Piano scuola, vaccini, disabilità: luci e ombre verso la riapertura
Intervista a Evelina Chiocca, presidente del Coordinamento italiano degli insegnanti di sostegno. “Per gli alunni disabili, nessuna novità: non si chiarisce la necessità, sempre, della presenza inclusiva”. Spaventa il “rischio di esclusione o bullismo per il compagno disabile che non possa vaccinarsi”
Poche novità, ma notevoli criticità: il Piano Scuola presentato nei giorni scorsi dal ministro Bianchi desta perplessità e qualche preoccupazione, soprattutto tra chi ha a che fare con gli studenti più vulnerabili. Nello specifico, il Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative nelle istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione (allegato al Decreto Ministeriale 257 del 6 agosto 2021), dedica al tema dell'inclusione le pagine 13 e 14, in cui innanzitutto viene ribadita l'importanza prioritaria e imprescindibile della frequenza in presenza per gli alunni con disabilità: “Costituisce priorità irrinunciabile assicurare, adottando tutte le misure organizzative possibili d'intesa con le famiglie e le associazioni per le persone con disabilità, la presenza quotidiana a scuola degli alunni con bisogni educativi speciali, in particolare di quelli con disabilità, nella vera e partecipata dimensione inclusiva”. Si aggiunge che “per alcune disabilità potrà essere necessario ricercare 'accomodamenti ragionevoli', coerenti con le indicazioni del Cts”: tra queste, l'esonero dall'uso della mascherina e l'utilizzo di “ulteriori dispositivi” da parte del personale dedicato.
Viene inoltre confermata, nel piano scuola, l'attenzione alle “necessità degli studenti con patologie gravi o immunodepressi, in possesso di certificati rilasciati dalle competenti autorità sanitarie, tali da consentire loro di poter seguire la programmazione scolastica avvalendosi anche eventualmente della didattica a distanza”.
Abbiamo chiesto a Evelina Chiocca, presidente del Ciis (Coordinamento italiano insegnanti di sostegno) di evidenziare punti di forza e lacune del documento, anche alla luce di quanto avvenuto lo scorso anno, quando proprio il Ciis ha più volte evidenziato l'inadeguatezza delle misure previste per gli studenti con disabilità e la necessità di garantire a questi la presenza “in condizioni di effettiva inclusione”.
Quali novità ci sono, nel Piano Scuola, per gli studenti con disabilità?
Sostanzialmente, nessuna, non tanto rispetto allo scorso anno scolastico, quanto a ciò che è sotteso al piano stesso. Nel Piano scuola viene ricordato di 'assicurare la presenza quotidiana a scuola', condizione che però è garantita a tutti gli alunni, richiamando poi gli alunni con bisogni educativi speciali, in particolare quelli con disabilità, per i quali è auspicata una 'vera e partecipata dimensione inclusiva'. Ora a tutti è ormai noto che la dimensione inclusiva si realizza unicamente a fronte di 'gruppi eterogenei di alunni della stessa classe', indicazione questa che non viene però esplicitata nel Piano scuola e che, di conseguenza, potrà indurre alla costituzione di gruppi di soli alunni con disabilità, assimilabili a classi differenziali di fatto o di classi speciali, esattamente come è avvenuto in molte scuole nel precedente anno scolastico. Caldeggiare la presenza in classe degli alunni con disabilità è sicuramente importante, ma con altrettanta determinazione deve essere detto chiaramente alle scuole che ciò deve avvenire con la presenza in classe di altri compagni, quelli 'privi di etichette'. Non solo: va anche ribadito che in classe devono essere presenti 'i docenti della classe' e non, come a mio avviso erroneamente fa il piano scuola, le sole risorse professionali specificatamente dedicate. Tutti noi sappiamo che tutti i docenti della classe sono insegnanti degli alunni con disabilità, ma tutti noi siamo consapevoli di quanto ciò sfugga, almeno a coloro che insistono nel ritenere che i soli docenti incaricati su posto di sostegno si debbano occupare di questi alunni. Al ministero stesso, è palese, le idee al riguardo sono alquanto confuse. Ne è chiara testimonianza l’introduzione nel nuovo Pei dell’esonero che, a partire dal prossimo anno scolastico, se il ministero non interviene prontamente omettendolo dai provvedimenti emanati, potrà essere adottato dai docenti della classe.
Come bisognerebbe allora garantire questa dimensione inclusiva?
Se la scuola deve accogliere tutti nel rispetto di quei principi inclusivi che il ministero stesso proclama di voler promuovere, allora è necessario correggere immediatamente il tiro, dicendo chiaramente che nelle classi, a fronte di eventuale sospensione delle lezioni, deve entrare 'il piccolo gruppo eterogeneo', accompagnato da tutti gli insegnanti di quella classe. C'è poi un altro punto critico: in merito al distanziamento, il Piano scuola, così come è scritto, potrebbe indurre in confusione, perché il distanziamento, come è noto, quest’anno è solamente raccomandato e non già obbligato, come, a mio parere, avrebbe dovuto essere e come avviene al di fuori della scuola.
Quali sono invece gli elementi positivi che riscontra nel Piano scuola, relativamente agli alunni con disabilità?
Certamente le indicazioni relative alla consultazione con le famiglie degli alunni con disabilità, come pure la possibilità che gli alunni impossibilitati alla frequenza possano rimanere al proprio domicilio, anche se si dovrebbero trovare modalità, ove le condizioni lo permettano, di prevedere la presenza di un docente. Mentre ho qualche preoccupazione per il modo in cui, nel documento, si parla della vaccinazione a partire dai 12 anni.
In che senso?
Uno dei paragrafi del Piano scuola 2021-2022 descrive la vaccinazione come misura fondamentale di prevenzione pubblica, fondamentale per contenere la dissuasione della Sars-Cov-2. Ed è per questo che nel Piano scuola, al fine di scongiurare la didattica a distanza e per garantire la frequenza in presenza, viene sollecitato il personale docente e non docente a una 'piena partecipazione alla campagna di vaccinazione'. Per lo stesso motivo, il Cts ritiene necessario promuovere la vaccinazione dei più giovani, considerando che “anche per gli studenti di età uguale o superiore ai 12 anni, benché per questi ultimi è noto che gli sviluppi di una sintomatologia grave sia evento infrequente e che i casi letali sono estremamente rari, nondimeno si rileva essenziale avanzare celermente nella campagna vaccinale”. Si tratta chiaramente di una sollecitazione, non certo di un’imposizione. Tuttavia, pensando ad alunni impossibilitati a sottoporsi a vaccinazione, tra cui anche alunni con disabilità, questa indicazione potrebbe risultare critica. Nei provvedimenti sulla riapertura viene infatti descritta la possibilità di non utilizzare la mascherina o di ridurre la distanza di un metro, qualora tutti i soggetti presenti nella stessa classe siano vaccinati. Di conseguenza, se in una classe vi è un alunno con disabilità che non ha potuto sottoporsi al trattamento vaccinale, lì non sarà possibile ridurre le distanze e, soprattutto, togliere le mascherine. Ciò potrebbe provocare forme di disagio, magari con esternazioni, da parte dei compagni, o addirittura l’allontanamento dello studente, in modo da consentire agli altri di togliersi la mascherina. In altre parole, questa ipotesi potrebbe aprire a un rischio di isolamento di alcuni alunni con disabilità. Purtroppo il Piano è stato diramato, non so se potrà essere rivisto, ma ritengo questo un elemento critico. Ci auguriamo che il senso di responsabilità, di accoglienza e la cultura dell’attenzione verso l’altro evitino che venga meno il rispetto verso gli altri, impedendo così anche l’insorgere di eventuali comportamenti assimilabili a forme di bullismo. In questo, tutti i docenti della classe possono (e devono) fare la differenza: a loro chiediamo di far sì che una mascherina e/o una distanza non si trasformino in strumenti di esclusione, bensì siano percepiti come modalità necessarie per favorire e consentire, in ambito scolastico, una convivenza serena e civile.
Chiara Ludovisi