa ad esempio, una coppia di giovani sposi, un ragazzo del seminario minore e una giovane novizia delle suore Dimesse.
«Sono stati incontri davvero interessanti – racconta Alessandro, 14enne di Piovene Rocchette – Sono dell’avviso che per capire davvero un argomento non bisogna restare nella teoria, ma confrontarsi con chi c’è passato». Non ovvietà o frasi fatte: «Gli incontri hanno scavato davvero in profondità, soprattutto nelle motivazioni che hanno spinto queste persone a fare certe scelte, dal volontariato alla vocazione religiosa». Dunque, anche parlare di vocazione religiosa, non fa paura: «Non è una scelta impossibile – conferma Alessandro – dalle testimonianze ho capito che anche il “farsi” prete o suora non è una scelta dell’altro mondo: se c’è la volontà, il desiderio e una decisione profonda, è una prospettiva davvero realizzabile».
Mentre Alessandro e i suoi amici prendevano parte a questi incontri, i loro educatori, tra cui la 22enne Chiara, riflettevano sui vangeli delle domeniche di quaresima: «A guidarci nella riflessione – racconta – sono stati i sacerdoti del seminario di Padova. Dopo aver letto il vangelo potevamo fare alcune domande a caldo, e poi, a gruppetti, riuscivamo a confrontarci su quello che ci aveva colpito di più». Tra tutti, a Chiara, ne è rimasto impresso uno: «La samaritana – sorride – Quel brano l’ho sentito mio davvero, soprattutto in virtù di quello che stavo vivendo. Ho sempre sentito molto “vicine” la quaresima e la Pasqua. Quest’anno, avendo avuto modo di riflettere con questi incontri, mi sembra di sentirle ancora di più e ancora meglio».