Servizi per l'infanzia, "inaccessibili in molti paesi ricchi del mondo"
Rapporto Unicef: Lussemburgo, Islanda, Svezia, Norvegia e Germania ai primi posti per i servizi all'infanzia tra i paesi Ocse e Ue, Italia al 15esimo posto. Nelle famiglie ad alto reddito, quasi la metà dei bambini sotto i 3 anni riceve istruzione e cure, rmeno di 1 su 3 in quelle a basso reddito. Congedi parentali, meno della metà dei paesi offre almeno 32 settimane totalmente retribuito alle madri
“I servizi per l’infanzia di qualità a costi contenuti sono inaccessibili in molti dei paesi più ricchi del mondo”. Lo denuncia il nuovo rapporto “Where Do Rich Countries Stand on Childcare? – A che punto è l’assistenza all’infanzia nei paesi ricchi?” - pubblicato dall’Ufficio di Ricerca Unicef Innocenti - che classifica i paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e dell’Unione Europea sulla base delle loro politiche nazionali di servizi per l’infanzia e di congedo parentale. Queste politiche includono l’accesso dei bambini (ai servizi), l’accessibilità economica e la qualità dei servizi per l’infanzia dalla nascita all’età scolare.
Sono Lussemburgo, Islanda, Svezia, Norvegia e Germania a collocarsi ai primi posti per quanto riguarda i servizi per l'infanzia tra i paesi ad alto reddito, mentre Slovacchia, Stati Uniti, Cipro, Svizzera e Australia occupano i posti più bassi. L’Italia si colloca al 15esimo posto su 41 paesi esaminati, 28esimo per i congedi parentali retribuiti e per l’accesso dei bambini ai servizi per l’infanzia, 14esimo per la qualità dei servizi, ma primo per l’accessibilità economica, insieme a Cile e Malta.
“Per dare ai bambini il miglior avvio alla vita, dobbiamo aiutare i genitori a costruire un ambiente stimolante e amorevole, che è fondamentale per l’apprendimento, il benessere emotivo e lo sviluppo sociale dei bambini - ha dichiarato Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef - Gli investimenti dei Governi in politiche per la famiglia, fra cui l’assistenza all’infanzia, assicurano che i genitori abbiano il tempo necessario, le risorse e i servizi di cui hanno bisogno per supportare i loro figli ad ogni passo del loro sviluppo” .
Congedi parentali, ancora pochi papà ne usufruiscono
"I paesi che occupano i posti più alti nella classifica del rapporto uniscono l'accessibilità economica alla qualità dell'assistenza all'infanzia organizzata. Allo stesso tempo, offrono congedi lunghi e ben retribuiti sia alle madri che ai padri, dando ai genitori la possibilità di scegliere come prendersi cura dei propri figli. - si legge - I congedi parentali retribuiti, per madri e padri, consentono ai genitori di legare con i propri figli, supportare lo sviluppo sano del bambino, abbassare la depressione materna e aumentare l’uguaglianza di genere. Tuttavia, il rapporto mostra che meno della metà dei paesi offrono almeno 32 settimane di congedo parentale totalmente retribuito alle madri.
Quando viene offerto congedo parentale ai padri – sempre notevolmente più breve – pochi ne usufruiscono a causa di ostacoli professionali e culturali, ma questa tendenza sta cambiando". Quando poi i congedi terminano e i genitori sono pronti a tornare al lavoro, "i servizi per l’infanzia possono aiutare i genitori ad assicurare un equilibrio tra il prendersi cura dei propri figli, avere un lavoro retribuito e prendersi cura del proprio benessere". Eppure, segnalano gli osservatori, "la fine del congedo retribuito raramente coincide con l'inizio del diritto ai servizi per l’infanzia a costi accessibili, lasciando le famiglie in difficoltà nel colmare questo ritardo".
Senza servizi accessibili, si aggravano le disuguaglianze
"La mancanza di servizi per l’infanzia economicamente accessibili rappresenta un ostacolo fondamentale per i genitori, aggravando le disuguaglianze socioeconomiche all’interno dei paesi stessi", spiegano gli osservatori: nelle famiglie ad alto reddito, quasi la metà dei bambini sotto i 3 anni riceve istruzione e cure per la prima infanzia, rispetto a meno di 1 bambino su 3 nelle famiglie a basso reddito. In Irlanda, Nuova Zelanda e Svizzera, una coppia con un reddito medio dovrebbe spendere tra un terzo e la metà di uno stipendio per pagare i servizi per l’infanzia per due bambini. Mentre la maggior parte dei paesi ricchi sovvenziona fortemente i servizi l'infanzia per le famiglie vulnerabili, i genitori single a basso reddito in Slovacchia, Cipro e negli Stati Uniti dovrebbero comunque pagare fino a metà del loro stipendio.
Gli effetti della pandemia sulle famiglie
Il rapporto mostra che le chiusure dei servizi per l’infanzia causate dall'emergenza sanitaria dettata dal covid-19, hanno determinato per le famiglie ulteriori difficili circostanze. "Molti genitori hanno avuto difficoltà nel trovare un equilibrio nel prendersi cura dei propri figli e le responsabilità lavorative, mentre altri hanno perso il lavoro", sottolinea il rapporto.
Le richieste di Unicef
L'organizzazione chiede almeno 6 mesi di congedo parentale e accesso universale ai servizi per l’infanzia di qualità ed economicamente accessibili dalla nascita fino al primo anno di scuola di un bambino.
E, con questo rapporto, offre ai governi e al settore privato possano alcune indicazioni attorno a cui costruire politiche per i servizi per l’infanzia e congedi parentali. Perchè, come sottolinea Fore, "dare ai genitori il supporto di cui necessitano per fornire ai bambini fondamenta solide non è solo una buona politica sociale, ma anche una buona politica economica".
- Un mix di congedi parentali, di maternità e paternità retribuiti per madri e padri nel periodo prenatale e per il primo anno di vita di un bambino;
- Congedi parentali equi e attenti rispetto alle questioni di genere per assicurare che nessun genitore sia sovraccaricato dalle cure familiari;
- Congedi disponibili per tutti i dipendenti a tempo pieno e per chi lavora in forme non standard, come per i part-time, e supporto che comprenda costi legati alle cure per la nascita e parentali per genitori in altre circostanze di vita, come coloro non assicurati;
- Servizi per l’infanzia accessibili dalla fine dei congedi parentali, così che non ci sia un vuoto nel sostegno disponibile;
- Servizi per l’infanzia di qualità, accessibili, flessibili e a costi contenuti, disponibili per tutti i bambini, indipendentemente dalla situazione familiare;
- Servizi per l’infanzia pubblici e regolamentati per facilitare l'accesso delle famiglie a basso reddito e garantire gli standard nel servizio;
- Investire nelle professioni per i servizi per l’infanzia, nelle loro qualifiche e condizioni di lavoro, per favorire i più alti standard possibili;
- Incoraggiare i datori di lavoro a introdurre diritti a congedi retribuiti inclusivi e sensibili alle questioni di genere, accordi di lavoro flessibili e sistemi di supporto per la cura dei bambini;
- Allineare i servizi per l’infanzia ad altre politiche di sostegno alla famiglia, come gli assegni familiari universali, per ridurre il rischio che le disuguaglianze esistenti per i bambini vengano replicate nelle strutture pubbliche di servizi per l’infanzia.