Inclusione scolastica, il Tar boccia il nuovo Pei. Chi esulta, chi no
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Ciis, Coordown e altre associazioni, annullando il decreto interministeriale n.182/2020 che introduceva le modalità di assegnazione delle misure di sostegno agli alunni con disabilità e i nuovi modelli di Pei. Ciis e Coordown: “Grande soddisfazione”. Ianes: “Andava corretto, non annullato. Ora il rischio è che si faccia un passo indietro”
Non piaceva a molti e a qualcuno non piaceva affatto: il nuovo modello di Piano educativo individualizzato, introdotto con decreto interministeriale alla fine dello scorso anno (n. 182/2020) aveva sollevato aspre polemiche e dure critiche, a cui avevamo dato ampio spazio su queste pagine. In prima linea il Coordinamento italiano degli insegnanti di sostegno e il Coordown, che ne avevano messo in luce le principali criticità, mentre più cauta era stata la Fish, che pure suggeriva alcune correzioni fondamentali. Pubblicato e diffuso il 13 gennaio 2020, il nuovo Pei è entrato in vigore il 13 settembre, ma ha avuto vita breve, anzi brevissima: ieri il Tar del Lazio ha pronunciato la sentenza, con cui accoglie il ricorso delle associazioni contro il ministero dell'Istruzione e “annulla” il decreto e i suoi allegati. Cosa accadrà ora, è tutto da vedere: se le scuole e chi, fino ad oggi, ha studiato il nuovo modello per poterlo mettere in pratica, lo applicheranno comunque, in attesa di maggiori indicazioni; o se, al contrario, sarà come se niente fosse stato si ripartirà da zero. O, meglio, da quello che c'era prima: il decreto 66/2017. Sarà un bene? Sarà un male? Gli animi si dividono, come appare evidente dalle due voci che Redattore Sociale ha raccolto: da un lato quella di Evelina Chiocca, presidente del Ciis e di Antonella Falugiani, presidente del Coordown, dall'altra quella di Dario Ianes, docente di Pedagogia e didattica speciale all'università di Bolzano e responsabile delle Edizioni Erickson.
Il Ciis, il Coordown e la “grande soddisfazione”
“La sentenza dichiara l'illegittimità del decreto e di tutti gli allegati – riferisce Evelina Chiocca - riconoscendo e accogliendo le preoccupazioni che, insieme ad altre associazioni, fin dall'inizio abbiamo espresso: la mancata partecipazione della famiglia al Glo, la riduzione dell'orario scolastico e soprattutto l'esonero, questione insostenibile e incomprensibile, nonché paradossale, visto che per gli studenti con disabilità è costruito un percorso su misura, sulla base delle capacità, in ogni materia. Sono nodi critici che abbiamo evidenziato all'indomani dell'uscita della nota 40 che accompagnava questi provvedimenti. Il 14 gennaio abbiamo diramato un comunicato, come Ciis, in cui manifestavamo le nostre preoccupazioni rispetto a quello che sarebbe accaduto con il nuovo modello di Pei. Peraltro – fa notare Chiocca – il decreto 182, pur facendo riferimento alla precedente normativa (decreto n. 66/2017), introduce novità rispetto a quella: come il dirigente scolastico che viene indicato come colui che presiede il Glo; o come l'esonero e la riduzione dell'orario scolastico. E introduce anche la questione del risparmio delle risorse, per la quale da tempo stiamo soffrendo, perché non si può tagliare ciò che è necessario. Quando si parla di inclusione, non può esserci un ragionamento diverso se non quello di garantire il diritto allo studio di ciascuno. E proprio sul risparmio delle risorse, la sentenza del Tar è molto chiara: non si possono sottrarre risorse laddove queste debbano essere garantite”.
Per Chiocca si tratta insomma di una decisione “che ha una portata notevole dal punto di vista anche culturale. Rattrista però che si debba ricorrere ai tribunali per tutelare i diritti delle persone. Cosa accadrà ora? Quello che accadeva fino a ieri, si tornerà alla normativa precedente, che non era poi così male. E si andrà, speriamo, verso l'adozione dell'Icf, che l'Oms ha adottato già nel 2001, ma di cui nel nuovo Pei non c'era traccia”.
“Grande soddisfazione” per l'annullamento del decreto viene espressa anche dalla presidente di CoorDown, Antonella Falugiani: “L’annullamento a seguito del ricorso presentato lo scorso marzo è motivo di grande soddisfazione per CoorDown e per tutte le associazioni che hanno partecipato al ricorso e per tutti i genitori, insegnanti e cittadini che si sono stretti intorno a noi nel Comitato #NoEsonero perché restituisce un diritto agli alunni, alunne, studenti, studentesse e alle loro famiglie. Da genitori coinvolti e testimoni delle criticità dell’inclusione scolastica, abbiamo creduto fino in fondo alla bontà di questo ricorso e, nonostante le critiche talvolta anche pesanti che ci sono state rivolte dalla qualunque, siamo andati avanti, convinti che stavamo facendo la cosa giusta.
Abbiamo tentato più volte di ottenere un incontro con il Ministero per concordare modifiche e accomodamenti ragionevoli, ma ogni sforzo è stato vano. Direi che non abbiamo raggiunto un traguardo, ma abbiamo abbattuto un ostacolo, che non solo impediva l’inclusione e il diritto allo studio, ma ci faceva retrocedere di anni. Adesso ci aspetta altra strada e altro lavoro e siamo pronti a proseguire. Infine vorrei tranquillizzare coloro che stanno affermando che tutto questo genererà caos, ecco, non sarà così. Come abbiamo evidenziato nel ricorso, non ci sarà un vuoto normativo in quanto, dopo l’annullamento di un decreto, si applica quello previgente che insegnanti e dirigenti conoscono bene essendo stato applicato fino alla scorsa primavera. Grazie a chi ha contribuito e a chi ci ha sostenuto, in particolare allo studio legale che ci ha seguiti con professionalità e umanità in questi mesi”.
Ianes, “posizioni catastrofiste: bisognava correggere, non annullare”
Tanto lavoro per nulla: si rammarica, almeno in parte, Dario Ianes, che al nuovo Pei aveva messo mano fin dal 2019, con l'allora ministro Fioravanti, e che con le edizioni Erickson aveva dedicato la nuovo Pei pubblicazioni e diversi webinar. “Ciis e Coordown hanno sollevato forti polemiche rispetto ad alcuni punti del decreto: l'esonero, l'attribuzione delle ore, la frequenza parziale sono effettivamente punti critici del nuovo Pei. Lo abbiamo detto anche noi fin dall'inizio, contestando anche quei range di funzionamento che erano evidenziante solo un'invenzione per ridurre la spesa pubblica”. I punti deboli, nel decreto, anche per Ianes non mancano, ma “bisognava essere costruttivi. L'esonero, per esempio, è chiaro che è stato presentato in modo non costruttivo: anche la scelta del termine è naturale che susciti una reazione critica, facendolo sembrare ai genitori una scappatoia per lasciare il figlio o la figlia fuori dalla porta. Sarebbe stato diverso, se anche l'esonero fosse stato costruito positivamente, per esempio come un modo, soprattutto negli istituti superiori, per scegliere una materia anziché un'altra. Invece, su questo punto in particolare si è irrigidita la polemica. Abbiamo visto tutti le criticità del decreto, ma io l'ho sempre difeso per i suoi aspetti positivi: coinvolge docenti, introduce una corresponsabilità, costringe tutti a fare progettazione individualizzata. Le tre criticità che anche noi abbiamo evidenziato potevano e dovevano essere modificate, se si fosse aperto un dialogo, in primavera ed estate, tra ministero e associazioni. Ma il ministero, da parte sua, si è mostrato cieco e sordo. E la Sanità, da parte sua, si è arenata, non ha portato avanti quelle linee guida per il profilo di funzionamento che doveva portare al tavolo del ministero dell'Istruzione. Ora però le linee guida quasi ci sono, è evidente che quello sfasamento andrà risolto e il nuovo Pei ne avrebbe tenuto conto. Ma hanno prevalso le tesi catastrofiste, le voci di chi addirittura parlava di 'fine dell'inclusione'. E adesso il rischio è che si torni indietro. Noi abbiamo lavorato tanto, scritto, discusso intorno a questo nuovo Pei, da due anni a questa parte – racconta ancora Ianes - Poi arriva il Tar del Lazio e blocca tutto. E ora? Ora sarà battaglia: le scuole che faranno? La mia preoccupazione è che la sentenza freni anche le novità positive. Se fossi un dirigente scolastico, deciderei di lavorare comunque con il nuovo Pei, che è enormemente migliore del vecchio: è chiaro che chi crede nell'inclusione non farà riduzioni a orario senza senso, né esoneri sena un progetto dietro. Adesso, quello che si rischia è che, per pigrizia o per ignoranza, si compia un passo indietro, quando se ne stava per compiere uno grande in avanti”.
Chiara Ludovisi