Rom, sit-in degli abitanti di Castel Romano in Campidoglio: no allo sgombero
Un sit-in indirizzato alla sindaca Virginia Raggi per dire no allo sgombero del campo nell'estrema periferia Sud di Roma, previsto il 10 settembre, senza un'adeguata alternativa abitativa. Presenti tra gli altri, nonostante la pioggia, il presidente dell'Associazione 21 Luglio, Carlo Stasolla, rappresentanti di Amnesty International Italia e a politici locali e nazionali
Gli abitanti dell'area F dell'insediamento di Castel Romano si sono riuniti stamattina in piazza del Campidoglio dando vita a un sit-in indirizzato alla sindaca Virginia Raggi per dire no allo sgombero del campo nell'estrema periferia Sud di Roma, previsto il 10 settembre, senza un'adeguata alternativa abitativa. Nonostante la pioggia battente, insieme al presidente dell'Associazione 21 Luglio, Carlo Stasolla, a rappresentanti di Amnesty International Italia - che hanno chiesto il rispetto del blocco nazionale degli sgomberi in vigore fino al 31 dicembre - e a politici locali e nazionali, in decine si sono ritrovati sotto il Marc'Aurelio per leggere ad alta voce e consegnare alla prima cittadina una lettera in cui si ripercorrono le origini dell'insediamento e le soluzioni individuate dagli stessi residenti: "Siamo famiglie che da decenni vivono a Roma. Siamo mamme e papà, cittadini romani nati e cresciuti a Roma, la città che amiamo e sentiamo nostra e nella quale tutti noi abbiamo frequentato le scuole. Molti di noi sono cittadini italiani, i giovani lo diventeranno a breve- scrivono- Sulle nostre sofferenze tanti politici hanno costruito la loro carriera e diverse associazioni hanno visto garantito il loro bilancio. Forse proprio per questo è utile ancora a molti additarci come criminali, come persone che non vogliono includersi, come soggetti culturalmente diversi. Eppure noi sappiamo che non è così".
Nelle scorse settimane, spiegano gli abitanti di Castel Romano, "ci è stato notificato un foglio che ci intima di lasciare i container dove viviamo, nell'area F di Castel Romano, liberi da cose e persone entro il 10 settembre 2020. Siamo noi i primi a volerlo fare e per questo 30 delle 35 famiglie hanno da tempo fatto domanda di casa popolare e, avendo punteggi molto alti, attendono fiduciosi la risposta. Altre famiglie prima di loro hanno già compiuto questo passaggio con successo negli scorsi anni. Siamo qui per dare forza alla nostra voce da sempre inascoltata. Molte delle famiglie residenti potrebbero uscire dall'area F di Castel Romano da subito, entrando come è loro diritto in una casa popolare. Per le famiglie rimaste, 9 persone in tutto, le uniche in condizione di irregolarità giuridica e che non potrebbero avere accesso a questa misura, chiediamo invece una protezione umanitaria a tempo, in strutture adeguate senza la divisione del nucleo familiare, al fine di dargli il tempo di regolarizzare la loro posizione e reperire autonomamente una soluzione abitativa".
Come si legge nella lettera "sarebbe una scelta di buonsenso e di discontinuità con il passato che finalmente metterebbe fine al nostro nomadismo forzato consegnando finalmente a tutti noi l'opportunità di sentirci pienamente in gioco nella città di Roma. Vogliamo uscire dai ghetti che le passate amministrazioni hanno costruito e mantenuto, vogliamo sentirci parte di questa città offrendo il nostro contributo per la sua crescita e sviluppo. Roma è la nostra città, una città che amiamo e nella quale vogliamo continuare a vivere e costruire il futuro nostro e dei nostri figli. Non distrugga la nostra speranza con la stessa violenza con cui le ruspe potrebbero buttare giù le nostre abitazioni", conclude l'appello alla sindaca.
Per il deputato di +Europa, Riccardo Magi, "in questa lettera si manifesta tutta la vostra sofferenza, ma anche l'incapacità delle amministrazioni che si sono succedute. Gli sgomberi producono solamente ulteriore disagio, insicurezza e altri insediamenti abusivi e illegali, voi invece proponete soluzioni legali, di buonsenso e che stanno nelle regole: non è facile farsi ascoltare in questa città, soprattutto su temi come questo, ma noi che siamo qui faremo di tutto per farvi prendere in considerazione, cominciando dall'assicurarci che questa lettera venga ricevuta da chi di dovere e che ci si prenda la responsabilità di dire si' o no in modo chiaro".
Marta Bonafoni, consigliera della Lista Zingaretti alla Regione Lazio, si e' detta "molto colpita dalle vostre parole perche' dimostrate quelle responsabilità, capacità e competenza che tutti i colori politici che finora si sono avvicendati in Campidoglio non riusciti a far prevalere.
Sgomberare è stupido perché non è una soluzione e perché chi soffia sulla paura sentendo l'odore della campagna elettorale individua voi come responsabili di tutti i mali".
Come rappresentanti dell'amministrazione comunale, ha concluso il consigliere del Pd in Campidoglio, Giovanni Zannola, "sosterremo le vostre proposte in Assemblea capitolina. Insieme all'Associazione 21 Luglio vi siamo stati accanto anche durante il lockdown e continueremo a farlo, soprattutto ora perché quando si avvicinano le elezioni c'è l'idea che sgomberare e trattare le persone come rifiuti generi consenso, ma noi non siamo d'accordo. Cercheremo di bloccare e rallentare questo sgombero finché ogni famiglia non avrà ricevuto una soluzione abitativa idonea e diritti come tutti i cittadini di Roma".