Riconoscimento Lis, Fiadda: “Non è così che si tutelano i diritti delle persone sorde”
Per l’associazione un “emendamento disastroso, non gradito nemmeno alle persone sorde segnanti” e che sottrae “4 milioni di euro al Fondo sociale per occupazione e formazione”. Inserito nel Decreto sostegni "incuranti del fatto che le Commissioni parlamentari stanno lavorando per un testo di legge che tenga conto delle diverse esigenze dei sordi"
“Il 6 maggio scorso il Senato, rinnovando la fiducia al Governo, ha approvato il testo emendativo del Decreto Legge 41/21 (Sostegni per imprese, operatori economici, servizi territoriali, lavoro e salute, correlate alla grave emergenza Covid-19), il cosiddetto “Decreto Sostegni”. Con un blitz attuato nottetempo il 3 maggio scorso, il senatore Salvini e una dozzina di altri senatori leghisti hanno portato all’approvazione un emendamento (il 34 ter), che introduce il riconoscimento della Lis (Lingua dei Segni Italiana) e della figura di interprete Lis, contro la Costituzione, il buon senso, il rispetto della democrazia e del dibattito parlamentare”. Così inizia la nota della Fiadda, Federazione Italiana per i Diritti delle Persone Sorde e Famiglie, diffusa a seguito del riconoscimento della Lingua italiana dei segni. “In Italia e nella nostra associazione grande è la delusione e l’amarezza delle persone sorde e delle loro famiglie, per questa azione promossa nell’ambito di un Decreto Governativo molto importante per la rinascita del Paese. Il tutto allo scopo di introdurre un emendamento di portata culturalmente insignificante, che non è gradito nemmeno alle persone sorde segnanti e che si basa tra l’altro sul trasferimento di 4 milioni di euro sottratti al Fondo Sociale per l’Occupazione e la Formazione (Fsof)”.
“In tal modo i senatori leghisti - prosegue Fiadda - si disinteressano completamente delle reali necessità per l’inclusione delle persone sorde in Italia, Paese che non obbliga gli alunni e le alunne sordi/e alla frequenza delle 'Scuole Speciali', e si ignorano totalmente i diritti prioritari dei minori con sordità (articolo 7.2 della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità), e in particolare il 'diritto alla parola'. Si ignora altresì che attualmente le Commissioni Parlamentari si stanno occupando oculatamente della materia, per fare incontrare le più differenti e svariate esigenze e per definire un Testo di Legge che tenga conto dei diritti di tutte le persone sorde e non solo di una minima parte di loro”.
Prosegue la nota: “Purtroppo nel partito della Lega manca evidentemente la cultura necessaria per capire l’importanza della diagnosi precoce di sordità, dell’esigenza di adottare Protocolli Nazionali per la presa in carico dei Servizi Abilitativi ed Educativi e anche dell’importanza della creazione dei necessari servizi tecnologici e di accessibilità. Manca, in generale, la conoscenza del principio stesso che ha ispirato la Convenzione Onu, cui il partito della Lega dichiara di fare riferimento. Se così fosse, infatti, si saprebbe che all’articolo 4.3 la Convenzione vincola il Legislatore ad una stretta consultazione e al coinvolgimento delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni rappresentative. Colpevolmente, invece – continua l’associazione aderente alla Fish - nessun passaggio è mai stato fatto presso l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, istituito e operante presso la Presidenza del Consiglio, né si è costruito alcun dialogo con le grandi Federazioni Nazionali di rappresentanza. La citata Convenzione Onu persegue chiaramente l’indipendenza e l’autonomia della persona e, nel caso della persona sorda, l’acquisizione della competenza linguistica verbale, senza la necessità di un’intermediazione o di un interprete Lis che dir si voglia: a questo bisogna tendere, ovviamente senza nulla togliere ai bisogni di ciascuno, e per questo c’è un dibattito aperto, ma senza le forzature emerse con questo disastroso emendamento”.