Sistema di accoglienza e integrazione: 31.324 posti e 37.372 migranti accolti. Record alla Sicilia

Presentato il Rapporto di Anci e Cittalia sull’accoglienza nel 2020 da parte di comuni ed enti locali di richiedenti asilo, titolari di protezione internazionale e minori stranieri soli. In calo i progetti (-5,9%) e circa 1 su 5 è stato destinato all’accoglienza dei minori. Più di 1 comune italiano su 5 risulta legato al Sistema di protezione

Sistema di accoglienza e integrazione: 31.324 posti e 37.372 migranti accolti. Record alla Sicilia

E’ stato presentato questa mattina il Rapporto annuale Siproimi/Sai di Anci e Cittalia, che illustra la presenza dei richiedenti, titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati accolti nel Sistema di accoglienza e integrazione e i servizi a essi garantiti dai Comuni e gli altri enti locali della rete SAI (il SAI ha sostituito il SIPROIMI, introdotto dal primo Decreto Sicurezza nel 2018, che a sua volta aveva rimpiazzato il modello SPRAR).
I dati sono riferiti al 2020 ed evidenziano le caratteristiche del Sistema e la sua capacità di ridefinire strategie e metodologie di intervento in un anno straordinario.

L’effetto del decreto Salvini

Il Rapporto evidenzia come dal 2019, a seguito dell’entrata in vigore del d.l. 113 convertito in legge a dicembre 2018 8c.d. Decreto Salvini), si sia registrata una leggera contrazione del numero di posti e beneficiari che ha, di fatto, interrotto il trend fortemente crescente iniziato a partire dal 2012.
“Nel corso degli anni, lo SPRAR/ SIPROIMI/SAI ha registrato numerosi ampliamenti a seguito, soprattutto, dell’incremento dei flussi migratori provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente – si afferma -. Nei primi 10 anni di attività (2003-2012), l’incremento dei posti e degli accolti è stato progressivo e ha portato a triplicare l’offerta l’iniziale: il tasso di crescita medio annuo dei posti si è attestato al 16,6%, mentre quello dei beneficiari ha di poco superato il 20%. Il 2013 è stato un anno di ‘rottura’: a seguito della cosiddetta ‘emergenza nord-africana’ si è registrato un notevole incremento di posti (+161%) e beneficiari (+61%), che è continuato piuttosto sostenuto fino al 2018, quando sono stati registrati complessivamente 35.881 posti e 41.113 beneficiari. Il 2019 rappresenta, come anticipato sopra, l’anno in cui, al contrario, si osserva una contrazione concomitante dei posti (33.625 unità, -6,3% rispetto al 2018) e dei beneficiari accolti (39.686 unità, -3,5% rispetto al 2018)”.
Una inversione di tendenza proseguita anche nel corso del 2020, ove i posti ammontano a 31.324 unità e 37.372 il numero dei beneficiari accolti. “Ma a tale proposito è interessante osservare che nel corso dell’anno il coefficiente di rapporto tra accolti e posti (1,19/1) è rimasto sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente (1,18/1). Questo a dimostrazione del fatto che – malgrado una diminuzione dei progetti della rete, riconducibile alle scadenze dei trienni di finanziamento tra dicembre 2019 e giugno 2020 – il Sistema ha confermato la sua capacità di accoglienza, procedendo in maniera sistematica a nuovi inserimenti di beneficiari, compatibilmente con le disposizioni sanitarie anti-Covid che hanno caratterizzato praticamente tutto il 2020”, si afferma nel Rapporto.

I progetti

Nel 2020, il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (Fnpsa) ha finanziato complessivamente 794 progetti (-5,9% rispetto all’anno precedente). Dall’analisi della distribuzione dei progetti per tipologia si evince che nel 2020 tre progetti su quattro sono stati dedicati all’accoglienza di persone afferenti alla categoria ordinari (602 progetti, pari al 75,8%), circa uno su cinque è stato destinato all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (148 progetti “MSNA”, pari al 18,6%), mentre la quota restante ha interessato progetti specificatamente deputati all’accoglienza di persone affette da disagio mentale e/o disabilità fisiche (44 progetti, 5,5%).

Gli enti locali coinvolti

Gli enti locali titolari di progetto sono complessivamente 679, di cui 586 Comuni, 18 Unità territoriali sovracomunali (ex Province), 26 Unioni di comuni o Comunità montane e 49 altri enti (Ambiti o Distretti territoriali e sociali, Consorzi intercomunali, Società della salute). Gli enti attuatori sono presenti in quasi tutte le Unità territoriali sovracomunali (103 su 107) e in tutte le Regioni italiane.
Gli enti locali titolari di un solo progetto sono 581 (85,6%), scendono invece a 82 (12%) quelli che lo sono di due progetti (uno per categoria ordinaria l’altro per minori stranieri non accompagnati - compreso FAMI – o per disagio mentale e disabilità fisica), 15 i titolari di tre progetti (solitamente uno per categoria ordinaria, uno per minori stranieri non accompagnati –compreso FAMI- l’altro per disagio mentale e disabilità fisica) e 1 titolare di quattro progetti (uno per categoria ordinaria, due per minori stranieri non accompagnati –compreso FAMI- l’altro per disagio mentale e disabilità fisica).

“La maggior parte dei 586 Comuni titolari di 686 progetti della rete SAI è caratterizzata da dimensioni particolarmente contenute, ciò a conferma del fatto che il Sistema di accoglienza e integrazione è presente in realtà territoriali diversificate, dai grandi centri metropolitani a quelli caratterizzati da una bassa densità abitativa e da bassi tassi di urbanizzazione e sviluppo”, si afferma nel Rapporto. Il 62,7% dei Comuni titolari di progetto ha meno di 15 mila abitanti e offre oltre 10 mila posti, pari al 39% del totale. Un terzo dei Comuni rientra nella fascia 15-100 mila abitanti e mette a disposizione della rete il 32% dei posti totali, mentre i grandi comuni con oltre 100 mila abitanti si attestano a 38 unità e arrivano a coprire oltre un/quarto (più precisamente il 28,5%) dell’offerta di posti.

I livelli di coinvolgimento dei Comuni all’interno della rete del SAI sono diversi. Infatti se 586 sono i Comuni titolari di progetto (che insieme alle Unità territoriali sovracomunali, Unioni di Comuni e altri Enti costituiscono l’insieme degli Enti locali titolari di progetto), quelli che risultano direttamente coinvolti nel Sistema SAI in quanto titolari di progetto e/o sede di struttura sono complessivamente 1.040 (oltre il 13% dei Comuni italiani). Mentre, i Comuni interessati dalla rete SAI a vario titolo (in quanto titolari di progetto, sede di struttura o perché facenti parte di un’aggregazione – Unione/Comunità montana, Distretto o Ambito, Consorzio o Società della salute) sono 1.614.

Nel 2020, più di 1 Comune italiano su 5 è dunque risultato legato al Sistema di Protezione e tra questi tutte le città metropolitane e città capoluogo di regione.
La maggior parte di questi Comuni è caratterizzata da dimensioni demografiche molto contenute (circa l’80% ha meno di 15 mila abitanti), oltre il 40% appartiene alle cosiddette “aree interne” – ossia ai territori considerati marginali e caratterizzati da trend demografici/economici/sociali negativi – e il 73% appartiene alle cosiddette “aree rurali” – ovvero a quei territori la cui economia è basata sull’agricoltura (non intensiva o specializzata) e spesso registra difficoltà e limiti di sviluppo.

Il SAI è una rete che coinvolge principalmente gli enti locali in qualità di titolari dei progetti, i quali coordinano sotto la propria responsabilità un vasto numero di soggetti, in primis gli enti attuatori, con i quali realizzano materialmente i progetti sul territorio di riferimento. Nel 2020, i soggetti attuatori dei progetti SAI sono stati 383. Si tratta in buona parte di Imprese sociali (55,1%) e di associazioni (18,5%). Seguono con quote più contenute gli enti pubblici (12,5%), gli enti religiosi (3,9%) e i raggruppamenti di operatori economici (3,7%).

I posti in accoglienza

Nel 2020 sono stati finanziati nel complesso 31.324 posti ed in particolare 26.234 per le categorie ordinarie (83,8%), 4.4377 per l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati (14,2%) e 653 per persone con disagio mentale e che necessitano di assistenza sanitaria specialistica e prolungata (2,1%). Rispetto al 2019, nonostante la diminuzione del numero di progetti dedicati ai MSNA, si è registrato un incremento dei posti (+4,3%), mentre una riduzione dell’8,5% ha riguardato i posti ordinari e del 4,5% di quelli destinati a persone con disagio mentale/disabilità.

La distribuzione regionale dei progetti di accoglienza della rete SAI ha visto anche nel 2020 ai primi posti Sicilia, Puglia e Calabria, seguite da Campania, Lazio ed Emilia-Romagna. Infatti, la metà dei posti complessivi è concentrata nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia (le Isole coprono il 15,9%, mentre il restante 34,6% è localizzato nelle Regioni del Sud) e la Sicilia risulta la regione caratterizzata dalla massima presenza di posti: sono nel complesso 4.672 e rappresentano il 14,9% del dato complessivo a livello nazionale.
Seguono, in ordine d’importanza territoriale, la Puglia e la Calabria che hanno praticamente lo stesso numero di posti (rispettivamente 3.133 e 2.983) e coprono insieme circa il 20% dei posti, e poi c’è la Campania con 2.681 posti (8,6%). Le altre tre “piccole” Regioni del Sud hanno un’offerta nettamente più contenuta. Circa un posto su cinque è ubicato nelle Regioni del Centro Italia (19,3%). La presenza maggiore di posti, nonostante il decremento registrato tra il 2019-2020 (di oltre 500 posti), è garantita dal Lazio (2.838 posti pari al 9,1% del totale) i cui posti sono concentrati in particolare nella Capitale, seguono con una quota sensibilmente inferiore la Toscana (1.507, 4,8%), le Marche (1.292, 4,1%) e l’Umbria (411, 1,3%). Nelle Regioni del Nord Italia, come durante l’anno precedente, si concentra oltre il 30% dei posti in accoglienza.
L’area territoriale nella quale si trovano meno posti è il Nord-Est, dove l’offerta è concentrata prevalentemente in Emilia-Romagna (2.614, 8,3%) la quale rispetto all’anno precedente ha visto una contrazione di circa 400 posti. Nel Nord-Ovest l’offerta è localizzata per lo più nelle due Regioni più grandi: la Lombardia, la quale mantenendo gli stessi numeri del 2019, ha 2.407 posti (7,7%) e il Piemonte con 2.022 unità (6,5%).

I posti per l’accoglienza ordinaria coprono l’83,8% del totale e la loro distribuzione territoriale per Macro Area e Regione ricalca sostanzialmente quella descritta poc’anzi con riferimento al totale dei posti SIPROIMI/SAI. Un discorso diverso va fatto invece per i posti dedicati ai minori stranieri non accompagnati (pari al 14,2% del totale). In questo caso il numero maggiore di posti si è concentrato prevalentemente in Sicilia (1.273 unità, pari al 28,7%), seguono l’Emilia-Romagna (560, 12,6%) e la Lombardia (397, 8,9%) poi Puglia (392) e Campania (311). Il 66% dei posti dedicati ai minori non accompagnati è pertanto presente in queste cinque Regioni italiane.
L’importanza relativa dei posti dedicati ai beneficiari con disagio mentale e/o fisico è molto più contenuta, ci si riferisce infatti a 653 posti complessivi, pari al 2,1% del totale. In tal caso sono sempre la Sicilia, la Puglia la Calabria, e l’Emilia Romagna a mettere a disposizione oltre il 78% dei posti predisposti per questa particolare categoria di beneficiari.

Le strutture abitative

Nella rete del SIPROIMI/SAI per la sistemazione alloggiativa dei beneficiari sono stati impiegati, anche nel 2020, soprattutto appartamenti (85%), con una sensibile crescita rispetto all’anno precedente (+19%). “Questo può essere letto in maniera correlata al processo di cambiamento che ha investito la maggior parte degli enti locali della rete, i quali hanno terminato un triennio di finanziamento tra il dicembre 2019 e la fine dell’anno successivo e, pertanto, sono stati interessati dalle procedure per la prosecuzione nel triennio seguente. E’, infatti, evidente che le soluzioni abitative in appartamenti siano aumentate di numero, a discapito dei centri collettivi che nel 2019, cumulati alle comunità alloggio, incidevano per il 33%, mentre nel 2020 si sono fermati all’8,2% (centri medio-piccoli, fino a 30 posti, pari al 6,5%; centri medio-grandi, con più di 30 posti, pari all’1,7%). Se come in passato anche per il 2020 si volessero sommare i centri collettivi alle comunità alloggio (qui raggruppate con le case famiglia e i centri di accoglienza per minori, per un complessivo del 6,4%), comunque non arriverebbero al 15%”.
“Nel corso dell’emergenza sanitaria diversi comuni del SAI hanno adottato misure straordinarie per dare attuazione a quanto previsto dall’art. 86 bis del decreto legge n. 18/2020, convertito in legge n. 27/2020, in merito alla messa a disposizione delle strutture del Sistema per l’accoglienza delle fasce maggiormente fragili della popolazione locale durante il periodo di emergenza sanitaria.
Allo stesso modo per diversi comuni è stato necessario predisporre sistemazioni abitative per garantire il corretto svolgimento dei periodi di isolamento e quarantena imposti ai beneficiari del SAI – si afferma -. Seppure in minima parte, tutto questo ha stravolto le modalità organizzative di alcuni progetti SAI, che hanno dovuto rivedere l’insieme delle strutture disponibili e in alcuni casi ricercarne di ulteriori per un loro utilizzo temporaneo, nonché prevedere ulteriori servizi e attività per contribuire al monitoraggio delle situazioni di isolamento e quarantena”.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)