Scampia, Rossi-Doria: “Le reti solidali sono pilastro che non crolla”

Il presidente di Con i Bambini commenta il crollo e mette in guardia: “Non si riproponga lo stereotipo del territorio abbandonato a se stesso. E' una periferia con forti speranze, grazie a 50 anni di lavoro educativo e sociale. Le nostre reti pronte a reagire”

Scampia, Rossi-Doria: “Le reti solidali sono pilastro che non crolla”

Il lavoro sociale ed educativo non può tenere in piedi un palazzo, ma può rendere una comunità forte e capace di reagire anche di fronte a una tragedia. A Scampia, il lavoro sociale ed educativo si fa da almeno 50 anni, portato avanti da tante associazioni, che oggi più che mai sono accanto alle famiglie che vivono in quel territorio “vulnerabile “ e pronte a offrire tutto il loro sostegno. Marco Rossi-Doria è presidente di Con i Bambini, che da otto anni è soggetto attuatore dei programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Conosce bene quel territorio e chi lo abita, è ben consapevole dei problemi e delle fragilità, ma sa anche quanta forza e quante energie e potenzialità esistano in quella periferia, oggi profondamente scossa dal crollo in una delle famigerate “Vele”, che è costato la vita a due persone e ne ha ferite altre.

“Se un territorio è coeso, se le famiglie coltivano speranza, allora si possono affrontare anche difficoltà e tragedie come questa, che ci ha profondamente sconvolti. In quel quartiere ci sono centinaia di organizzazioni al lavoro da almeno 50 anni. Con i Bambini sostiene a Scampia tante iniziative, finanziate fin dall'inizio del Fondo: progetti rivolti ai bambini, agli adolescenti, ai figli dei detenuti, ai ragazzi messi alla prova, in partenariato con le parrocchie, con il vescovo e con le municipalità che insistono su quel territorio. Le notizie che ci arrivano da lì in queste ore ci parlano di una comunità molto scossa, addolorata, in lutto: quello che è accaduto ripropone con urgenza il problema delle Vele, che da 40 anni attende di essere risolto. Al contempo, però, ci arrivano racconti di solidarietà e di mobilitazione, sebbene siano i mesi estivi. Questo ci dimostra chiaramente che non partiamo da zero: in quel territorio ci sono problemi che tutti abbiamo sotto gli occhi, ma c'è anche una forte attivazione socio-educativa che ha generato speranze e coesione”.

Narrare le rigenerazione 

Questa “rigenerazione” è certamente il volto meno noto di Scampia, ma è un volto che esiste e che deve essere raccontato. “Ci sono le facoltà scientifiche dell'Università Federico II che si stanno spostando in periferia – ricorda Rossi-Doria – C'è anche una rigenerazione dei trasporti e ci sono, soprattutto, scuole molto attive: c'è una tradizione educativa forte, che coinvolge parrocchie, oratori, palestre... Tutto questo ha contribuito alla costruzione di una comunità solidale forte. Quando accadono queste tragedie, il fatto che questa comunità solidale esista ha molta importanza e fa la differenza. A Scampia, esiste”.

Per questo, Rossi-Doria chiede che ci sia una narrazione corretta, completa e rispettosa di un territorio che è si vulnerabile, ma anche ricco di risorse. “In queste ore viene riproposto, a livello comunicativo e mediatico, lo stereotipo su Scampia come luogo abbandonato da Dio e dagli uomini. C'è chi dice che c'è solo Gomorra, chi dice che nulla è stato fatto. Ma sono semplificazioni che non rendono giustizia alla realtà: chi lavora in quel territorio e c'è stato tante volte, come il sottoscritto, sa che i problemi non sono certo risolti: non c'è lavoro, la percentuale di povertà minorile nelle periferie napoletane è più alta della media del mezzogiorno, mentre il tasso di occupazione femminile è tra i più bassi d'Europa e perfino l'attesa di vita è di un anno e mezzo minore della media nazionale. Ma sappiamo anche, noi che frequentiamo quei territori, che c'è un solido radicamento solidale. Senza le reti di solidarietà e questi 40 anni di lavoro, senza la fatica di decine di migliaia di persone nelle scuole e fuori, quale sarebbe stata oggi la situazione? La rete di solidarietà del terzo settore è un grande baluardo, che si preoccupa di ridurre i danni, di riprendere il lavoro, di ridare fiducia e speranza. Oggi c'è dolore, spaesamento, lutto. C'è chi dice: 'Perché deve succedere tutto a noi?' ed è avvilito, perché nono ostante tutti gli sforzi, torna l'immagine stereotipata di Scampia come periferia senza speranze. Ma le speranze ci sono e le reti sociali e solidali sono lì per rafforzarle, pronte a riprendere il lavoro, seguendo le famiglie che saranno trasferite e quelle che resteranno. È faticoso, ma le energie ci sono e saranno messe tutte in campo”.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)