Dramma sulle punte. Su Sky la seconda stagione della serie franco-belga “L’Opéra”
Serie firmata Cécile Ducrocq con Ariane Labed e Anne Alvaro. Sguardo elegante e livido sul tempio parigino della danza.
Buoni o cattivi maestri? Prima di mettere a segno titoli dal successo fragoroso come “La La Land” (2016) e “First Man” (2018), il regista statunitense Damien Chazelle ha firmato un piccolo grande film cult: “Whiplash” (2014) con Miles Teller e J.K. Simmons, quest’ultimo incoronato con l’Oscar come attore non protagonista. “Whiplash” ci racconta il rapporto vertiginoso tra il batterista Andrew, allievo di un noto conservatorio di New York, e il direttore d’orchestra Terence Fletcher. I metodi di quest’ultimo sono claustrofobici. La domanda che avanza lungo tutto il film è: qual è il confine tra bravo e cattivo maestro? Fino a che punto è lecito pressare un allievo? Un film strepitoso e disturbante, che gli attori rendono magnificamente. Sembra muoversi su questo stesso tracciato la serie franco-belga “L’Opéra”, novità in casa Sky da marzo 2023. Protagoniste Ariane Labed (“The Lobster”), Suzy Bemba (“Drift”) e Anne Alvaro (“Il gusto degli altri”).
I metodi di Diane. Parigi oggi, al teatro dell’Opéra dopo le dimissioni forzate di Sebastien il ruolo di direttore viene affidato all’ex étoile Diane Taillandier. Rispettata dal mondo della danza classica internazionale, Diane impone subito il suo giudizio su ogni aspetto del teatro, a cominciare dai ballerini. Se si dimostra felice del suo incarico l’étoile Zoé, lo è meno la giovane Flora, che trova i metodi della direttrice intimidatori…
Pros&Cons. Tra i creatori della serie “L’Opéra” troviamo Cécile Ducrocq, che ha firmato i copioni di alcune serie francesi di grande successo come “Chiami il mio agente!” e “Le Bureau”. Dopo una riuscita prima stagione, il dramma sulle punte “L’Opéra” viaggia ancor più spedito nella seconda, in Italia da marzo 2023. Otto nuovi episodi che ci raccontano scena e soprattutto retroscena del palco della danza classica più in vista d’Europa, l’Opéra Garnier. Lì assistiamo alle prove senza sosta dei ballerini, dalla “quadrille” all’étoile, divisi tra insicurezze, ambizioni, rivalità e amori tormentati. Nella seconda stagione de “L’Opéra” continuiamo a seguire in particolare le vicende dell’étoile Zoé, che dopo un’aspra battaglia legale per riconquistare la scena e problemi con la bottiglia, ora deve sostenere un difficile percorso di recupero dopo un brutto incidente; e ancora, la “quadrille” Flora, che si batte per avanzare nella gerarchia del teatro e arginare i non pochi pregiudizi dilaganti, tra sessismo e razzismo. Sembra però rubare loro la scena la nuova direttrice Diane, che con i suoi modi eleganti e taglienti tiene in pugno il corpo di ballo. Conquista con grande magnetismo l’interpretazione della Alvaro, la sua Diane che vive di ricordi e procede con lucida spietatezza nel suo ruolo. Raggelante. Punto di forza della serie sono sempre il racconto dell’Opéra Garnier, la vita tra sala prove, sartoria costumi, rapporto con insegnanti, musicisti e tecnici. E al di là di qualche soluzione narrativa un po’ stiracchiata, ad affascinare è questo sguardo disincantato sulla danza classica, raccontata tra sublime bellezza e lampi di ferocia. Una serie visivamente molto curata, dal ritmo serrato, per adulti. Complessa, problematica, per dibattiti.