Far circolare idee per cambiare: avviata la settimana di incontri “Gas – Generare arte sociale”
Dalla ricerca educativa dell’orchestra improvvisata al teatro e yoga della risata per malati di Alzheimer alla Scuola capitale sociale: le buone pratiche raccontate nella prima giornata al San Carlino di Roma
Far circolare idee e condividere per cambiare, mettendoci anima. E’, in sintesi, l’obiettivo primo delle conversazioni che si svolgono ogni sera al teatro San Carlino a Villa Borghese nell’ambito di “Gas - Generare arte sociale. L’arte e la cultura al servizio del sociale”, una settimana di iniziative promosse da “Oltre le parole onlus” e “Dire fare cambiare” e legate al progetto Erasmus Plus Restore. Questo scambio di idee, circolarità di buone pratiche e riflessioni – che si avvale del patrocinio di Regione Lazio, Cnr, Inps, Unar, ambasciate di Spagna e del Portogallo e ha come media partner Redattore Sociale - ha visto la prima serata, quella del 14 settembre, dedicata al tema “Un ponte per (buone pratiche per le città)”.
Tra gli ospiti Margherita Ricci, del progetto Scuola capitale sociale che sarà avviata ufficialmente a dicembre e si propone di “fare rete tra persone e saperi” e che già propone corsi on line su argomenti come la finanza etica, il benessere degli abitanti nella città, interazione di qualità a scuola e anche sulla condivisione sociale del lutto legato al coronavirus. “Se vogliamo provare a trasformare il modo in cui trattiamo la natura e la società – ha spiegato Ricci - occorre metterci insieme e connettere esperienze, saperi, sensibilità, visioni, valorizzando il lavoro di chi è già impegnato nel cambiamento. Per questo abbiamo pensato a una scuola radicata sul territorio, ponte tra esigenze e storie diverse”. Le lezioni sono “inclusive, interattive ed esperienziali, si dibatte, si vuole abbandonare lezione frontale classica”. Scuola capitale sociale è un’idea di Avventura urbana, società di consulenza torinese, e del comitato promotore fanno parte Iolanda romano mediatrice di conflitti, Ugo Biggeri fondatore di Banca Etica e il direttore della casa editrice Chiarelettere Lorenzo Fazio. Per sostenere il progetto è stata avviata una camapgna di crowfunding sulla piattaforma Produzioni dal basso.
Francesca Pieri, biologa che lavora con i malati colpiti da patologie neurovegetative, ha riferito della sua esperienza, iniziata da studentessa e ricercatrice quando la professoressa all’università le chiese di approfondire come funziona il cervello a livello chimico quando una persona fa ciò che ama. Da lì si è iscritta ad un laboratorio teatrale: “Mi sono specializzata in neurochimica e ho studiato come il teatro a livello psicologico e fisiologico abbia effetti incredibili. In tempi relativamente recenti abbiamo scoperto che attraverso le discipline olistiche, e il teatro è qui, produciamo ormoni che ci fanno stare bene, endorfina, serotonina, dopamina, ossitocina, e contestualmente si abbassa il cortisolo, l’ormone dello stress, che è una delle prima cause delle malattie, non solo neurodegenerative”. Per Pieri, che tiene anche corsi di yoga della risata per i malati di Alzheimer, “è necessario fare un lavoro olistico e un lavoro teatrale anche quando queste malattie così terribili sono conclamate”. Persone che hanno perso l’uso della parola tornano a recuperare, ritrovandole in qualche modo dentro di sé grazie alla relazione con l’altro, delle modalità espressive e riescono a creare connessioni con gli altri partecipanti e con i propri cari. “Il teatro fa di queste magie”, ha concluso Pieri.
Tra gli ospiti anche l’italo-argentino Gonzalo Teijeiro, del Centro di ricerca educativa Orchestra improvvisata, progetto musicale e sociale – ha spiegato Teijeiro - che utilizza l'improvvisazione musicale come canale d'espressione a livello artistico, personale, relazionale e, soprattutto, emozionale. “In Italia l’aggettivo improvvisato comporta un’idea negativa – ha esordito -, invece per improvvisare musica bisogna essere molto formati. L’improvvisazione ha strutture, limiti, serve conoscenza e competenza per praticarla”. Teijeiro, che ha anche coinvolto il pubblico in una esperienza di improvvisazione musicale con il corpo, ha ricordato che il metodo a cui fa riferimento, basato su ritmo con segni, è stato creato in Argentina. “Il corpo ci consente di giocare con la musica, non c’è strumento che il corpo non possa suonare, qualsiasi cosa che sta scritta sullo spartito la possiamo fare con le mani. Questo metodo lo usiamo anche con pazienti psichiatrici. Abbiamo diverse orchestre, in diversi giorni, a Roma e fuori Roma, ma la cosa più importante è che cerchiamo di suonare tutti insieme. Le cose puntiamo a farle, senza troppa teoria. Tre regole chiediamo a tutti di rispettare: guardare sempre chi dirige; i segni vengono prima mostrati e poi eseguiti; infine, qualsiasi idea deve essere una ripetizione della cellula ritmica. Si genera un ritmo insieme, e con questo ritmo si va ovunque. La musica ce l’abbiamo tutti, possiamo dire che non esiste persona che non sia musicista”.
Al San Carlino i lavori proseguono fino al 18 settembre, giornata della tavola rotonda conclusiva dedicata al tema “Diversi da chi?” in collaborazione con SuperAbile Inail.
Elisabetta Proietti