La Guerra in Casa. Un libro per raccontare la Riviera del Brenta e i comuni limitrofi tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale

Un libro per raccontare la Riviera del Brenta e i comuni limitrofi tra la fine della Prima guerra mondiale e la conclusione della Seconda: viene presentato a Pianiga martedì 25 luglio alle ore 18.30 nel parco di Villa Calzavara Pinton.

La Guerra in Casa. Un libro per raccontare la Riviera del Brenta e i comuni limitrofi tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale

Una data che è di per sé è tutta un programma, ricorrendo l’80° anniversario della caduta del fascismo. La famosa "notte del Gran Consiglio" quando, complice l’ordine del giorno Grandi, Benito Mussolini fu prima messo in minoranza e poi arrestato ponendo così fine al ventennio fascista e dando inizio a quella sequela di eventi che, passando dall'8 settembre, arriveranno fino al 25 aprile 1945 e alla liberazione di Milano e d’Italia.

Una vera cavalcata nella storia che va oltre le semplici vicende belliche quella contenuta in "La guerra in casa", libro scritto da Ivan Bruno Zabeo alla sua seconda prova da storico locale dopo il fortunato "Dolesi al fronte".

E la storia ha trovato nella Riviera un teatro d’eccezione a cominciare dal primo bilaterale tra il Duce e Hitler avvenuto a Villa Pisani a Stra, un evento quasi dimenticato in Italia ma ampiamente trattato dalle cronache internazionali.

«Di solito bilaterali di questo calibro si svolgono a Roma – riflette Zabeo – e la portata dell’evento si capisce anche dagli argomenti trattati come l’Anschluss e il pericolo che la Germania nazista invadesse l’Austria. Un’eventualità che Mussolini in un primo tempo cercò di scongiurare».

La storia non è fatta però solo dalle vicende dei capi di stato e dei dittatori, ma soprattutto dalle esperienze e dai ricordi della gente. «Il libro racconta di persone comuni. I nostri nonni, i nostri parenti. Ed è frutto poi di tutto il lavoro di interviste fatte nel tempo da me, dall’associazione Rivera al fronte, e tradotto poi con i "Gagliardetti della memoria" che negli anni abbiamo donato alle famiglie dei caduti in guerra – ricorda Ivan Zabeo – Ogni capitolo, ogni teatro bellico viene anticipato da una parte brevissima di storia generale, ma poi si concentra sulle singole vicende».

Vicende che nella prima parte del conflitto si dipanano lungo un fronte che andava dall’Africa alla Russia fino all’Atlantico e poi, con la caduta del fascismo e l’occupazione tedesca si fanno molto più vicine. «La guerra di liberazione viene combattuta in ogni paese – continua Zabeo – Ci sono degli episodi significativi come per esempio la "Beffa del Dolo" quando, in una notte del maggio 1944, i partigiani cattolici della brigata Guido Negri riescono a disarmare una serie di caserme fasciste nel pieno centro del paese. Senza sparare neppure un colpo i partigiani riescono ad appropriarsi di 150 armi oltre a un bottino economico non indifferente».

Eventi come questi rappresentano certo la chiave di volta dell’epopea resistenziale del territorio ma all’epoca segnarono anche un prevedibile inasprimento del conflitto. «La Beffa ebbe delle conseguenze: fino a quel giorno del 1944 la Resistenza esisteva, ma non veniva percepita come un vero e proprio pericolo dai nazifascisti. Percezione poi radicalmente cambiata».

I parroci della zona assistettero agli eventi e ne annotano i momenti più salienti nei loro diari e nelle cronache parrocchiali. Un ruolo, quello dei sacerdoti, essenziale per conoscere le prospettive più umane del conflitto perché l’attenzione delle memorie non era rivolta solo agli eventi in quanto tali ma anche alle vittime dei numerosi bombardamenti.

«La liberazione in questo lembo d’Italia non avvenne il 25 aprile ma il 29 e in quei giorni ne successero di ogni – conclude Ivan Zabeo – Sono i giorni più difficili della guerra di liberazione. Una cosa che ci tengo sottolineare è che questo libro parla di liberazione e antifascismo, ma non come una storia di una parte sola. Non è stata fatta solamente dai comunisti e dai socialisti, insomma, ma ha visto la partecipazione di tante anime che erano politicamente slegate tra di loro ma che si sono messe insieme e insieme hanno combattuto il fascismo e il nazismo con tutte le forme, sia con le arma in mano, sia su un piano di semplice staffetta, di comunicazione».

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