Emergenza casa, “a Palermo coinvolte 2.500 famiglie”
E’ stato rinviato di un mese lo sgombero di una famiglia di Brancaccio previsto per oggi. Ma il problema resta. Zaher Darwish (Sunia): “Vergognoso come ci si limiti a rinviare il dramma di queste famiglie senza trovare soluzioni al tema degli sfratti e della casa”
E' stato soltanto rinviato lo sgombero previsto per stamattina di una famiglia di occupanti abusivi di un'immobile confiscato di Brancaccio a Palermo. Il Sunia, che aveva lanciato l'ennesimo appello alle istituzioni affinché si trovasse una soluzione alternativa per la famiglia, con due figlie minorenni, interviene per sottolineare, tra le cose più gravi, la mancanza di una comunicazione ufficiale sia per l'avviso di sgombero che per il rinvio.
“La famiglia non ha mai ricevuto un atto di notifica dell'ordinanza ma comunicazioni verbali del tutto informali – dichiara Zaher Darwish, segretario del Sunia Palermo -. Questo non solo è un atteggiamento poco serio e poco rispettoso dello stato di sofferenza della famiglia ma è anche vergognoso che, anziché trovare soluzioni all'emergenza casa, si rinvii solo il problema di un mese. Sulla pelle degli ultimi, sui poveri, dimenticati, abbandonati ed emarginati dal governo della città e dagli enti statali, si consuma ancora una volta l'approssimazione e l'inadeguatezza di chi dovrebbe adoperarsi per trovare soluzioni credibili e accettabili”.
“Così come mai era arrivata alla famiglia una comunicazione scritta dello sgombero previsto per oggi - continua Darwish - anche questa volta il rinvio di un mese della procedura giunge per via non ufficiale e del tutto poco consona al ruolo di rappresentanza dello Stato. Un rinvio che come al solito non rappresenta una soluzione ma uno spostamento in avanti di un dramma che provoca dolore e sfiducia nei cittadini”.
E' da tempo che il Sunia chiede alle massime autorità istituzionali di avviare un tavolo di confronto sul tema dell'emergenza casa e delle famiglie che sono in situazione di forte marginalità sociale e disagio.
Nel presidio del 21 marzo scorso, infatti, avvenuto davanti alla Prefettura, i sindacati degli inquilini (Sunia, Sicet, Uniat) erano tornati a suonare l'allarme sulla delicata situazione dell'emergenza abitativa in città. Già, in quell'occasione, avevano chiesto di costituire un tavolo tecnico, anche con i sindacati, per poter operare una programmazione adeguata degli interventi.
“Siamo, purtroppo, ancora in attesa di una risposta – aggiunge ancora il segretario del Sunia -. Mentre qualche anno fa erano 800 le famiglie a Palermo in emergenza abitativa, negli ultimi 5 anni, siamo arrivati a 2.500 famiglie. Nei giorni scorsi è stata già sgomberata una famiglia con un minore e altre minacce incombono su altre famiglie. Chiediamo al più presto che si trovino soluzioni. Gli immobili disponibili degli enti statali, inclusi i beni confiscati, devono rispondere, ai bisogni primari ed alle esigenze delle famiglie in difficoltà”.
“Se non ci fosse stato il rinvio ulteriore – dice infine Zaher Darwish – avremmo chiesto comunque di fermare lo sgombero di questa famiglia per la quale ancora non è stata individuata una destinazione alternativa e dignitosa a garanzia dell'unità familiare. Non si può rischiare di finire in mezzo a una strada. Questa emergenza sta suscitando emozione tra associazioni, sindacati, singole persone e famiglie. La gente è interessata e vuole sapere come rendersi utile. Questo, però, ahimè, è un sentimento che non viene percepito dall'amministrazione comunale. Ribadiamo un concetto: qualora siano proprio indispensabili, gli sgomberi devono avvenire da casa a casa. Diciamo no a sgomberi selvaggi”.
Esiste una graduatoria d’emergenza abitativa che conta oltre 2500 nuclei familiari a cui si aggiunge un'altra graduatoria per l’assegnazione di alloggi popolari, che risale al 2005, e che ha circa 10 mila famiglie aventi diritto. In 17 anni il Comune ha assegnato solo 500 alloggi.