Montagna per tutti, a Sondrio otto testimoni d’eccezione raccontano il loro “museo a cielo aperto”

Dalla Joëlette ai sentieri per tutti otto video presentano l’altra faccia della montagna: un territorio inclusivo e accogliente anche nei confronti delle persone con disabilità. Un’iniziativa nata all’interno del progetto Essere-IN, realizzata in collaborazione con Redattore Sociale

Montagna per tutti, a Sondrio otto testimoni d’eccezione raccontano il loro “museo a cielo aperto”

Tutti in montagna possono essere di casa. Perché, con i dovuti accorgimenti le bellezze naturali possono essere davvero accessibili a ognuno, anche alle persone con disabilità. È un po’ lo spirito del progetto “Essere-IN-Intrighi di montagna”, finanziato dalla Regione Lombardia e dal ministero del Lavoro e promosso dall’associazione “dappertutto” e dalle sezioni di Sondrio di UildmUiciAnffas FabLab, con in sostegno del Centro servizi per il volontariato di Monza Lecco Sondrio e di numerose associazioni locali e nazionali. Ed ora, per far meglio comprendere come la montagna possa diventare meno “impervia” di quanto non si creda, insieme a noi di Redattore Sociale sono state realizzate otto video testimonianze che raccontano la montagna da altrettanti punti di vista. Si tratta di otto testimoni, con e senza disabilità, accomunati dall’essere nati tutti nella provincia di Sondrio, ma soprattutto da una sincera passione per il volontariato e dall’amore per il proprio territorio: quel “museo a cielo aperto”, come lo definisce Walter Fumasoni, presidente dell’associazione “dappertutto”, che rappresenta la vera ricchezza per gli abitanti del luogo.

Walter Fumasoni

“La montagna è il nostro museo a cielo aperto e tutti dovrebbero potervi entrare – dice Walter Fumasoni, che nel 2009 ha fondato l’associazione “dappertutto”, nata per volontà di un gruppo di professionisti volontari che volevano mettere le proprie competenze a disposizione delle persone con disabilità per abbattere le barriere fisiche e culturali –. La montagna – prosegue – rappresenta anche una bellissima metafora della vita, è sincera e non è discriminante. Ognuno si trova davanti i propri limiti però l'importante è che ci si possa andare. Rendere accessibile la montagna vuol dire, nei sentieri che già ci sono, studiare anche tecnicamente quelle che sono le piccole barriere che possono essere rimosse. Fare una buona manutenzione ordinaria e tenere pulito. E esplicitare quelli che sono i valori tipici della gente di montagna: qui le cose si fanno tutti assieme e tutti assieme si arriva in cima”.

Francesca Rogna

Le montagne sono una barriera: una barriera che sembra insormontabile, ma insormontabile non è, perché con l'aiuto di questo meraviglioso ausilio che è la Joëlette e con l'aiuto fondamentale degli amici e dei volontari che spingono e che tirano ho potuto godermi la montagna nel vero senso della parola”, spiega Francesca, volontaria dell’associazione “dappertutto”, che si muove in carrozzina per una disabilità motoria dalla nascita. “Mi siedo bella comoda – aggiunge – ho i miei cari cavalieri che mi spingono e io mi godo la montagna che è un piacere”.

Andrea Sceresini

“Sono un joëlettatore: uomo di fatica che spinge e si diverte con altre persone ad aiutare i ragazzi ad andare in montagna”, dice di sé Andrea Sceresini, di professione meccanico di moto – Chi me lo fa fare? Il divertimento che provo a stare con queste persone e ad aiutare i ragazzi ad avere un attimo di svago e a stare all'aria aperta. Ho provato anni fa in seguito a un incidente il fatto di essere aiutato a riprendere in mano la mia vita. E così ho capito – continua – che dovevo dare agli altri quello che avevano dato a me. Mi sento appagato dell'aiuto che dò. La montagna è libertà, stare all'aria aperta e anche avere dei momenti di riflessione quando sei solo.

Luciano Bertolina

“Ho sempre frequentato la montagna – sottolinea Luciano Bertolina, presidente del Cai di Valfurva –. Ho visto tutti i continenti e le montagne del mondo, seguendo vari percorsi naturalistici e ambientali con il Club Alpino Italiano. Col progetto "dappertutto" abbiamo cercato di far frequentare e portare sulle montagne, anche le meno accessibili, tutti i ragazzi che hanno meno possibilità di arrivare e vedere la montagna in tutti i suoi aspetti. Il nostro compito è stato quello di fare dei sopralluoghi, in collaborazione col Parco Nazionale dello Stelvio, Comuni e Comunità montana Alta Valtellina, per trovare dei percorsi e renderli accessibili e raggiungibili da tutti grazie alle Joëlette”.

Stefania Carnazzola

“La montagna fa parte della mia vita, ci sono cresciuta e mi piace camminare – spiega Stefania Carnazzola, vice presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Sondrio – Tutti i percorsi che seguo sono per lo più semplici, normalmente cammino accompagnata. Rendere accessibili i sentieri di montagna deve diventare assolutamente un obiettivo da perseguire. In Valtellina sono stati allestiti due percorsi cosiddetti sensoriali, uno in Val Gerola e uno in Val Masino. Sono utilissimi per chi non vede, ma anche per chi vede, per poter capire ed esplorare delle esperienze sensoriali. In futuro mi piacerebbe organizzare delle escursioni di gruppo con altri non vedenti, accompagnati da esperti o volontari – conclude –. Camminare in compagnia secondo me è molto bello. Credo che tutti i non vedenti debbano poter fruire di questa possibilità”.

Olivo Ortensio

“Fra poco dovrei andare in pensione, per cui avrò più tempo per fare tante passeggiate sulle nostre belle montagne – dice Olivo Ortensio, bancario e consigliere dell’Ens Lombardia - È importante per tutti noi avere la possibilità di poter vedere le bellezze della natura ovunque. La montagna è un punto di riferimento già dai tempi remoti, primitivi, non solo a livello territoriale ma come luogo di pace interiore e di benessere. Quando sono in cima alla montagna sento un profondo silenzio in fondo all'anima e ammiro la bellezza del panorama, soprattutto la natura ancora intatta”.

Daniele Berbenni

“Adesso sto lavorando come cameriere – dice Daniele Berbenni, un giovane di 27 con la sindrome di Down, che vive a Bormio –. Ho conosciuto e ho fatto l’esperienza di Albergo Etico. Come tutor avevo un collega con la sindrome di Down, che mi ha insegnato a servire le colazioni e al ristorante ai tavoli. A me la montagna piace tantissimo perché è la mia vita. Io faccio sci alpino, sci nordico, arrampicata. Poi vado a fare le passeggiate in famiglia, con il Cai di Valfurva o anche con le guide alpine. I primi viaggi all'inizio li ho fatti insieme a mia mamma – precisa – e poi ho cominciato a fare i viaggi Bormio-Asti da solo. Ho imparato anche a vivere da solo, in accademia, e sono contento”.

Sandra Magatelli

Sandra è la mamma di Daniele, il giovane cameriere di Bormio: “A Daniele ho sempre detto: Se non provi a fare una cosa, non saprai mai se riuscirai a farla – racconta – . Per noi la montagna è tutto. Possiamo sperimentare tutto quello che ci offre e godere delle sue bellezze in qualsiasi stagione. Percorriamo tutti i sentieri delle montagne in qualsiasi momento, in qualsiasi stagione, e troviamo sempre delle nuove mete. Il sogno principale di Daniele è quello di andare a vivere da solo – confida –. Sta facendo un po' di prove, speriamo che riesca”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)