Il fascino degli eroi solitari. Su Netflix fa il pieno di consensi la serie Tv “The Night Agent”
Uno spy-thriller sulle orme di “Homeland” firmato da Shawn Ryan con Gabriel Basso e Luciane Buchanan.
“Homeland”. Il racconto degli intrighi nelle stanze della Casa Bianca non è più lo stesso dopo la serie cult “Homeland” (2011-20) di Howard Gordon e Alex Gansa, ispirata a sua volta all’israeliana “Hatufim”. Le 8 stagioni di “Homeland” (Disney+), seguendo le indagini dell’agente CIA Carrie Mathison (Claire Danes) e del suo mentore Saul Berenson (Mandy Patinkin), hanno di fatto cambiato il racconto televisivo del thriller-action di impianto spionistico. Una serie potente, dura, sfidante anche moralmente. Non pochi i titoli che hanno provato a mettersi validamente al seguito di “Homeland”: da segnalare le ottime “Bodyguard” (Bbc, 2018) e “Slow Horses” (Apple TV+, dal 2022), che esplorano però gli intrighi nel Regno Unito, le rivalità tra MI5 e MI6. Da fine marzo 2023 su Netflix sta ottenendo ampi consensi “The Night Agent”, tra le più viste del colosso streaming.
Washington D.C. Peter Sutherland è un giovane agente FBI chiamato a prestare servizio in un programma segreto della Casa Bianca, The Night Agent: una linea di emergenza per agenti sotto copertura. Durante un turno, Peter riceve la chiamata di Rose Larkin, che gli rivela di essere nel mirino di un killer avendo assistito all’uccisione di due agenti FBI. Peter corre in suo soccorso ritrovandosi così in un intrigo che conduce dritto allo Studio Ovale…
Pros&Cons. Alla base della serie “The Night Agent” (10 episodi da 50’) c’è l’omonimo romanzo di Matthew Quirk del 2019. Lo sceneggiatore-produttore Shawn Ryan, che ha firmato successi come “The Shield”, “Lie to Me” e “S.W.A.T.”, ha sapientemente puntato sul progetto realizzando un giallo investigativo ad alta tensione, un thriller di matrice politica che gioca su verità e menzogne negli apparati dello Stato, nelle zone d’ombra tra politica e agenzie di sicurezza. La struttura narrativa è “semplice”, nota: due outsider in una tempesta di giochi di potere che divampa nel cuore della Casa Bianca, e che rischia di risucchiare anche la stessa presidenza. Un racconto costruito in dieci tappe in cui l’eroe solitario Peter mette a repentaglio carriera e vita pur di proteggere il testimone di un omicidio politico, l’informatica Rose. I due sperimentano ogni sorta di difficoltà: dal doppio gioco degli interlocutori, all’inseguimento di spregiudicati assassini; nel racconto non mancano bombe piazzate nei vagoni della metro o nei palazzi del potere. Insomma, topos ricorrenti per chi è abituato alla grammatica narrativa degli spy-thriller a stelle e strisce. Se l’originalità, dunque, non è il punto di forza della narrazione, pregio di “The Night Agent” è di certo la dinamica del racconto, la scansione dei colpi di scena, che hanno una sequenza ritmata alla perfezione. Sembra il meccanicismo di “page-turning thriller” alla Dan Brown: la storia può anche apparire forzata, ma la linea di racconto è ipnotica, serratissima. “The Night Agent” risulta così un ottimo prodotto per lo sviluppo, ma discreto per la storia. A contribuire al successo è il cast, dai giovani Gabriel Basso (“Elegia americana”) e Luciane Buchanan, alla candidata all’Oscar Hong Chau (“The Whale”). Serie complessa, problematica.