Arsiè, 20 anni di unità pastorale. Una strada, ben segnalata, verso la comunione
Nata il 4 settembre 1994, è stata una delle prime unità della diocesi. Un’esperienza che merita di essere condivisa con le parrocchie che iniziano oggi il cammino di integrazione con altre. Un patrimonio di scelte che nel tempo hanno creato una realtà di chiesa che sta portando frutti. Una serie di eventi celebrano l'anniversario, domenica arriva il vescovo Antonio.
Sette parrocchie, vent’anni di cammino, quattro eventi in una settimana. Sono questi i numeri di una grande festa, quella per il compleanno dell’unità pastorale di Arsiè che nasceva il 4 settembre del 1994 con le comunità di Mellame, Rivai e Rocca, e che nel 2005 accoglieva anche Fastro e San Vito, fino all’ultima arrivata, Primolano, giusto un anno fa.
Le sette comunità sorelle celebrano in questi giorni una storia, la loro, ormai lunga. Ripercorrono un sentiero ben segnalato che le parrocchie chiamate oggi a costruire unità con altre possono seguire. Indicazioni precise che rappresentano altrettante scelte, alcune volte sofferte e altre fatte con naturalezza, che oggi raccontano il successo di un’esperienza di chiesa.
Il primo di questi segnali è l’integrazione nel vicariato, evidente in tutto il calendario dei festeggiamenti che ha visto Arsiè a fianco di Valstagna, altra unione pastorale ventennale. «Per rinsaldare i vincoli di amicizia e di fede – spiega don Alberto Peron, parroco moderatore – abbiamo organizzato un pellegrinaggio insieme in Liguria alla scoperta della novità evangelica di una santità giovane, a servizio della comunità cristiana e della fraternità universale». Così, fedeli delle due unità da lunedì a mercoledì scorso si sono recati sui luoghi della beata Chiara Luce Badano, incontrando amici e testimoni della sua grande fede. Sempre insieme, Arsiè e Valstagna lunedì 15 si recheranno a piedi alla Madonna del Pedancino di Cismon per la messa.
Un secondo segnale importante è la vita comune dei sacerdoti che in vent’anni si sono succeduti ad Arsiè e che hanno seguito l’esempio di chi è lì da ben 63 anni: don Sergio Bartolomiello, primo parroco moderatore non ha dubbi: «Non esiste unità pastorale se non c’è fraternità sacerdotale». Sulla stessa linea d’onda anche don Giovanni Bortignon, oggi rettore del seminario minore, ad Arsiè dal 2005 al 2012, che interviene assieme a don Sante Varotto e don Cesarino Bordignon nella veglia di preghiera prevista per venerdì 5 settembre alle 21 in chiesa a Mellame. «Quando sono arrivato – racconta – ricordo che i fedeli mi chiedevano dove avrei abitato, e immaginando la “loro” canonica vuota provavano disagio. Poi però, specie da parte degli operatori pastorali, si è compresa la ricchezza di un’esperienza di vita comune dei preti, hanno toccato con mano la condivisione delle scelte tra sacerdoti e nel consiglio pastorale e hanno colto la nostra testimonianza come segno di unità possibile, da realizzare anche tra comunità. Da un punto di vista personale, ho provato tutta l’importanza del sostegno reciproco tra preti che ha superato di gran lunga le piccole difficoltà quotidiane che possono nascere dalle abitudini e dal carattere di ognuno».
La “semina” potrebbe essere il nome del terzo importante segnale. Nel concreto significa puntare forte sulla pastorale giovanile, anche in un contesto economicamente difficile, nel quale è prassi vedere i giovani partire per l’università e difficilmente tornare. Una pastorale nata proprio con l’arrivo di don Bortignon, che si è giovata della scelta di centralizzare ad Arsiè tutte le attività e che nell’unità ha concesso alle parrocchie più piccole opportunità altrimenti impraticabili proprio per i numeri. «Sappiamo che giovani bravi, formati, con una visione di chiesa ampia potranno partire – riflette il coparroco don Leopoldo Zanon, che due settimane fa ha accompagnato 24 giovani in un campo in Polonia sulle orme di san Giovanni Paolo II – Questo è un po’ il nostro destino, ma l’importante è seminare perché il bene cresca e possa esprimersi, dovunque questo accada». E il bene si coltiva anche con il bello, con l’arte, così alle 20.45 di sabato 6 in chiesa ad Arsiè arrivano i giovani Cameristi veneti per il loro concerto diretto da Claudio Colmanet.
L’ultimo importante segnale è sentirsi sempre parte viva e attiva all’interno della diocesi. Il simbolo è l’arrivo del vescovo Antonio nel pomeriggio di domenica 7 per celebrare alle 17 la messa solenne animata dal coro dell’unità. «Celebrare ora i vent’anni dell’unità pastorale da una parte suscita fiducia e gratitudine per una realtà di chiesa dove si condividono risorse e talenti – spiega don Sante Varotto – D’altra parte la felice ricorrenza fa presente che ogni mèta raggiunta è solo una tappa dell’intero cammino. È urgente perciò allargare lo sguardo, guardare oltre, ripartire con l’ardore degli inizi e l’impegno della corresponsabilità per andare avanti secondo la consegna di papa Francesco a uscire e andare alle periferie».