Jules, in fuga dal Congo, oggi studia all’Università di Firenze
La favola di un ragazzo fuggito da guerra e persecuzioni e arrivato attraverso un corridoio umanitario in Italia, dove studia agraria: “Così tornerò in Congo e aiuterò il mio Paese a rinascere”
“Ho lasciato la Repubblica Democratica del Congo otto anni fa a causa della guerra, della paura per la mia vita e delle persecuzioni. Il mio Paese è teatro di conflitti e instabilità crescenti sebbene benedetto da abbondanti risorse naturali, di cui solo pochi ne traggono vantaggio, il resto della popolazione deve invece affrontare morte, distruzione, accesso limitato ai servizi sanitari, sicurezza e cibo”.
Con queste parole Jules, rifugiato congolese, racconta la sua fuga dal Congo verso l’Etiopia. Oggi Jules, grazie ai suoi studi e grazie a un corridoio umanitario dell’Unhcr tra l’Etiopia e l’itala, potrà studiare all’Università di Firenze e la sua vita potrà cambiare radicalmente.
“Ho vissuto in Etiopia per 8 anni, ho vissuto inizialmente nel campo profughi di Sherkole, a Benishangul Gumuz, regione sud-occidentale dal 2012-2014; si tratta di un campo con rifugiati sudanesi, sud sudanesi e congolesi, si trova a 400 chilometri da Addis Abeba, la capitale dell'Etiopia”.
Nel 2014 ha vinto una borsa di studio alla Gambella University dove si è laureato nel 2017 alla Facoltà di Agraria, dipartimento di Gestione delle Risorse Naturali. Dopo la laurea, è andato a vivere ad Addis Abeba dove ha soggiornato dal 2017-2020.
Ad Addis Abeba, ha avuto la possibilità di raggiungere Firenze. “Questa opportunità è stata pubblicata dall'ufficio dell'UNHCR ad Addis Abeba annunciando il progetto UNICORE, un'opportunità data agli studenti che avevano conseguito la laurea ma non avevano la possibilità di continuare gli studi post-laurea. Per me è stata una grande notizia perché dopo la mia laurea, volevo specializzarmi in settori legati all'agricoltura e con sorpresa l'Università di Firenze aveva il dipartimento di Gestione delle risorse naturali dello sviluppo rurale tropicale”.
Dopo un concorso e un ulteriore processo di selezione, ha vinto la borsa di studio. “Questa per me è una grande opportunità e sono molto felice di avere la conoscenza e la possibilità di migliorare il settore agricolo dei paesi che vivono in condizioni di estrema povertà. L'agricoltura è lo strumento migliore per eliminare la fame e allo stesso tempo responsabilizzare le persone per la sostenibilità economica e finanziaria. Nessun essere umano dovrebbe subire la carestia in quest'era tecnologica. Firenze mi ha dato pace, accesso a materiale didattico che non potevo trovare a casa, mi ha fatto sentire accettato e accolto”. E adesso ha grandi ambizioni per il future: “Vorrei dare speranza a persone che hanno perso tutto, vorrei far risplendere le persone che sono state maltrattate e terrorizzate; vorrei dar voce a coloro che sono stati messi a tacere, vorrei responsabilizzare le persone vulnerabili, potenziare le capacità e sradicare la fame e la povertà”. E il suo future lo vede in Congo, proprio per aiutare, attraverso le sue nuove competenze, le persone più in povere: “Ho una grande speranza per il futuro del mio Paese, niente dura per sempre, così è la condizione nel mio Paese. Tutte le nazioni del mondo hanno avuto una storia di guerra ma hanno raggiunto la pace. Potremmo arrivarci in ritardo, ma non importa quanto lunga possa sembrare la notte, il sole splenderà. Spero tanto di contribuire con le conoscenze che sto acquisendo, riunendo le persone per lavorare per una migliore situazione del Paese, un piccolo passo alla volta”.