Il dialogo interreligioso cresce coi bambini
A Gifhorn, in Germania, nasce “Abrahams Kinder”, il primo asilo cristiano-musulmano a livello nazionale. Il il gruppo di studio inter-religioso con l’amministrazione locale ha pianificato 15 posti per bambini da uno a sei anni andati esauriti in pochissime ore. «Vogliamo contribuire all'incontro tra le due culture» ha detto il presidente della locale commissione pastorale cattolica.
I bambini non hanno confini e non fanno differenze, quindi bambini cristiani e musulmani potrebbero e dovrebbero giocare e imparare insieme. Nasce, a Gifhorn, cittadina di 42mila abitanti in Bassa Sassonia, l’asilo "Abrahams Kinder": il 2 agosto inizierà la sua attività regolare e sarà il primo asilo cristiano-musulmano della Germania.
«Vogliamo contribuire all'incontro tra le due culture», dice il presidente della locale commissione pastorale cattolica Martin Wrasmann.
L’idea ha riscosso un discreto successo ed appoggio dalla comunità locale: dopo che il processo di registrazione ha subito inizialmente l’opposizione di gruppi populisti e di estrema destra, il gruppo di studio inter-religioso con l’amministrazione locale ha pianificato 15 posti per bambini da uno a sei anni andati esauriti in pochissime ore. Secondo Wrasmann, la comunità cattolica della parrocchia di Sankt Altfrid ha coltivato per molti anni una buona cooperazione con la comunità della Associazione culturale islamica turca locale (Ditib): marce pacifiche, preghiere e incontri con i giovani fanno parte del programma comune.
L’idea dell’asilo comune nacque nel momento in cui la comunità islamica pianificava, con difficoltà, un suo asilo: perché non gestire un'istituzione comune, fu la proposta cattolica, accolta con entusiasmo, e con l’appoggio moderato degli evangelici attraverso l’organizzazione caritatevole Diakonie e della numerosa comunità curda il progetto ha visto la luce.
«Abramo è stato scelto come simbolo perché egli è padre di entrambe le religioni»
aggiunge Wrasmann, che sottolinea che l’Abrahams Kinder sarà un luogo di consapevolezza, con l’apertura a bambini anche non confessionali.
Gianni Borsa