Ricostruzione Centro Italia: le domande presentate e approvate aumentate del 62%
Il Commissario straordinario Legnini ha appena presentato il Rapporto 2020 sulla ricostruzione dopo il sisma del 2016. Richiesti contributi per 5,6 miliardi, raddoppia la spesa erogata nel corso dell’anno. Nel 2021 previsti 624 cantieri per le opere pubbliche
Dopo la grande stasi degli anni precedenti, nel 2020 la ricostruzione del Centro Italia a seguito dei terremoti del 2016-17 ha avuto una forte accelerazione, nonostante la pandemia, che ha imposto anche un blocco temporaneo dei cantieri, e alla decisiva evoluzione della normativa e delle procedure, che ha richiesto agli uffici e ai professionisti un adattamento. Lo riferisce il Rapporto 2020 sulla ricostruzione appena pubblicato dal Commissario Straordinario, Giovanni Legnini. Secondo il Rapporto, le domande dei contributi pubblici per la riparazione dei danni alle abitazioni private e alle attività produttive sono cresciute del 62%, da 12 a quasi 20 mila, per un importo complessivo richiesto di 5,6 miliardi di euro. Le istanze approvate, anch’esse cresciute del 62%, sono passate da 4.200 a quasi 7 mila, con la concessione di contributi per 1,62 miliardi di euro. Le somme effettivamente erogate sulla base dello stato di avanzamento dei lavori nei cantieri hanno segnato un progresso ancora più accentuato, e sono più che raddoppiate rispetto a fine 2019, passando da 303 a 709 milioni di euro. L’andamento positivo, riferisce ancora il Rapporto, è confermato nei primi due mesi del 2021, con i contributi erogati per 88 milioni di euro. Ci sono stati provvedimenti che finalmente hanno accelerato la tabella di marcia: decisiva è stata l’Ordinanza 100, che ha rivoluzionato le procedure e accorciato drasticamente i tempi di concessione dei contributi, e la 107, che di fatto ha sbloccato la ricostruzione dei Comuni più colpiti, introducendo i Programmi straordinari, che sono in corso di adozione in una trentina di comuni del cratere.
Opere pubbliche
Il Rapporto riferisce progressi anche sul fronte delle opere pubbliche, la cui realizzazione, finora sostanzialmente bloccata, viene favorita dal pacchetto di semplificazioni introdotto dal governo, che contempla anche poteri straordinari per il Commissario. Le stazioni appaltanti delle 1.288 opere pubbliche contenute nel nuovo elenco unico, finanziato con 1,8 miliardi, hanno appena provveduto a trasmettere al Commissario il cronoprogramma dei lavori, in base ai quali si prevede l’avvio entro il 2021 di 624 nuovi cantieri. Nel 2020 la spesa per le opere pubbliche è stata di 60 milioni di euro, con un incremento del 32% sull’anno precedente.
Il Rapporto 2020 fa il punto sull’andamento della ricostruzione pubblica e privata, per la prima volta anche in relazione ai danni stimati per ciascuno dei 138 comuni del cratere sisma 2016, e contiene specifici approfondimenti sulla situazione del personale addetto alla ricostruzione, sui nuovi presìdi di legalità ed i controlli dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, sul Recovery Fund per le ricostruzioni, sugli studi attualmente in corso delle faglie e dei dissesti idrogeologici del territorio, sull’attività del Servizio di assistenza rivolto ai professionisti e ai cittadini.
Al Rapporto è allegato un piccolo Dizionario della ricostruzione, che sottolinea le parole chiave della nuova strategia che si è delineata per la ripartenza del Centro Italia, una sintetica rassegna dei principali provvedimenti normativi varati nel 2020 che l’hanno resa possibile, un breve compendio delle 20 Ordinanze emesse nell’anno, tutte approvate all’unanimità dalla Cabina di coordinamento con i governatori e sindaci delle quattro regioni colpite dal sisma, e dei pareri emessi dall’Ufficio giuridico.
Scrive il Commissario Legnini nell’Introduzione al Rapporto: “Nel corso del 2020 sono andati definendosi, facendo leva sulle decisive misure varate dal Governo e dal Parlamento, i contorni di una strategia per ricostruire e far ripartire i territori investiti dalla doppia emergenza, che nel 2021 potrà trovare compiuta attuazione. I cardini per promuovere questa visione sono semplicità delle regole, loro chiarezza e stabilità, un modello di ricostruzione di qualità, sicuro e sostenibile, integrazione della ricostruzione materiale degli edifici con iniziative di rinascita economica e sociale di questi territori”.