Margherita Grotto. Racconto con ironia e delicatezza l’Alzheimer

Margherita Grotto ispirata da una vicenda personale ha realizzato un albo illustrato che parla... d’amore

Margherita Grotto. Racconto con ironia e delicatezza l’Alzheimer

Margherita Grotto è una giornalista e copywriter vicentina, classe 1989. Con l’illustratrice Laura Guerra, anche lei di Vicenza, ha pubblicato per Sassi Editore La memoria del cuore (pp. 32, Euro 15,90) albo illustrato che parla di Alzheimer attraverso gli occhi di una bambina. Il libro è nelle librerie dal 25 ottobre scorso.

Margherita, com’è nata l’idea di realizzare questo libro? «Da molto tempo sono appassionata di albi illustrati, quando entro in una libreria sono i primi che sfoglio: mi piacciono i vari stili, le tematiche che affrontano e le immagini regalano molto a queste pubblicazioni. Da sempre ho la passione anche per le parole tanto da averne fatto un lavoro. Un’esperienza personale mi ha dato lo spunto per pensare e realizzare questo libro».

Di quale vicenda parli? «Mi riferisco a mia madre a cui è stata diagnosticata qualche anno fa la malattia di Alzheimer. Alla comunicazione di questa patologia potevo reagire in tre modi: arrabbiarmi. L’ho fatto. Rielaborare la cosa con l’aiuto di una professionista, perché era troppo pesante farlo da sola. L’ho fatto. Scrivere, la mia terapia da sempre. L’ho fatto. E mi sono dedicata a questo’ultimo punto con così grande intensità da averne fatto un libro».

Per chi è pensato questo testo? «Per bambini dai cinque anni in su, per raccontare loro che esistono anche queste realtà; però il linguaggio che uso è universale e quindi pensato per raggiungere anche gli adulti. La parola “Alzheimer” non è mai riportata, perchè in fondo questa non è l’unica forma di demenza. Ho scelto di leggere, osservare e interpretare la malattia da un punto di vista più colorato, quello delle mie figlie. Mi sono calata nei loro panni e ho raccontato tutte le situazioni che viviamo in casa attraverso l’interpretazione della figlia maggiore, in chiave spensierata: e così questa malattia si fa più lieve e la convivenza meno dura».

Com’è la quotidianità di tua mamma? «Fortunatamente il decorso della malattia è lento. Con la mia famiglia abito vicino a lei, ma il primo caregiver, il “datore di cure”, è mio padre. La memoria è sicuramente l’aspetto più delicato. I malati di Alzheimer, in genere, sono molto attivi nel “presente”, si relazionano normalmente, ma passati anche pochi minuti possono scordare quanto accaduto o detto poco prima; per chi è loro accanto questo genera molta sofferenza».

C’è ancora paura, in generale, delle demenze? «Sì, io stessa non ne conoscevo molto e gli sviluppi della malattia non sono tutti uguali nelle persone. In alcuni casi, poi, c’è ancora un po’ di tabù e una forma di vergogna, è una patologia che non vedi perchè è nella mente, non riesci a comprenderla fino in fondo. Eppure, insieme al cancro, è la malattia di questi tempi, complice anche l’aspettativa di vita più lunga».

Le immagini di questo albo sono davvero molto belle. «Sì, avevo visto i lavori di Laura Guerra qualche anno fa mentre li esponeva, ed ero rimasta colpita. Mi ero ripromessa di chiamarla qualora avessi deciso di realizzare qualcosa con delle illustrazioni, e così è stato. Lei ha saputo tracciare con delicatezza segni vivi, densi, toccanti, trattando l’Alzheimer con cura, gentilezza, discrezione e sensibilità».

Illustratrice vicentina, in arte Drawingfish, classe ’85
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«È il mio primo albo illustrato – racconta Laura Guerra – È stato un percorso incredibile, un’esperienza emozionante come poche altre in vita mia. Ho dedicato ore e ore ad abbozzare e perfezionare le tavole, esplorando un aspetto del mio stile che uso con parsimonia: il colore. Per questo progetto il colore era essenziale, mi sono divertita molto a creare illustrazioni vibranti, piene di vita».

Età e sesso femminile tra i fattori di rischio

La demenza è in crescente aumento nella popolazione generale ed è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e da Alzheimer Disease International una priorità mondiale di salute pubblica. Il maggior fattore di rischio associato all’insorgenza delle demenze è l’età, e il sesso femminile risulta più esposto all’insorgenza dell’Alzheimer, la forma più frequente di tutte le demenze (circa il 60 per cento).

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