“Istruzioni romantiche per danzare senza gravità”: la disabilità in un corto
Il cortometraggio di Lucio Zannella presentato da Rai Cinema al Giffoni Film Festival. In 14 minuti, vuole “dimostrare che la disabilità è solo un luogo della mente”
Una cena per inaugurare una nuova abitazione diventa l'occasione, per i proprietari di casa, di radunare allo stesso tavolo diversi amici del loro passato. È questo l’incipit del toccante cortometraggio “Istruzioni romantiche per danzare senza gravità” (Italia, 2020, 14’) di Lucio Zannella, presentato oggi al Giffoni Film Festival da Rai Cinema Channel. Il tema è la disabilità, che vogliono trattare “senza vittimismo né paternalismo”. A parlarne è Benedetta De Luca, conduttrice, modella e influencer salernitana con disabilità, che ha assistito alle riprese, lavorando allo sviluppo del personaggio insieme alla protagonista Chiara Celotto e ospite del festival insieme ad altri protagonisti: “Quando si parla di disabilità in questo modo è molto bello, soprattutto per chi come me ci è nato. Sono molto orgogliosa di quello che abbiamo fatto, perché si può ballare anche con il cuore, anche con l’anima. E il personaggio di Alisia (Chiara Celotto, ndr) lo trasmette. Vogliamo rispetto, ma non vogliamo essere guardati come ‘diversi’, e neanche essere trattati con la paura a fare domande sulla nostra storia. Basta il rispetto, e magari un mondo con meno barriere architettoniche”.
Prodotto da Daitona e presentato da Rai Cinema Channel, il corto ha come attori protagonisti Chiara Celotto e Roberto Cacciopoli: quest'ultimo nel corto è Graziano, che arriva in ritardo mentre tutti gli altri commensali sono già seduti a tavola. L'unico posto libero è accanto ad Alisia, ragazza apparentemente dolce ma dal carattere cinico e combattivo. Tra i due inizia presto uno “scontro” ideologico fatto di frecciatine e freddure, destinato a far capire a entrambi che la prima impressione non è mai quella giusta.
“Non è facile affrontare il tema della disabilità al cinema – commenta il regista, Lucio Zannella - Molto spesso lo spettatore si accosta al personaggio disabile con eccessiva pietà e commiserazione, finendo per non provare empatia, mentre altre volte la tematica stessa lo allontana. Il problema è che spesso si realizzano film sulla disabilità e non storie su personaggi disabili. Questo corto vuole dimostrare che la disabilità è solo un luogo della mente”.