Scuola in presenza? Una priorità, ma possibili deroghe per governatori e sindaci
Dopo l'intesa con i sindacati, il ministero ha inviato una nota tecnica alle scuole sul decreto del 6 agosto. Il distanziamento è “raccomandato”, la mascherina si toglie solo in palestra, il personale dovrà avere il Green Pass. E chiudere sarà ancora possibile in zona rossa e arancione, con “possibilità d'inclusione” per gli studenti disabili
La presenza in aula è la priorità assoluta, ma “non è esclusa la necessità di eccezioni” per “specifiche aree del territorio o per singoli istituti”: è quanto si legge nel decreto legge approvato lo scorso 6 agosto (n. 111/2021) “Misure urgenti per l’esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti”, che il ministero ha sintetizzato e diffuso tramite nota tecnica inviata agli istituti dopo la sottoscrizione del Protocollo d'intesa con i sindacati.
Presenza in aula, regola generale. Con possibili deroghe
La premessa è che “al fine di assicurare il valore della scuola come comunità e di tutelare la sfera sociale e psico-affettiva della popolazione scolastica” dispone che, sull’intero territorio nazionale e per l’intero anno scolastico 2021/2022, i servizi educativi e scolastici “sono svolti in presenza”. Si precisa però che, in base a quanto disposto dal decreto, finché dura l'emergenza (31 dicembre 2021), “per specifiche aree del territorio o per singoli istituti, i Presidenti di Regioni e Province autonome così come i Sindaci, esclusivamente in zona rossa o arancione e in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica, nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità”, possano “derogare alla regola generale”. In assenza di ulteriori specifiche, s'intende che questa possibilità riguarda indistintamente ogni ordine e grado di istruzione, incluse quindi le scuole primarie e secondarie di primo grado: sempre, naturalmente, in presenza di “eccezionale e straordinaria necessità”. In tal caso, scatterà la didattica a distanza: “In tale malaugurata ipotesi, per il tempo strettamente necessario, le istituzioni scolastiche avranno cura di assicurare il diritto allo studio dei propri alunni attraverso il ricorso alla didattica digitale integrata”.
Sempre in caso di sospensione dell'attività in presenza, il decreto evidenzia “la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”. Una “possibilità”, appunto, non un obbligo.
Mascherine, distanziamento, Green Pass
Riguardo le misure di prevenzione, le mascherine innanzitutto restano sulla bocca: nessun accenno alla possibilità di toglierle in caso di distanziamento sufficiente o di completa copertura vaccinale in classe: si parla infatti di “obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, fatta eccezione per: bambini di età inferiore a sei anni; soggetti con patologie o disabilità incompatibili con il loro uso; svolgimento delle attività sportive”.
Il distanziamento, invece, non è condizione indispensabile per la presenza in aula: si legge infatti che “la distanza interpersonale minima di un metro trova conferma come misura raccomandata. Ove, tuttavia, fosse impossibile rispettarla, la norma di legge esclude l’automatico ricorso alla didattica a distanza, richiedendo diverse misure di sicurezza”.
Obbligatorio invece, per tutto il personale scolastico, il Green Pass: “Al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione in presenza del servizio essenziale di istruzione, il decreto-legge introduce, dal 1° settembre al 31 dicembre 2021 (attuale termine di cessazione dello stato di emergenza), la certificazione verde Covid-19 per tutto il personale scolastico”.
Chiara Ludovisi