Non autosufficienza, il premio City Angels all’associazione Felicita

Assegnati il premio Campione nella categoria Anziani. Il presidente Azzoni: "Pensiamo che migliorare la vita degli anziani, in particolare di quelli più fragili, sia una questione di civiltà"

Non autosufficienza, il premio City Angels all’associazione Felicita

All’Associazione Felicita per i diritti nelle Rsa il premio Campione nella categoria Anziani di City Angels; è stato assegnato da una giuria composta dai direttori di 21 testate italiane. “Questo premio ha vent’anni di vita, e noi, che a giugno abbiamo compiuto un anno di vita, siamo particolarmente onorati di riceverlo - ha affermato il presidente Alessandro Azzoni  - Felicita è nata soprattutto perché quanto successo durante la pandemia possa cambiare la cultura della vecchiaia, in una società che nella fragilità umana, di cui gli anziani sono testimoni viventi, vede un problema da confinare lontano dalla vista, spesso seguendo logiche poco attente ai diritti. Come nel caso delle migliaia di anziani che, mentre la vita all’esterno è ormai ripresa, vivono da oltre 16 mesi ancora isolati nelle Rsa, senza poter uscire per una passeggiata e un gelato con figli e nipoti. L’anziano rappresenta le radici del nostro passato, la nostra storia e la nostra memoria, è il futuro che tutti noi abiteremo, è il presente che ci mette di fronte alla comune fragilità che abitualmente vogliamo nascondere o rimuovere, ma che si manifesta nelle vite incrinate dalla malattia, dall’handicap e dalla vecchiaia. Assumendo la fragilità come paradigma della comune esperienza umana che apre le persone alla dimensione dell’accoglienza, della comprensione, dell’ascolto, riconoscendoci e rispecchiandoci nella fragilità di chi ci sta accanto possiamo riscoprire la nostra umanità e ci scopriamo soggetti capaci di prenderci cura a vicenda”.

Il recentissimo report effettuato da Istat per la Commissione istituita dal Ministero della Salute e presieduta da Mons. Vincenzo Paglia, ricorda l'organizzazione, "delinea una fotografia preoccupante dei bisogni inevasi di assistenza di 1,2 milioni di anziani over75, di cui circa 1 milione vive solo o con un livello di aiuto insufficiente, con compromesse capacità funzionali, mancanza di supporto sociale, sfavorevoli condizioni abitative, difficili condizioni economiche".

Intercettare la domanda di questo “popolo di anziani spesso soli", traducendola in un’offerta di servizi di sostegno, prioritariamente presso l’abitazione e sul territorio significa assicurare loro una migliore qualità di vita, per evitare che la condizione di svantaggio esploda come domanda sanitaria dalle dimensioni insostenibili.

Pensiamo che migliorare la vita degli anziani, in particolare di quelli più fragili, sia una questione di civiltà. E Milano, che si pone come modello per l’Italia, può essere all’avanguardia in questa battaglia civile, proprio partendo dalle Rsa partecipate dal Comune, per rafforzare il ruolo del pubblico nel garantire la riapertura degli incontri coi parenti e costruire una maggior trasparenza nel rapporto fiduciario tra strutture residenziali e famiglie. Partendo dall’istituzione della figura del Garante degli anziani in modo da dotare Milano, e in prospettiva tutta la Lombardia, di uno strumento che vigili sull’assistenza prestata agli anziani ricoverati in strutture residenziali, favorendo il benessere dell’anziano in ogni fase della sua vita, a beneficio di tutta la cittadinanza” ha concluso Azzoni.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)