L’uomo dietro la maschera. Su Rai Uno e RaiPlay il film Tv “Com’è umano Lui!” di Luca Manfredi con Enzo Paci

Un ritratto brillante di Paolo Villaggio, che ha raccontato vizi e miserie del Paese

L’uomo dietro la maschera. Su Rai Uno e RaiPlay il film Tv “Com’è umano Lui!” di Luca Manfredi con Enzo Paci

Colletti bianchi. Se parliamo del mondo impiegatizio tra cinema e serie Tv spesso si tende a fare riferimento a una serie anglo-statunitense: “The Office”. La prima versione è targata Bbc (2001-03), con la carica irriverente del comico Ricky Gervais; la seconda è il remake “a stelle e strisce” firmato da Greg Daniels (9 stagioni, 2005-13) con Steve Carell. Un campionario di vizi e (poche) virtù sul posto di lavoro. In Italia ha trovato popolarità, quasi negli stessi anni, la sit-com “Camera Café” (6 stagioni, 2003-17) realizzata da Fatma Ruffini con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. Tra i “pionieri” del mondo impiegatizio post Seconda guerra mondiale, sotto la spinta del boom economico, c’è però un modello comico ben preciso e riconducibile all’attore Paolo Villaggio. La sua carica ideativa di matrice irriverente è esplosa tra gli anni ’60 e ’70. Ora, la Rai ha deciso di rendergli omaggio con il film Tv “Com’è umano Lui!”, interpretato con incisività dall’attore Enzo Paci, affiancato da Camilla Semino Favro, Andrea Filippi, Andrea Benfante, Augusto Zucchi ed Emanuela Grimalda.

La storia. Genova anni ’50, Paolo Villaggio è uno studente universitario che sogna il palcoscenico ma la famiglia borghese preferisce che si dedichi a un impiego serio e stabile. Conosciuta Maura durante le vacanze estive, in tempi rapidi formano una famiglia accettando un posto fisso alla Cosider. Villaggio però non si rassegna a mettere da parte la sua vocazione comica…

Pros&Cons. “Com’è umano Lui!” è un film Tv di taglio biopic diretto da Luca Manfredi, su un copione firmato dallo stesso regista insieme a Dido Castelli e con il supporto di Elisabetta e Piero Villaggio. Si tratta di un racconto che omaggia le origini del genio comico, approfondendo la dimensione familiare di partenza e i primi anni di gavetta. L’orizzonte temporale va dal 1959 al 1975, anno in cui uscì al cinema “Fantozzi” di Luciano Salce. “Paolo Villaggio – ha sottolineato il regista – ha lasciato un segno importante nella commedia italiana dell’ultimo quarto del ‘900 con la ‘parodia impietosa’ dell’impiegato. Villaggio, infatti, ha inventato una maschera grottesca, che resterà indelebile nella memoria di tutti noi: il ragionier Ugo Fantozzi (…) l’antieroe per eccellenza, disposto a subire sconfitte e umiliazioni, pur di conservare il posto in azienda e tutti i benefici sociali da lui faticosamente conquistati”. Manfredi governa con mano sicura il copione, che risente però di soluzioni semplici e didascaliche. A dare guizzo al racconto è la performance di Enzo Paci che, dismessi i panni del commissario Bacigalupo in “Blanca”, regala un ritratto di Villaggio acuto e straordinariamente aderente. Spiace dunque registrare che il film non abbia raccolto una platea numerosa lo scorso 30.05 su Rai Uno (1.930.000 spettatori, 11.6% Share). Di certo la presenza del titolo su RaiPlay offrirà un’ulteriore occasione per apprezzarne le qualità. Consigliabile, semplice.

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Fonte: Sir