Su Rai Uno e RaiPlay la serie “Il Clandestino”. Un racconto che esplora le zone d’ombra tanto dell’animo umano quanto della nostra società
Crime comedy tra rimpianti, solitudine e desiderio di riscatto diretta da Rolando Ravello con protagonista Edoardo Leo
Eroi imperfetti. Il mondo della serialità ci ha regalato nell’ultimo decennio un’interessante galleria di eroi imperfetti, tra poliziotti e investigatori, ammaccati e prigionieri di errori che nonostante tutto provano a rimettersi in partita con la vita. Tra i volti hollywoodiani troviamo: Carrie Mathison (Claire Danes) dalla serie “Homeland” (2011-20), agente della CIA con disturbo bipolare che per inseguire la giusta causa non si risparmia azioni discutibili o sofferenze brucianti; Mare Sheehan (Kate Winslet) in “Omicidio a Easttown” (2021), poliziotta di provincia dalla vita costellata da dolori e rimorsi, che con coraggio si batte per la verità. E ancora, la serie “True Detective” ideata nel 2014 da Nic Pizzolatto: nella quarta stagione, “Night Country” (2024), Jodie Foster e Kali Reis sono due agenti chiamate a investigare nel gelo dell’Alaska, fronteggiando delitti enigmatici ma soprattutto minacciosi fantasmi personali. Tra le proposte italiane c’è l’ispettrice Petra Delicato (Paola Cortellesi) nella serie Sky “Petra” (dal 2020) diretta da Maria Sole Tognazzi, come pure la proposta Rai “Il Clandestino”, in onda su Rai Uno dall’8 aprile 2024 (12 episodi da 50’).
Il peso dei rimorsi. Roma, Luca Travaglia è ispettore capo dell’antiterrorismo. La sua vita viaggia spedita tra traguardi sul lavoro e una serenità affettiva con la compagna Khadija. Durante una missione perde tutto. Ferito, Luca lascia la Polizia e si rifugia a Milano; dopo alcuni giri di bottiglia, prova a tirare avanti facendo il buttafuori in discoteca. La sua indole votata alla giustizia presto però lo riporterà in sé…
Pros&Cons. La serie “Il Clandestino” è un racconto che esplora le zone d’ombra tanto dell’animo umano quanto della nostra società, oscillando tra toni cupi, amari, il genere crime-poliziesco, e lampi di umorismo, inserti comedy. A firmare il copione sono Ugo Ripamonti e Renato Sannio, la regia è di Rolando Ravello e la produzione è targata Rai Fiction e Italian International Film della famiglia Lucisano. Protagonista un valido ed efficace Edoardo Leo, affiancato da Hassani Shapi, Alice Arcuri, Fausto Maria Sciarappa e Lavinia Longhi. Addentrandoci nelle pieghe del racconto, si coglie di certo l’impegno nello sviluppare un progetto direzionato verso una chiave “originale” e anticonvenzionale rispetto al consueto storytelling di casa Rai. Funziona dunque molto bene l’atmosfera, questo racconto di una Milano dalle sfumature noir, anche se a ben vedere lo svolgimento narrativo non sempre appare solido, inciampando a volte in soluzioni poco incisive o banali. A fare centro è il profilo del protagonista Luca Travaglia, che Edoardo Leo abita con giusta ombrosità, puntellato da moderate aperture di fiducia: è un custode della legge riluttante, che per troppo dolore ha provato a scacciare via ideali e distintivo, rintanandosi in periferia, nelle retrovie della vita. Un animo buono, però, nonostante si finga altro da sé, presto o tardi torna a far sentire la propria voce. E così fa anche Travaglia. Nonostante qualche debolezza o ingenuità strutturale, la serie “Il Clandestino” possiede fascino ed elementi interessanti che meritano di attenzione e approfondimento. Serie complessa, problematica, per dibattiti.