I 30 anni del gruppo di ricerca sull’ebraismo

Arriva alla sua trentesima edizione il gruppo di ricerca e di studio sull’ebraismo della diocesi di Padova, nato nel 1987-88 grazie a Teresa Salzano. Un cammino prezioso, che ha permesso a cristiani ed ebrei di conoscersi sempre di più ricucendo secolari fratture e abbattendo i pregiudizi. Stasera alle 20.45 in Casa Pio X l’intervento del rabbino Adolfo Locci. Il 22 sarà la volta di Massimo Giuliani. Il 6 dicembre Francesco Jori sul ghetto di Venezia

I 30 anni del gruppo di ricerca sull’ebraismo

L’abbraccio tra san Giovanni Paolo II e il rabbino capo di Roma Elio Toaff resterà per secoli l’immagine di un’amicizia ritrovata tra i cristiani e i loro “fratelli maggiori” di Israele. Ma proprio negli stessi anni, anche nei territori, iniziava a fiorire lo spirito del dialogo, della conoscenza e del rispetto.

A Padova arriva al trentesimo anno il gruppo di ricerca e studio sull’ebraismo, proposta integrante delle attività dell’ufficio diocesano su ecumenismo e dialogo interreligioso. Gli incontri, che si tengono di sera nel salone Lazzati di Casa Pio X, in via Vescovado 27, non seguono un filone unico nel corso dell’anno, ma permettono di toccare argomenti differenti, capaci così, grazie a una vasta varietà di argomenti e al clima di amicizia che si viene a creare all’interno del gruppo, di approfondire un legame prima assai più debole tra la chiesa di Padova e la comunità ebraica locale.

«Il gruppo – racconta l’attuale responsabile Lucia Poli – è nato nel 1987-88 grazie a Teresa Salzano, docente universitaria impegnata nel dialogo con l’ebraismo, scomparsa 15 anni fa, e poi a sua sorella Adele, mancata lo scorso 22 ottobre. All’inizio il gruppo erano alcuni amici che si ritrovavano per conoscere un po’ di più, alla luce del concilio Vaticano II, i nostri fratelli ebrei».

Dopo secoli di diffidenza e ostilità, il Vaticano II, con il documento Nostra aetate, ha finalmente riconosciuto al popolo ebraico il suo giusto posto nella storia e non più come popolo reietto da Dio, iniziando così un cammino verso la stima reciproca. «A Teresa Salzano non interessava conoscere gli ebrei solo dai libri, come nemmeno interessava soltanto l’ebraismo biblico, quello dell’Antico Testamento e quello dei tempi di Gesù.

Per questo, sono stati sempre chiamati ai nostri incontri relatori ebrei, che potessero raccontarci la loro vita». Altro elemento, la “popolarità”: «Non ci siamo fermati ai circoli accademici, ma abbiamo cercato di portare il dialogo tra il popolo per scardinare i pregiudizi che si sono accumulati nei secoli». Significative le visite in sinagoga, a Padova, del vescovo Antonio Mattiazzo nel 1994 e nel 2015, a poche settimane dal termine del suo ministero.

Dopo il primo appuntamento di martedì 27 settembre con Amos Luzzatto, già presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, il gruppo tornerà a riunirsi stasera ,martedì 8 novembre, con il rabbino capo di Padova Adolfo Locci sul tema “Non disprezzerai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco”, mentre il 22 novembre sarà la volta di Massimo Giuliani, docente dell’università di Trento, con “Giustizia e responsabilità a partire da Levinas”. Ultimo incontro del 2016 il 6 dicembre con il giornalista Francesco Jori sul tema “Il ghetto di Venezia: storia e attualità”.

Dopo altre sei serate, da febbraio a maggio 2017, il gruppo chiuderà il suo trentesimo anno domenica 21 maggio con un concerto di musiche liturgiche ebraiche in Sala dei giganti, al palazzo del Liviano, alle 20.45. «La comunità ebraica di Padova – conclude Lucia Poli – ha sempre apprezzato il gruppo. Ha sempre sentito come la nostra volontà di conoscere non fosse più dettata, come una volta, da un desiderio di “sostituzione”, ma dal rispetto e dalla voglia di camminare insieme. Non pretendiamo nulla, ci avviciniamo a loro con stima e rispetto».

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