“Mi muovo nello spazio”, i bambini con autismo crescono attraverso il gioco e il judo
A Bologna, il progetto del Comitato Autismo 365 offre attività sportive e ludiche, pensate ad hoc per aiutare i bambini autistici a ridurre le difficoltà motorie e a esprimere nel movimento le emozioni che sentono. Tra le proposte anche incontri con il maestro Rostand Melaping, ex campione olimpico camerunense di judo
Il movimento è fondamentale per esprimere le proprie emozioni e comprendere quelle altrui, ma i bambini autistici hanno una percezione diversa delle azioni corporee e dei meccanismi che le governano. Da questa consapevolezza nasce “Mi muovo nello spazio”, progetto ideato dal Comitato Autismo 365, nato a Bologna da un gruppo di genitori di bambini autistici: una serie di attività sportive per favorire il miglioramento e il potenziamento delle loro abilità motorie, da svolgere in due gruppi di cinque partecipanti, divisi per età (5-10 e 11-18), con frequenza bisettimanale.
“Il movimento è fondamentale per tutti, ma soprattutto per i bimbi autistici, che spesso hanno difficoltà motorie, camminano sulle punte, e fanno fatica a comprendere i gesti altrui – afferma Francesca Del Monte, vicepresidente dell’associazione e mamma di un bambino con autismo –. Questi bambini non intendono le azioni come veicolo delle emozioni degli altri, ed equivocano l’intenzione che sta sotto al movimento. Così abbiamo pensato a questa attività per aiutarli a ridurre le difficoltà motorie e a esprimere nel movimento le emozioni che sentono”.
Per far partire il progetto, l’associazione ha lanciato un crowdfunding sul proprio sito: l’obiettivo è di raccogliere 4 mila euro per finanziare gli incontri presso la palestra Castellata nel quartiere Navile di Bologna, che ha sia un’area verde sia una struttura coperta, nel pieno rispetto delle norme anticovid. “L’attività ludica sarà associata a un’attività di judo pensata specificamente per bambini autistici – racconta Del Monte –. Il judo è anche uno studio dell’intenzione dell’altro, insegna a rispettare l’altro e cercare di comprenderlo: un’attività di questo tipo può aiutare i bimbi a capire che cosa sente l’altro e che cosa pensa. Abbiamo contattato Rostand Melaping, ex campione olimpico camerunense di judo, oggi insegnante. Gli abbiamo chiesto di pianificare un’attività ad hoc per i bimbi autistici, che si svolgerà in presenza dei loro educatori: Rostand è una persona umanamente incredibile, avvicina al judo anche chi non ha voglia di muoversi, ecco perché abbiamo pensato proprio a lui”.
Oltre a “Mi muovo nello spazio”, l’associazione ha in cantiere il progetto “Amico mio sei tu”, che prevederà incontri individuali con un cane perché la relazione con l’animale possa costituire una fonte di crescita, di esplorazione di nuovi stimoli sensoriali ed emozionali, per accrescere la disponibilità relazionale e comunicativa. “I bambini autistici non sono tutti uguali, ci sono anche delle situazioni molto compromesse – afferma Del Monte –. Questo progetto è pensato per chi ha molta difficoltà relazionale e magari fa fatica a parlare”. E poi c’è “Parliamone”, progetto dedicato ai genitori di bambini autistici: si tratta di una serie di incontri virtuali con una psicologa esperta in autismo, per dare la possibilità di confrontarsi all'interno di un gruppo nel quale possano condividere esperienze, vissuti, informazioni e strategie, in ottica terapeutica e di reciproco supporto.
Il Comitato Autismo 365 è nato a gennaio di quest’anno proprio con l’idea di mettere insieme progetti concreti per i bambini con autismo e le loro famiglie. “Da tempo ci eravamo resi conto che i nostri figli non erano aiutati, e il lockdown gli aveva dato il colpo di grazia – conclude Del Monte –. Ad esempio, ad ogni bambino autistico dovrebbero essere garantite dall’Asl almeno 15 ore settimanali di terapia Aba, che aiuta molto nella crescita e nello sviluppo delle proprie capacità, ma spesso non viene assicurata neanche un’ora. Questo perché le liste d’attesa sono lunghissime, e intanto gli anni passano: chi può paga la terapia privatamente, con costi altissimi, chi non ha la possibilità economica invece perde quell’opportunità. Così ci siamo chiesti che cosa potevamo fare noi. Abbiamo dato vita all’associazione per cercare di tutelare al massimo i diritti esistenti dei nostri figli, che purtroppo non vengono garantiti, ed evidenziare diritti nuovi, anche con la nostra presenza nei tavoli decisionali, per far sentire la nostra voce e spingere a livello politico per avere leggi serie che garantiscano una tutela effettiva”.
Alice Facchini