Gennaio ruggente per le serie italiane. Su Rai Uno “Le indagini di Lolita Lobosco” di Luca Miniero, su Netflix “La vita bugiarda degli adulti”
Il 2023 si apre con la zampata della serialità italiana.
Il 2023 si apre con la zampata della serialità italiana: su Rai Uno la seconda stagione della serie “Le indagini di Lolita Lobosco” con protagonista una magnifica Luisa Ranieri (6 prime serate), mentre su Netflix la miniserie di “La vita bugiarda degli adulti” (6 episodi) con una trascinante Valeria Golino. In entrambe un ritratto del Sud riuscito e affascinante.
La Bari della Genisi. Dai romanzi di Gabriella Genisi, una produzione targata Rai Fiction, Bibi Film e Zocotoco, la seconda stagione di “Lolita Lobosco” parte con un boom di consensi: la prima puntata è stata vista da 6milioni di spettatori e il 33.5% di Share. A firmare la regia è Luca Miniero, un veterano della commedia italiana (suoi sono: “Benvenuti al Sud”, “Benvenuti al Nord”, “Un boss in salotto”), mentre protagonista è Luisa Ranieri, che corona un anno straordinario dopo la corsa agli Oscar con “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino. Con grande fascino, acume e ironia, la Ranieri racconta una donna quarantenne capofila in Polizia in un commissariato ad alta densità maschile, che però non rinuncia alla propria libertà e femminilità. In questa seconda stagione Lolita si trova davanti una serie di sfide, lavorative, familiari e sentimentali; in particolare, c’è l’avvio ufficiale dell’indagine sulla morte del padre per mano della malavita e accanto a lei, granitici, tornano i colleghi Antonio Forte (Giovanni Ludeno) e Lello Esposito (Jacopo Cullin), così come la Pm Marietta Carrozza (Bianca Nappi). Prendendo le mosse da tre romanzi della Genisi e da tre soggetti originali, su sceneggiatura di Daniela Gambaro e Massimo Reale, “Le indagini di Lolita Lobosco” si muove a cavallo di più generi: crime-poliziesco, commedia di matrice familiare e sentimentale. La qualità narrativa risiede nella forza della Lobosco, personaggio vulcanico, determinato e libero, come pure nel cast tutto, rodato e compatto; a funzionare poi è l’ambientazione pugliese e la città di Bari, che la regia di Miniero e la fotografia di Federico Angelucci esaltano con originalità. Serie consigliabile, brillante, per dibattiti.
La Napoli della Ferrante. “La vita bugiarda degli adulti” è una serie targata Netflix, adattamento del romanzo di Elena Ferrante; è diretta dal regista Edoardo De Angelis – “Indivisibili” e “Il vizio della speranza” – su sceneggiata dal Premio Strega Francesco Piccolo e di Laura Paolucci. Produttore è Domenico Procacci con la sua Fandango, già in prima linea nel progetto Tv “L’amica geniale”. Il regista De Angelis si appropria del romanzo della Ferrante mettendolo in scena in chiave marcatamente rock; l’autore si serve di una regia vigorosa e vibrante per scandagliare la città di Napoli e le sue classi sociali, gli animi dei protagonisti, tra desideri, fragilità e bugie. Il racconto possiede un passo deciso, potente, che conquista per forza narrativa e per le interpretazioni, tutte cesellate con accuratezza. In particolare, è da menzionare l’esordio di Giordana Marengo e l’interpretazione di Valeria Golino. Magnifica! La componente musicale e lo sfondo di Napoli fanno poi il resto, rendendo la narrazione intensa e coinvolgente. Serie complessa, problematica, per dibattiti.