Nel 2020 oltre 16 mila cooperative sociali attive in Italia

5° Congresso nazionale di Legacoopsociali; l'assemblea, domani, eleggerà il nuovo presidente. Il saluto della sottosegretaria Ascani: “Ruolo centrale della cooperazione sociale nello sviluppo del nostro Paese”. Presentato il rapporto del Centro Studi Legacoop: la ripresa è in essere, buone prospettive per il futuro

Nel 2020 oltre 16 mila cooperative sociali attive in Italia

“In Italia ci sono oltre 16 mila cooperative sociale che toccano la vita del 12 per cento della popolazione. Nell’ultimo quinquennio la cooperazione sociale ha creato 50 mila nuovi posti di lavoro, confermando il suo ruolo centrale nelle sviluppo del Paese. La cooperazione sociale in pandemia si è fatta carico di responsabilità pubbliche, facendo leva sulle sue capacità di vicinanza alle persone. Ma ha anche una grande capacità di innovarsi e innovare: una larga percentuale di queste realtà ha investito in formazione al digitale, in nuove tecnologie. Noi non vogliamo tornare alla situazione pre-pandemica, vogliamo promuovere un nuovo modello di sviluppo. Non solo infrastrutture, ma anche creatività, innovazione, welfare adeguato alle esigenze delle persone. Grazie per quello che avete, grazie per quello che faremo insieme: farete la differenza nella ripartenza prevista anche grazie al PNRR”. Si è aperto con il videomessaggio di Anna Ascani, sottosegretaria del ministero dello Sviluppo Economico, il 5° Congresso nazionale di Legacoopsociali iniziato questa mattina a Bologna. Sul palco, una panchina e un paio di scarpe rosse, per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Trecento i delegati, 230 in presenza, una settantina in collegamento: “Emancipazione, transizioni, benessere, prossimità, nuove generazioni sono le cinque parole chiave che devono guidare il nostro lavoro – ha sottolineato la presidente uscente Eleonora Vanni –. Vogliamo continuare a camminare e a costruire una società sana, inclusiva e sostenibile e vogliamo farlo cooperando”.

La sessione d’apertura del congresso è stata l’occasione per la presentazione della ricerca “Aspetti quantitativi e qualitativi della cooperazione sociale Italiana e aderente a Legacoop” realizzata dal Centro Studi Legacoop e finalizzata a descrivere la consistenza delle cooperative sociali aderenti e del totale delle cooperative sociali italiane. A presentarla, Mattia Granata, presidente dell’Area Studi. Nel 2020, le cooperative sociali attive sono 16.218, di cui 1.940 aderenti a Legacoop (12 per cento). Il valore della produzione supera i 15 miliardi di euro, di cui oltre 4 miliardi e mezzo legati all’attività delle cooperative aderenti (28,3 per cento). Gli addetti totali sono 451.499, 126.115 (27,9 per cento) impiegati dalle coop di Legacoop. Guardando al totale, è di oltre 14 miliardi il capitale investito, di quasi 4 miliardi il patrimonio netto, di più di 666 milioni il capitale sociale. Concentrandosi sui dati specifici delle realtà aderenti a Legacoop, il peso è imponente: è di quasi 4 miliardi il capitale investito (27,9 per cento del totale), poco più di un miliardo il patrimonio netto (26,9 per cento del totale), quasi 260 milioni il capitale sociale (38,9 per cento del totale). Valutando la tipologia, per oltre la metà dei casi (54 per cento tra le aderenti; 51,9 per cento tra le non aderenti) si tratta di cooperative di Tipo A. Tra le aderenti sono il 28,2 per cento di Tipo B; il 17,8 per cento di Tipo A e B. Tra le non aderenti quelle di Tipo B sono il 24,8 per cento; quelle di Tipo A e B il 23,3 per cento.

Delle 1940 coop aderenti a Legacoop, 462 si trovano nelle Isole (6.950 addetti, oltre 242 milioni il valore della produzione); 405 al Centro (34 mila addetti, oltre un miliardo il valore della produzione); 377 nel Nord-Est (47 mila addetti, un miliardo e 800 milioni il valore della produzione); 360 al Sud (9.743 addetti, 290 mila il valore della produzione); 336 nel Nord-Ovest (27.267 addetti e quasi 914 milioni di valore della produzione). La maggior parte delle coop non aderenti a Legacoop si trova al Sud (4.699), seguito da Nord-Ovest (2.821), Isole (2.638); Centro (2.285); Nord Est (1.835). Sono quelle del Nord Ovest le realtà con il maggior numero di addetti (oltre 117 mila) e anche con il valore della produzione più alto (4 miliardi e 280 milioni). Passando alle classi dimensionali, delle 1940 cooperative di Legacoopsociali 1.572 sono micro; 280 piccole; 75 medie; 13 grandi. Tra le 14.278 non aderenti, 13.150 sono micro; 990 piccole; 128 medie; 10 grandi.

In chiusura d’intervento, il presidente del Centro Studi di Legacoop ha presentato un’anticipazione del Rapporto Congiunturale Nazionale per valutare situazione e prospettive delle cooperative aderenti a LegacoopSociali.
Nel quadrimestre trascorso – ha spiegato –, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il 33 per cento delle imprese ha riscontrato un aumento nella domanda di prodotti/servizi. Solamente il 2 per cento ha indicato una diminuzione. Il dato è in netto miglioramento rispetto alla congiunturale precedente: infatti era stato solo il 17 per cento delle imprese a registrare un aumento della domanda, mentre quasi il 19 per cento indicava una diminuzione. Non solo: nel quadrimestre trascorso, rispetto ai quattro mesi precedenti, il 29 per cento delle imprese ha riscontrato un aumento nella domanda di prodotti/servizi, mentre solamente il 5 per cento ha indicato una diminuzione. “Il dato è in miglioramento rispetto alla precedente rilevazione congiunturale – sottolinea – quando il 16 per cento del campione aveva registrato un calo della domanda e il 26 per cento delle imprese un aumento”. Nel quadrimestre appena trascorso, il 60 per cento delle imprese intervistate ha giudicato soddisfacente il livello della propria liquidità rispetto alle esigenze operative, anche questo dato in miglioramento. E ancora, nel quadrimestre appena trascorso, la prevalenza delle cooperative (48 per cento) ha aumentato l’occupazione. Il dato è in forte aumento rispetto alla precedente rilevazione: allora era stato solo il 14 per cento ad aumentare l’occupazione, mentre il 21 per cento delle cooperative aveva visto ridurre i propri addetti.

Nel 2020, le cooperative associate a Legacoopsociali hanno perso maggiormente rispetto alle non aderenti. “Ci sono circa 3 punti percentuali di differenza – specifica Granata –. Ma questo non è necessariamente un dato negativo, ancora lo stiamo analizzando: molto probabilmente dipende dal settore – ci sono settori che, più di altri, sono stati colpiti in pandemia. Potrebbe essere anche un dato legato alla maggior presenza, tra le non associate, di grande impresa. Oppure potrebbe essere conseguenza della scelta delle coop aderenti di tutelare e difendere la forza lavoro”. Una lettura ponderatamente positiva che collima con la prospettiva che queste realtà dichiarano di intravedere. Nei prossimi mesi poco più della metà delle imprese intervistate si attende un livello stazionario della domanda così come dell’occupazione. Rispetto alla rilevazione precedente, migliora notevolmente il sentiment dei cooperatori riguardo l’andamento dell’economia nel suo complesso. “Partendo da una situazione difficile – chiude Granata – la previsione è di una progressiva ripresa nel lungo periodo. Una impresa intervistata su due prevede il consolidamento delle attività, mentre un’altra quota rilevante (21 per cento) si attende un’espansione della propria attività. Solamente per il 2 per cento del campione, prevalentemente micro e piccole cooperative, si teme per un ridimensionamento delle attività. I problemi principali che emergono per continuare l’attività? Riguardano soprattutto la scarsità di manodopera, la garanzia di continuità dei servizi, la liquidità a breve termine e gli impedimenti burocratici”.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)