Un web sicuro. Siamo di fronte, oggi, a possibilità mai viste prima per non solo conoscere, ma anche “manipolare” il mondo

Safer internet day: un’occasione in cui crescere in consapevolezza rispetto a una realtà nella quale, bene o male, siamo tutti immersi quotidianamente

Un web sicuro. Siamo di fronte, oggi, a possibilità mai viste prima per non solo conoscere, ma anche “manipolare” il mondo

“La tecnologia può migliorare il mondo, ma i decisori pubblici devono avere il coraggio di accompagnarla, in modo da mantenere universali la libertà e i diritti. O la democrazia sarà in grado di fissare regole – il codice della strada, le patenti per circolare, le cinture di sicurezza – oppure sarà travolta dalla semplificazione assoluta, dal complottismo, dal populismo, dalle verità inventate, dall’odio per l’altro, dalla rimozione del sapere, dell’esperienza, della storia, della conoscenza. Se non sarà così, da cittadini retrocederemo a followers. Non solo nella Rete”.
Con queste parole, nei giorni scorsi, Walter Veltroni chiudeva una suggestiva riflessione sul “Corriere della sera”, dedicata al tema della “rete”, questa pervasiva realtà dei nostri giorni che ingloba un po’ tutti e particolarmente i più giovani.
Una riflessione particolarmente attuale, visto che proprio settimana scorsa, il 6 febbraio, ricorreva il “Safer internet day”, cioè quell’evento annuale organizzato a livello internazionale con il supporto della Commissione Europea con l’obiettivo di far riflettere sia i giovani che gli adulti sull’uso consapevole del web e sul ruolo attivo che tutti possono svolgere nel momento in cui lo utilizzano. Si tratta, in buona sostanza, di un’occasione in cui crescere in consapevolezza rispetto a una realtà nella quale, bene o male, siamo tutti immersi quotidianamente.
Il Safer internet day (Sid) è stato istituito nel 2004 e nel corso degli anni è diventato un vero e proprio punto di riferimento per i vari operatori del settore – dalle istituzioni ai membri della società civile – coinvolgendo, più in generale, tutti i cittadini e tutte le cittadine e in particolare il mondo della scuola. Dove, tra l’altro, l’attenzione al “mondo virtuale”, con tutte le sue sfaccettature che comprendono – purtroppo – aspetti non di rado tragici come quelli legati al cyber bullismo, è specialmente sollecitata Oggi il Sid coinvolge oltre 100 Stati in tutto il mondo, Italia compresa.
Anche quest’anno il Ministero dell’Istruzione ha promosso iniziative specifiche e un evento dedicato in modo speciale al tema dell’intelligenza artificiale. Il Safer internet centre italiano “Generazioni Connesse” ha anche diffuso una ricerca secondo la quale è emerso, tra l’altro, come 2 adolescenti su 3 abbiano già usato applicazioni basate sull’intelligenza artificiale “generativa” come ChatGpt, tecnologia in grado di creare online, in autonomia, contenuti di ogni tipo – scritti, immagini e altro – partendo da semplici input da parte dell’utente.
E allora vale la pena di tornare alle riflessioni di Veltroni da cui siamo partiti. Siamo di fronte, oggi, a possibilità mai viste prima per non solo conoscere, ma anche “manipolare” il mondo. Il rischio reale è quello di finire intrappolati nella “rete”, che diventa una gabbia, una realtà isolata, a sé stante, dove le relazioni – che sono la sostanza dell’essere umano – finiscono per ridursi ad una infinita dinamica dello specchio: ciascuno guarda alla fine solo se stesso la propria immagine e i propri mondi riflessi vuoi da uno smartphone, o da un pc, o da community virtuali sempre più impalpabili. In gioco ci sono certo libertà e diritti. Più ancora, lo spessore della nostra umanità.
Conoscenza, consapevolezza, passione e rapporti autentici – tra persone che si incontrano, discutono, persino litigano, si misurano nel concreto – sono gli antidoti che la scuola può offrire ai più giovani, col vantaggio di un ambiente monitorato da adulti che avvertono la responsabilità e curano la stessa propria consapevolezza e preparazione. E’ una buona strada.

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Fonte: Sir