Lombardia, vaccinazioni agli over 80: troppo lente e senza criterio
Vengono somministrate circa 8mila dose al giorno. “Di questo passo quanti giorni occorrono per vaccinare tutti?” chiede il segretario lombardo del sindacato dei pensionati Cisl
Per i vaccini in Lombardia, “non tutti i cittadini sono uguali”. È la denuncia di Emilio Didonè, segretario regionale del sindacato dei pensionati Fnp Cisl. “Le vaccinazioni antiCovid over 80 non seguono ordine di età: chi è più fortunato si vaccina prima, senza seguire alcun criterio. Dopo le precedenti fallimentari gestioni, dai nuovi arrivati ci aspettavamo qualcosa di meglio!”. Per il sindacato ci sono “code di anziani davanti agli ambulatori autorizzati e nessuna scrematura riguardante età, fragilità o particolari attinenze per una precedenza da far rispettare. Chi prima arriva, meglio alloggia!”. Al primo di marzo, secondo quanto riporta il sito della Regione, in Lombardia sono state finora somministrate agli ultra ottantenni 72.282 dosi: 70.018 la prima dose e 2.264 la seconda dose. Con una media intorno alle 8mila somministrazioni al giorno, visto che le vaccinazioni sono iniziate il 18 febbraio.
Alla campagna vaccinale rivolta agli over 80 ha raggiunto le 550.956 adesioni. “Di questo passo – insiste il segretario generale dei pensionati CISL Lombardia -, quanti giorni occorrono per vaccinare tutti gli over80? e quanti per tutta la popolazione Lombarda con o senza over 16?”.
Non c'è però solo un problema di lentezza nelle vaccinazioni. Non passa giorno senza che una rappresentanza di persone chieda di essere vaccinata prima perché strategica per le sorti del paese, sottolinea il sindacato. “E chi dovrebbe avere la precedenza per le prime dosi di vaccino? -chiede il segretario Didonè-. Non tutti la pensano allo stesso modo anzi stiamo assistendo a una gara immunitaria dimenticando che siamo tutti sulla stessa barca, abitanti di questa regione, di questo paese, di questo pianeta. Pensare di combattere da soli, senza relazioni prima tra regioni e governo del nostro paese, a seguire tra stati europei e a livello globale, non ha alcun senso”.
“Non nascondo una certa preoccupazione per quanto visto finora, inclusa la vaccinazione contro l’influenza, e quindi non riesco ad essere molto ottimista -conclude Didonè-. A mio parere sarà importante ricreare un nuovo rapporto di fiducia reciproca tra le istituzioni, gli esperti e i cittadini”.