Il Cai lancia la scala di difficoltà dei sentieri accessibili
Con la redazione di un sistema di classificazione, il Club alpino italiano ha deciso di partire dalla disabilità motoria, in un’ottica futura di piena inclusione per tutti
Anche la montagna deve poter essere alla portata di tutti e dare informazioni circa la sua fruibilità. Così, dopo che una ricerca sul territorio nazionale sull’esistenza o meno di una classificazione già diffusa e condivisa di percorsi accessibili alle persone con problemi motori ha dato esito negativo, il Cai ha deciso di realizzare una scala delle difficoltà degli itinerari accessibili – anche con ausili, jolette o altra carrozzina da trekking – in analogia con quanto già in atto da tempo in ambito escursionistico. Perché anche chi non è un montanaro doc ha il diritto di godere dello stare in quota Ecco allora identificati i parametri per classificare i sentieri accessibili: la tipologia del percorso, le caratteristiche del sentiero (per esempio la pendenza, la larghezza, il dislivello), la presenza di difficoltà oggettive e di notazioni.
In sintesi, sono tre i livelli individuati percorribili con ausili: AT Accessibile a turisti (pendenze modeste, dislivelli contenuti, fondo omogeneo), AE Accessibile a escursionisti (pendenze moderate, dislivelli inferiori ai 300 metri, fondo irregolare), AEE Accessibile a escursionisti esperti (pendenze superiori al 16%, larghezze inferiore al metro, dislivelli superiori ai 300 metri, fondo sconnesso, scalini, ostacoli evidenti, passaggi obbligati, punti esposti).
La scala di difficoltà è stata redatta dal gruppo di lavoro Montagnaterapia, con il supporto tecnico della Scuola centrale per l’escursionismo, e con il patrocinio e la collaborazione di realtà come la Fish e la Fand, l’Associazione nazionale tecnici e ortopedici italiani, la Società tecnico scientifica di terapia occupazionale, la Società italiana di medicina fisica e riabilitativa, l’Associazione italiana di fisioterapia, e la direzione regionale Piemonte dell’Inail. La struttura operativa Sentieri e cartografia del Cai ha poi fornito il suo parere sulla classificazione proposta. Da anni il Club alpino italiano utilizza le passeggiate in montagna come strumento per realizzare l’inclusione delle persone con disabilità: infatti, ha collaborato a diversi progetti che utilizzano le escursioni di gruppo a scopo riabilitativo, terapeutico ed educativo.
Michela Trigari